La nostra su: Douglas Costa


La redazione di AterAlbus dice la sua sul talento brasiliano.


di Elena Chiara Mitrani

La redazione di Ateralbus torna a confrontarsi su un giocatore in particolare: come avvenuto in precedenza con Mandžukić e Dybala, in quest’articolo vi diremo la nostra su Douglas Costa. Il numero 11 bianconero gode di non pochi estimatori in redazione (c’è anche chi ha deciso di dare al suo cane il nome dell’esterno brasiliano…) ma fino a qualche mese fa la sua permanenza alla Juventus non era così scontata. A onor del vero, proposi alla redazione di scrivere “la nostra su Douglas Costa” poco dopo l’addio di Allegri, quando ancora non si sapeva chi sarebbe stato il nuovo allenatore. In quel caso, il punto su cui interrogarsi sarebbe stato: vendereste Douglas Costa o gli dareste una nuova opportunità con un allenatore che lo metta al centro del progetto? Personalmente avrei optato per la seconda opzione, un po’ perché avevo ancora negli occhi le prestazioni di Douglas Costa nella seconda metà della stagione 2017/18, un po’ perché, pragmaticamente, sarebbe stato difficile venderlo in questo mercato senza perderci, dopo i 40 milioni spesi a giugno 2018 per il suo riscatto.

Ciò che è avvenuto nella scorsa stagione è storia nota: gli infortuni, lo sputo, le preferenze di Allegri. Ora abbiamo visto un giocatore che è rientrato prima dalle vacanze per iniziare ad allenarsi, e che attraverso ogni canale (social, interviste) ha fatto capire al pubblico quanto sia voglioso di cominciare la nuova stagione nella Juventus di Sarri. Il nuovo tecnico ha dichiarato che la sua squadra avrà un sistema strutturato per “portare su” il pallone e che i terminali offensivi avranno più libertà.

Unendo i puntini tra le dichiarazioni del tecnico, le qualità di Douglas Costa e quanto visto nelle amichevoli estive, mi aspetto un Costa molto responsabilizzato e lasciato libero di creare situazioni pericolose puntando sulla velocità e sulla sua capacità di saltare sempre l’uomo. Credo che giocherà prevalentemente a destra per lasciare la fascia sinistra a Ronaldo (c’è ancora un punto di domanda sulla punta centrale a questo punto del mercato), a sinistra in assenza di CR7 o con spostamento del portoghese al centro, e che in entrambi i casi sarà lasciato libero di aprire il gioco sul lato opposto o di accentrarsi e provare il tiro in caso di partenza da destra.

Incrociando le dita perché Costa si mantenga in buona salute per tutto l’arco della stagione, sono contenta che il brasiliano avrà un ruolo centrale nella nuova Juventus ma penso anche che sarà necessario trovare altre fonti di gioco sul fronte offensivo. L’affidamento pressoché totale su di lui e sul suo stato di forma attuale andrà più che bene nelle prime settimane, ma una volta che i meccanismi apportati dal nuovi tecnico saranno più oliati e che i nuovi si saranno inseriti mi piacerebbe vedere il centrocampo maggiormente coinvolto nella rifinitura e nella creazione di assist.

di Luca Rossi

Da quando è arrivato ho sempre ritenuto che Douglas Costa dovesse essere un giocatore centrale in qualsiasi Juventus, uno dei punti fermi su cui costruire l’ossatura della squadra. E non ho cambiato idea dopo questi due anni in cui, per ragioni diverse, è riuscito a esprimere il suo potenziale solo per pochi mesi. Si tratta di un giocatore con caratteristiche uniche a cui non credo sia possibile rinunciare, soprattutto in campo europeo: capacità superiori nell’1vs1; doti associative notevoli; devastante in campo aperto e abile nello stretto. Insomma, un giocatore di una pericolosità con poche eguali al mondo in qualsiasi fazzoletto di campo. Ho il rammarico di non averlo visto sfruttato a dovere (o meglio, come avrei voluto) in questi due anni, in isolamento sul lato debole.

