Precedenti: Cagliari-Juventus 2011

Sul campo di Cagliari, la Juventus ha spesso sofferto. Ma ha ottenuto anche vittorie importanti. Alcune il cui valore si è poi scoperto nel tempo. Come quella del febbraio 2011, quando nacque la BBBC e in cui Del Piero diventò recordman di presenze.


Riparte dalla Sardegna la stagione della Juventus post Champions. La squadra di Pirlo sarà ospite in casa del Cagliari. A una trasferta in casa rossoblu, anche se giocata sul neutro di Trieste, è legato il ricordo del primo Scudetto del ciclo tuttora aperto. Ma anche nel vecchio Sant’Elia sono arrivati successi la cui importanza si sarebbe capita solo negli anni successivi. Un esempio? La gara del 5 febbraio 2011.

Primi passi della Juventus targata AA

Stagione 2010/11, la Juventus torna a legare il proprio nome a un Agnelli: è Andrea, figlio del Dottor Umberto, uno che durante la sua gavetta ha passato intere giornate nella sede del club di piazza Crimea.

A lui il compito di riportare il club bianconero ai livelli pre Calciopoli. Lo scandalo del 2006 ha presentato il conto negli anni e dopo qualche lampo nelle 2 stagioni targate Claudio Ranieri, ha iniziato a vedere la vetta da troppo lontano.

AA non è solo. A lui si affiancano l’esperienza di un vecchio volpone quale Giuseppe Marotta e l’entusiasmo di un giovane dirigente in rampa di lancio quale Fabio Paratici. Ad alzare il tasso di juventinità viene richiamato anche Pavel Nedved, da sempre amico di Andrea ma soprattutto amatissimo per tutto il sudore con cui ha riempito centinaia di maglie bianconere.

Marotta e Paratici si portano da Genova, sponda Samp, anche Gigi Del Neri. La squadra deve essere ricostruita dopo un’annata da dimenticare. In estate salutano Camoranesi, Trezeguet e Zebina, così come Diego la cui parentesi dura solo un anno. Della vecchia guardia che ha retto anche dopo il terremoto del 2006 sono rimasti Buffon, Del Piero e Chiellini, oltre a Marchisio e De Ceglie nel frattempo diventati uomini.

Sul mercato si punta molto sul made in Italy. A Torino sbarcano Fabio Quagliarella, Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Alberto Aquilani e Marco Motta. Oltre a Marco Storari, chiamato a difendere la porta fino al rientro di Buffon, operato alla schiena dopo i Mondiali in Sudafrica. Il Malaka Martinez è uruguaiano ma arriva via Catania. Dall’estero si attinge solo per prelevare Milos Krasic, giunto sotto la Mole con grandi aspettative.

A Natale con più alti che bassi

I primi passi della nuova Juventus 2010/11 non sono così male. La squadra fa il proprio dovere nei preliminari e si conquista un posto in Europa League. Non è la Champions, ma è sempre un palcoscenico continentale.

Del Neri prova a trasmettere il suo credo anche se i risultati si vedono solo in modo saltuario. Non certo aiutato sul fronte infortuni, dove quasi tutti prima o poi pagano dazio. E il conto è salato soprattutto in Europa. Magari chiudere il girone eliminatorio da imbattuti era anche nelle speranze iniziali, un po’ meno racimolare 6 pareggi in 6 gare: troppo poco per meritare il passaggio del turno. A dicembre l’Europa è già archiviata.

Molto meglio in campionato. Anche grazie a qualche vittoria sporca, la Juve arriva bene alla pausa di Natale. Se il Chievo non facesse un brutto scherzo al suo ex tecnico (pareggio a tempo scaduto dell’ultima gara del 2010), i bianconeri sarebbero secondi e a portata di mano dal  Milan capolista. Invece…

2011, avvio choc

Il 2011 è un anno che tutti aspettano in casa Juve. Soprattutto perché nel cantiere dello Stadium si stanno rispettando i tempi e all’inizio della nuova stagione ci sarà il trasloco nella nuova casa.

Ma l’anno comincia sotto una cattiva stella. La prima uscita lancia pesanti presagi. All’Olimpico si aspetta il Parma dei tanti ex ragazzi del vivaio (Mirante, Palladino e Giovinco). Nel primi 17 minuti giungono, nell’ordine, il grave infortunio di Quagliarella – uno dei migliori nella prima parte di stagione – e la sciagurata espulsione di Felipe Melo. I gialloblu non si fanno pregare e ne fanno 4, 2 proprio con Seba, uno con Palladino e in mezzo con Crespo, mai sazio quando trova i bianconeri davanti.

Gennaio è da conti in rosso. In meno di un mese ecco altri  3 ko in campionato e l’eliminazione dalla Coppa Italia. Per mano per mano della Roma dell’ex Ranieri e di Vucinic che va anche a segno.

Tocca correre ai ripari. Non solo rimettere dritta la barra, ma fornire a Del Neri un apporto in più di esperienza e di qualità. Il mercato invernale non è il solito di attesa e di ricerca dei saldi. Tutt’altro. Marotta porta a Torino niente meno che 2 campioni del mondo quali Luca Toni e Andrea Barzagli, in più si investe secco su uno degli attaccanti pronti al grande salto: da Cagliari viene acquistato Alessandro Matri.

Il mese di febbraio inizia ancora col vecchio trend. Nel turno infrasettimanale (mercoledì 2), c’è un’altra sconfitta per mano di ex dal dente avvelenato. Il Palermo di Miccoli e Nocerino vince 2-1 anche se c’è da recriminare per un rigore non concesso per un fallo di mano di Bovo. Che farà discutere qualche giorno. Roba che a Torino ci si riderebbe su, visti i precedenti. Ma in casa rosanero, il tecnico Delio Rossi scomoda niente meno che il caso Watergate per il clamore. Questione di punti di vista e di abitudine!

