Braghin e la sua Juve 5.0

di Roberta Sacco

Il dirigente bianconero è uno dei principali artifici di una squadra che è dominante in Italia e che studia per diventare grande anche in Europa. Un progetto, iniziato meno di 4 anni fa anni, ambizioso e lungimirante in cui c’è ancora tanto da fare…


Stefano Braghin è un uomo che parla poco ai microfoni ma lavora tanto (e bene) nella costruzione e gestione delle proprie squadre. Le sue qualità sono emerse e sono state ancor più valorizzate da quando, nel 2017, la Juventus gli ha dato le chiavi della sua neonata squadra femminile
Da quei 3 anni e mezzo ne sembrano passati 15 ma una cosa non è mai cambiata: le poche volte che Braghin ha davanti un microfono e parla di calcio, non è mai banale e l’intervista è piena di spunti molto interessanti.

Ieri l’occasione era una di quelle importanti ovvero il rinnovo fino al 2024 di Coach Guarino che si aggiunge a quelli già siglati di cui abbiamo parlato pochi giorni fa. In quasi 7 minuti, intervistato da Edoardo Siddi, la voce delle women a Juventus TV, Stefano Braghin intervalla saggezza e pillole di futuro con qualche frecciatina diretta alle proprie rivali.

Per prima cosa non si può che partire dalla doppia sfida contro il Lione:

 “L’esperienza in Champion’s ci ha dato grandissime risposte su dove siamo arrivati e quanto ci manca per arrivare dove vogliamo. Non era un obiettivo stagionale visto che è una competizione affidata a un sorteggio, non ci può essere nulla di strategico. Ci sono realtà che hanno avuto sorteggi migliori ed altri peggiori e non possono essere oggetto di bilancio.” 

A qualcuno dalle parti di Firenze saranno sicuramente fischiate le orecchie.

Il bilancio, secondo il dirigente bianconero va invece fatto sulle competizioni nostrane dove la Juve ha già messo in bacheca la seconda Supercoppa della propria storia:

“ L’obiettivo era fare bene in Italia, un pezzo lo abbiamo fatto e ne mancano altri due (scudetto e coppa italia). Ci sono squadre molto forti che continuano a rinforzasi mentre noi, in silenzio, crediamo nel lavoro quotidiano, cerchiamo di dare quelle risposte sul campo mentre, in altri casi, sono affidate più pubblicamente.”

Messaggio chiaro, destinatari diversi.

In scia al rinnovo di Guarino, Braghin ha poi chiarito sui altri rinnovi che arriveranno nelle prossime settimane, atti che confermeranno ufficialmente la scelta di proseguire la strada vincente già intrapresa con la conferma quasi in blocco di questo gruppo di lavoro e solo poche aggiunte. Un piccolo allarme era suonato per le frasi sibilline che Barbara Bonansea aveva dichiarato a Sky post Supercoppa ma Braghin sembra avere pochi dubbi sul fatto che BB11 resterà ancora un punto fermo della Juve 5.0 di Rita Guarino:

Il caso di Bonasea è forse il più mediatico ma è una giocatrice che vorrei sempre avere insieme e non contro e con cui non c’è nessun problema. Barbara ha dato moltissimo alla Juve ma penso che anche noi abbiamo dato a lei che qui si è consacrata fra le migliori d’Europa. Ci ha chiesto di aspettare anche la finestra della nazionale (Fine  febbraio/marzo quando potrebbe arrivare la qualificazione all’europeo inglese del 2024) ma quando ci siederemo a parlare di futuro partiremo da una base molto buona di reciproca soddisfazione. Molte altre ragazze rinnoveranno in queste settimane”.

Passaggio obbligato anche sulle tante giovani (18 fra serie A e serie B) in giro per l’Italia in prestito: “Il nostro lavoro è su duplice binario: il primo qui a Vinovo ma c’è anche un’altra juve, quella del futuro, che sta fra la serie A e la B, facendo il tirocinio. Questa estate ritorneranno alla base 1, forse 2 ragazze. Stanno facendo bene, crescendo nelle difficoltà, io dico sempre che c’è una Juve 2.0 che cresce. Siamo una società che crede molto nella possibilità di far crescere le calciatrici italiane anche per la Nazionale, poter contribuire anche alle vittorie azzurre è un obiettivo per noi.”

Braghin non ha fatto nomi ma gli indizi, anche osservando la rosa attuale, convergono su 2 nomi: Benedetta Glionna, probabilmente la calciatrice più “mediatica” che gioca in prestito e Martina Lenzini che, dopo un paio di anni da titolare a Sassuolo, andrebbe a completare il reparto delle centrali con Gama, Salvai e Sembrant (quest’ultima una di quelle giocatrici che deve ancora rinnovare).

Per concludere un’ultima considerazione sulla primavera che riprenderà a breve il suo campionato dopo il lungo stop: “ Questa lunga interruzione ci ha portato a fare delle scelte, a dare in prestito le ragazze più grandi della primavera e riprenderemo con una rosa molto diversa da quella con cui abbiamo iniziato. Era giusto che questa pausa non penalizzasse troppo le ragazze che sono a fine percorso del settore giovanile.

Abbiamo una rosa molto giovane, di valore, l’importante è che continuino a giocare e divertirsi che è quello che le aiuterà a diventare forti. L’obiettivo sportivo della primavera è far crescere le ragazze. Lo scudetto deve eventualmente rimanere un momento di crescita e non un obiettivo sportivo che rimane appunto la crescita delle ragazze
In altre realtà può essere un obiettivo ma il nostro è un’altro. La partita del sabato è come un compito in classe, il lavoro si fa durante la settimana, il sabato è una verifica per vedere dove siamo arrivati. I trofei si devono vincere quando si è nei grandi.”

Un ultimo missile rivolto a chi, nel settore giovanile, mette davanti la vittoria sacrificando la crescita di alcune ragazze.

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