Un po’ come accaduto al Bayern con Guardiola, anno in cui infatti ha disputato la sua migliore stagione. Tornando al presente, Sarri più volte ha affermato l’importanza del brasiliano nel suo progetto tattico e gli sta affidando anche libertà e compiti creativi inediti, quasi da 10: moltissimi palloni passano da lui, l’uscita in impostazione a destra ha lui come sfogo principale, si deve associare molto coi compagni. Molto bene, condivido, perché significa dare centralità a un giocatore che sa essere decisivo e che in qualsiasi momento può essere pericoloso. Perché funzioni, però, è necessario che col tempo vi siano meccanismi e un’organizzazione di gioco che coinvolgano la punta e i centrocampisti tali da non far gravare gli oneri di creazione solo su Costa, al punto da dipendere solo e soltanto dalle sue giocate. Altrimenti significherebbe non aver fatto passi in avanti rispetto alle stagioni precedenti. Detto questo, e concludo, tanto di questa stagione passerà dalle sue qualità. E non posso che esserne contento.

di Andrea Lapegna

Qui sopra i miei compagni di viaggio hanno delineato un pensiero comune: che Douglas Costa è un giocatore in grado di dare molto di più alla Juventus, e che va dunque messo in condizione di farlo. Per giunta, ha dimostrato di saper fare la differenza in sistemi altamente codificati (il Bayern di Guardiola, lo Shaktar di Lucescu) e anche di essere risolutivo in contesti più eterei (la Juve di Allegri, il Brasile di Dunga e di Tite). Anche secondo me il brasiliano non può non essere un elemento chiave della manovra offensiva.

Siccome Sarri sembra volersi concentrare su un 4-3-3, vale forse la pena cercare di capire cosa può dare nelle varie posizioni. E in effetti, Douglas Costa sembra essere in grado di occupare sia la casella destra (come fatto in nazionale) che quella sinistra del tridente (come allo Shaktar e al Bayern), fermo restando la sua innata abilità di incidere sia in ripartenza che in fase di possesso palla consolidata.

Un Douglas Costa a sinistra potrebbe offrire le stesse conduzioni in isolamento che fecero impazzire mezza Champions League, e andrebbe chiamato a saltare sistematicamente l’uomo in porzioni di campo profonde. Sarebbe in grado di mangiare tempi di gioco ai terzini avversari sia in conduzione che in rifinitura, sfruttando al contempo il potenziale devastante della combo “cross bassi arretrati + Ronaldo in area”.

Di converso, a destra potrebbe rientrare sul piede preferito sia per provare la conclusione che per provare cross a spiovere. Andrebbe servito di più sui piedi e meno sulla corsa, ma potrebbe combinare efficacemente col rimorchio di Danilo (o Cuadrado, o De Sciglio; chi è il nostro terzino destro? Boh). Per giunta, porterebbe la difesa avversaria a collassare al centro, creando i presupposti sia per le imbeccate dietro la linea che per assist al tiro per i compagni.

Dove lo vedremo quindi? Sebbene la mia preferenza personale vada per il primo scenario, se è vero che Sarri intende dargli più libertà rispetto all’uso classico da ala allora è probabile che verrà utilizzato con insistenza sul piede invertito. Magari con licenza di entrare dentro (al campo a partire dagli ultimi 20 metri, in modo da non togliere troppa ampiezza alla squadra). Aiuta a risolvere il dilemma la presenza a sinistra, atipica, di Ronaldo. D’altra parte, questo rimanda alla celebre frase di Guardiola, che Sarri ha ripreso: compito dell’allenatore è impostare la squadra nei primi 70 metri; quello che accade negli ultimi 30 (cioè rifinitura e finalizzazione) è dovuto all’interpretazione dei giocatori. Il sottinteso ovviamente è che l’esecuzione della prima parte sia perfetta e faciliti dunque, preparandola, la chiusura dell’azione. Douglas Costa è la materializzazione della seconda parte di questo assunto.

di Kantor

Douglas Costa è un giocatore nato per essere decisivo; e lo è se lo usi come arma tattica nei finali di partita, se lo usi come ala pura in isolamento e anche se lo usi come (pare) lo intenda usare Sarri, ovvero come una sorta di falso dieci con grandissima libertà di azione.

