Le Women affrontano il Chelsea vicecampione d’Europa

Dopo il brillante esordio nei gironi di Champions League contro il Servette, le Juventus Women sono pronte al debutto casalingo in un’Allianz Stadium che si preannuncia gremito e pronto a spingere le ragazze verso un’altra notte indimenticabile. Di fronte ci sarà il Chelsea, una squadra d’élite europea che lo scorso anno ha raggiunto la finale del torneo, battuta solamente dal Barcellona. Scopriamone insieme punti di forza e qualche debolezza.

Le inglesi non avrebbero bisogno di molte presentazioni. Affiliate dal 2004/05 alla società maschile di proprietà di Roman Abramovich, hanno vinto il primo titolo di campionesse d’Inghilterra nel 2015 e da allora sono rimaste al vertice del proprio campionato nazionale ottenendo altri 3 titoli nazionali e una FA Cup. La finale della scorsa stagione persa per 4-0 contro il fortissimo Barcellona rappresenta il massimo risultato raggiunto dal Chelsea in Europa.

Il Chelsea, come vincitrice del proprio campionato, si è qualificata direttamente ai gironi di Champions nel primo gruppo delle teste di serie, evitando così i turni di qualificazione che invece la Juve ha disputato.

Sono una delle squadre di vertice a livello europeo anche grazie agli investimenti importanti degli ultimi anni. In squadra il talento abbonda in ogni reparto e tante sono le stelle.

Alcuni esempi.

Magdalena Eriksson, il capitano, è alla sua quinta stagione con le londinesi e gioca nel reparto arretrato. In una difesa a 3, Emma Hayes, l’allenatrice del Chelsea, la schiera a sinistra mentre in nazionale gioca ormai centrale, solitamente in coppia con la nostra Linda Sembrant. “Magda” è un difensore esperto (classe 1993), abile nelle letture e nel gioco d’anticipo. E’ mancina e dotata di ottima precisione e abilità anche nei passaggi a lungo raggio. Un altro suo punto di forza è il fisico. Abilissima nel colpo di testa, sa essere pericolosa anche nelle situazioni da palla da fermo.

Ji So-jun è probabilmente la giocatrice meno fisica del Chelsea (solo 1.61 di altezza e minuta) ma fra le più tecniche della squadra. La 30enne sudcoreana è una veterana della Blues perché presente in rosa dal 2014. Gioca nelle 2 a centrocampo oppure qualche metro più avanti a ridosso delle punte ed è una delle principali fonte del gioco delle inglesi: abile con entrambi i piedi, è soprattutto dotata di un destro educatissimo e spesso micidiale nei calci di punizione al limite dell’area di rigore. È anche una specialista nel trovare imbucate verticali per le punte.

Pernille Harder e Samantha Kerr sono invece le stelle più luminose dell’attacco del Chelsea. Kerr, australiana, è alla terza stagione al Chelsea dopo aver giocato in NWSL e aver vinto il premio di miglior giocatrice dell’anno del campionato nel 2017. È una prima punta a cui piace molto svariare su tutto in fronte offensivo, soprattutto sulla fascia destra per poi tagliare verso il centro. Ama attaccare la profondità e ricevere palla in verticale giocando sul filo del fuorigioco. Le sue abilità principali sono: velocità, atletismo e istinto per il gol. Qualità – queste – che si integrano alla perfezioni con la danese Pernille Harder, due volte premiata come miglior giocatrice dell’anno in UWCL. Giocatrice fisica, tecnica, veloce e spesso letale sotto porta. Con la sua Danimarca ha messo a ferro e fuoco la difesa dell’Italia nell’incontro di Empoli valido per le qualificazioni del campionato europeo. Una coppia a livello individuale fortissima che rappresenterà la minaccia principale da cui la Juve si dovrà difendere.

Dal punto di vista tattico, coach Emma Hayes ha organizzato il Chelsea attorno ad una disposizione 3-4 che può poi variare in attacco a seconda del posizionamento dei riferimenti più avanzati (1-2 o 2-1).

Nell’esordio in Champions contro il Wolfsburg, le vice campionesse d’Europa si sono presentate con la Mosegaard-Harder a ridosso di Sam Kerr e Bethany England (1-2).

Contro le tedesche, però, la fase difensiva delle Blues ha lasciato a desiderare, anche se i gol sono stati concessi più per errori individuali che di reparto. In generale, i dati snocciolati a fine gara dalla Hayes danno l’idea di una partita che il Chelsea avrebbe tranquillamente potuto portare a casa: “10 angoli a zero, 33 ingressi in area contro 17, 62% di possesso palla”.

In campionato, la squadra londinese continua invece a marciare, dopo un esordio con sconfitta (2-3) nella sfida con l’Arsenal. Il grande cambiamento di questa stagione è stata proprio l’introduzione di una linea difensiva a tre davanti al portiere Ann-Katrin Berger, dopo che nella scorsa annata la squadra aveva giocato con quattro difensori.

In Millie Bright e Magda Eriksson il Chelsea ha a disposizione due braccetti in grado di uscire forte in pressione ma anche di accompagnare l’azione palla al piede. Dietro di loro agisce come ‘libero’ Jess Carter, che si segnala finora per i passaggi in avanti (80%) e i lanci lunghi riusciti (61%).

La linea mediana è quella che ha creato più grattacapi alla Hayes lo scorso anno. Per risolvere alcuni problemi tattici, la manager inglese ha arretrato la Ji So-yun, affiancandola alla più difensiva Melanie Leupolz. Una ulteriore soluzione, in caso di sistema 2-1 in attacco, potrebbe essere quello di riportare la nazionale sudcoreana in posizione più avanzata, da seconda no.10, inserendo in mediana la gallese Sophie Ingle o Erin Cuthbert.

Quest’ultima è stata impiegata da quinta a destra contro il Wolsfburg. Posizioni, quelle da quinte, che possono essere ricoperte anche da Guro Reiten (titolare a sinistra contro le tedesche), Niamh Charles e Jonna Andersson.

In attacco tutto ruota ovviamente intorno a Sam Kerr. Sia lei che Fran Kirby sono pericolose in transizione. Qualora la coppia d’attacco dovesse essere quella formata da Kerr e England, il Chelksea può contare sui cross come arma di rifinitura dato che entrambe sono abili nel gioco aereo. 

Per quanto riguarda l’australiana, può essere utilizzata in situazione di attacco diretto alla profondità ma anche per tenere palla e far salire la squadra. La no.20 è però anche abile ad abbassarsi per creare spazio da attaccare per le compagne.

Per quanto riguarda l’atteggiamento difensivo, il Chelsea è squadra che può giocare indipendentemente attuando una pressione alta o difendendosi più in basso. I punti deboli, infine, sono rappresentati dagli esterni e dalla zona davanti alla difesa ed è lì che la Juve dovrà cercare di provare a fare la partita.

Articolo scritto con la collaborazione di Michele Tossani

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