Da un’isola all’atra

La rabbia di Palermo può essere smaltita in fretta. Tre giorni dopo, sabato 5, c’è una trasferta insidiosa. Dalla Sicilia ci si sposta in Sardegna, in casa del Cagliari di Roberto Donadoni.

I rossoblu stanno facendo bene e sono solo a -3 dalla Juve. A proposito, il terribile gennaio ha congelato tutti i sogni di gloria. Alla vigilia della sfida, valevole per la 5a giornata di ritorno, i bianconeri sono a -13 dalla testa, a -9 dalla zona Champions e dietro anche allo stesso Palermo che ha operato il sorpasso.

Roberto Donadoni può contare su una rosa importante, con gente del calibro di Astori, Nainggolan, Daniele Conti e Acquafresca. E spera nella spinta del Sant’Elia, campo dove i bianconeri ogni tanto ci hanno lasciato le piume.

Del Neri inizia a correre ai ripari. Soprattutto inizia a blindare le retrovie. Nessuno lo può ancora sapere in quel momento, ma nasce lì la BBBC. Buffon è ormai tornato in pianta stabile tra i pali anche se è ancora in fase di rodaggio. Barzagli gioca di nuovo titolare dopo l’esordio di Palermo ma questa si trova al suo fianco Leonardo Bonucci, rientrato dalla squalifica che gli ha fatto saltare la gara del Barbera. Mentre Chiellini viene dirottato a sinistra (a discapito niente meno che dell’eroe di Germania 2006 Fabio Grosso). A completare il reparto è il giovane Sorensen che opera a destra.

A centrocampo anche Marchisio si deve sacrificare come esterno sinistro, con Felipe Melo e Aquilani centrali. A destra c’è quel Krasic che all’andata ne ha rifilate 3 ai sardi. Davanti si opta per Matri, che torna subito da ex al Sant’Elia, e Martinez.

A fare notizia è il fatto che il tecnico friulano si porta con sé in panchina 3 ragazzi che appena 5 anni prima hanno alzato la Coppa del Mondo: il già citato Grosso, Luca Toni e Alessandro Del Piero. Per il capitano è una serata che può farlo comunque entrare nella storia. Ha appena raggiunto Boniperti come numero di presenze (443) ed è pronto a prendersi anche questo record dopo quello dei gol battuto nel 2006.

Nuove firme che lasciano il segno

I bianconeri sanno dell’importanza della posta in palio. E soprattutto sono consci del momento. C’è un po’ di tensione che inizia a svanire al 20’. Alessandro Matri ha spesso fatto male alla Juve quando indossava la maglia rossoblu. E fa lo stesso alla prima da ex: tiro di prima intenzione e Agazzi è sorpreso.

L’1-0 regge fino all’intervallo. Ma non tanto oltre. Il Cagliari ci mette 6 minuti nella ripresa ad agguantare il pari. Segna Acquafresca che si fa trovare libero sul secondo palo e non dà scampo a Buffon. Proprio in quella stessa porta dove Gigi, nel 2007, aveva regalato al mondo una delle sue parate più incredibili su un tocco ravvicinato di Bianco.

Del Neri corre ai ripari. Più facile farlo visto il parterre a disposizione. Dentro Del Piero che si prende così il primato, ma dentro anche Sissoko e Toni.

Per la svolta bisogna attendere la mezz’ora e a pensarci è di nuovo Matri. Che regala un dispiacere anche ai tifosi sardi assiepati nell’altra curva. Destro al volo anche di pregevole fattura e Signora di nuovo avanti.

E dieci minuti dopo ecco il sigillo. Lo mettono gli altri 2 neo bianconeri. Barzagli è conosciuto per le sue doti da difensore (anche se non tutti forse si immaginano cosa potrà fare negli anni successivi!) meno per quelle offensive. Eppure quella che centra da destra è un’autentica pennellata, ma il grosso del lavoro lo fa Luca Toni che dalla linea dell’area di rigore dà una frustata di testa spaventosa. Un gol alla Charles. O forse semplicemente alla Toni, che festeggia il suo primo centro con la maglia della squadra di cui è stato tifoso fin da ragazzo.

È il 3-1 che mette fine al match. La Juve torna ad assaporare la gioia della vittoria. Che lascia ben sperare per il futuro. Così sembra anche la settimana successiva quando anche l’Inter sarà superata a Torino (gol ancora di Matri).

Da Cagliari a Cagliari (o Trieste)

Il doppio successo Cagliari-Inter è invece il classico fuoco di paglia. La china da risalire è troppo ripida. Anche la Serie A 2010/11 finisce come la 2009/10, con un settimo posto non proprio da Juve. Con l’aggravante dell’estromissione dalle coppe come non succedeva (Calciopoli e post a parte) dal 1991 dopo il fallimento della rivoluzione Montezemolo-Maifredi.

Di sicuro, visto oggi a 10 anni distanza, molta più fortuna ha avuto la rivoluzione targata Andrea Agnelli. Soprattutto a partire dall’estate di quel 2011 con l’arrivo di Conte in panchina, di Pirlo in mezzo al campo (e non solo lui) e dell’inaugurazione dello Stadium.

Ma un po’ di quella Juve che dominerà l’Italia per un decennio è in parte nata una sera di inizio febbraio a Cagliari, insieme alla BBBC.

E significativo che il cerchio si chiuderà proprio contro il Cagliari, 13 mesi dopo. Quando sul neutro di Trieste i bianconeri torneranno a festeggiare lo Scudetto. Un traguardo impensabile dopo quel tris al Sant’Elia.

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