Ma è decisivo ovviamente se si allena, se evita gli stravizi, se evita di infrangersi con la macchina la notte in autostrada e se evita di infortunarsi da solo sulle scale di casa. Io credo che invece di avventurarci in speculazioni sul suo nuovo ruolo (peraltro provato in un paio di amichevoli estive) converrebbe più augurarsi che quest’anno continui a dare prova della professionalità mostrata in questo inizio stagione. Se questo succede il suo ruolo sarà appunto un dettaglio che lascio volentieri ai tattici e ai fanatici del gioco su carta (o su schermo). Per me, come sempre, basta che funzioni…

di Michele Puntillo

Douglas Costa è a mio avviso un calciatore fondamentale per la Juventus perché ha caratteristiche uniche. Dopo la partenza di Cancelo, è infatti il solo in grado di trovare con continuità e innata facilità la superiorità numerica. E questo, come detto da Luca, è importantissimo soprattutto in campo europeo, dove le partite sono spesso decise dal singolo episodio. La partita con l’Ajax ne è l’emblema: la Juve è in difficoltà, entra e “spacca” letteralmente la partita.

Ma questo ci porta anche al punto dolente delle ultime due stagioni. Perché Allegri, al netto di pochi mesi di titolarità indiscussa e degli infortuni, l’ha visto sempre e solo come un grimaldello pregiato, un calciatore capace di ribaltare sempre e comunque le sorti di un incontro. Mi auguro che Sarri possa mettere la centralità del brasiliano tra le questioni non negoziabili di questa stagione (le dichiarazioni e le prime amichevoli sembrano andare in quella direzione), trovando soluzioni tattiche che esaltino l’ex Bayern, perché un calciatore di questo livello non può accontentarsi di un ruolo da comprimario.

Nel calcio di Sarri, Costa, sarà probabilmente più a suo agio. Perché avrà compiti difensivi meno gravosi e dovrà coprire meno metri di campo, trovandosi quindi con più frequenza vicino l’area avversaria. Qui sarà decisiva la sua qualità in rifinitura soprattutto per innescare le bocche di fuoco Ronaldo e Dybala (?). Dovendo giocare principalmente sull’out di destra (citofonare Cristiano), dovrà essere più veloce nella gestione della palla e cercare con meno ossessività il tiro dopo essere rientrato sul piede forte. Saranno importanti gli scambi con il centravanti e le connessioni con Danilo che dovrà garantire l’ampiezza quando Douglas cercherà fortuna per vie centrali.

Ma tutto è secondario all’atteggiamento del brasiliano: in queste due stagioni si è spesso speculato (secondo me immotivatamente) sulla sua vita personale, lo si è difeso per il trattamento ricevuto in alcuni frangenti da Allegri, ma alla soglia dei trent’anni solo Douglas può decidere cosa essere: un incompiuto di livello o un campione. Sta a lui decidere.

di Michele Tossani

Douglas Costa è un talento con grandissimo potenziale. Purtroppo, fino ad ora questo potenziale è rimasto sostanzialmente inespresso. La precedente gestione tecnica riteneva l’ex Bayern elemento adatto ad entrare a partita in corso piuttosto che dall’inizio. Con Sarri questo trend dovrebbe modificarsi e Costa potrebbe finalmente avere l’opportunità di partire nello starting line-up. Spetterà a lui dimostrare di meritarsi questa chance.

Il problema aperto rimane quello della sua collocazione in campo. econdo il sottoscritto, a destra Douglas Costa non rende come sul lato opposto, dove però gioca Ronaldo. Soltanto un eventuale spostamento al centro del portoghese libererebbe la fascia mancina per il brasiliano. Vedremo. La stagione è lunga e ci sarà sicuramente occasione per riparlare di uno dei giocatori più tecnici nel panorama internazionale.

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