Omar! #2: La Sorte, le Grandi Squadre, la Calma

di Elena Chiara Mitrani


Una rubrica di opinioni e chiacchiere, ricorrente ma rigorosamente aperiodica. Questa volta parliamo di Grandi Squadre da Champions, sorte e sorteggi, carattere e calma.


[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]Q[/mks_dropcap]ualche giorno fa, un collega che non conosco molto bene ma che sa che sono juventina mi ha chiesto, per fare conversazione: «E la Juve, come sta andando?». Io, consapevole che me lo stesse chiedendo semplicemente per gentilezza, come a una persona qualsiasi si chiederebbe «Come è andato il weekend?» senza essere veramente interessati, gli ho risposto in modo semplice: «Bene, in campionato siamo primi in classifica, in Champions secondi nel girone. Passiamo, ma poi bisogna vedere come va il sorteggio».

«Certo – mi ha detto lui, assumendo l’aria di chi ne sa – Perché se poi esce per esempio Chelsea o Manchester, è dura».

Perché vi ho raccontato questo? Il mio collega non segue il calcio, voleva solo fare conversazione e cercare di essere gentile parlandomi di una cosa che interessa a me. Nella sua mente, Chelsea e Manchester (intendeva lo United, naturalmente, dubito che sappia che ora il Manchester forte è il City) sono Grandi Squadre che è meglio non incontrare in uno scontro diretto a eliminazione. Questo, naturalmente, è un retaggio dei punti marketing ottenuti da queste due squadre negli ultimi anni; d’altra parte della visibilità mediatica di una squadra come lo United abbiamo già discusso in abbondanza mentre scandagliavamo con disperazione i motivi “non sportivi” del trasferimento di Pogba. A volte si ha paura più dei nomi che di quello che poi si vede in campo.

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La trasferta di Siviglia è ormai imminente, evoca brutti ricordi e, con essi, scenari apocalittici di affrontare una Grande Squadra agli ottavi di Champions. Dopo esserci complicati la vita molto più del previsto contro il Lione, non è bello trovarsi a giocarsi il primo posto (dico “il primo posto”, non “la qualificazione”, perché mi rifiuto di pensare che su quella ci siano ancora dei dubbi) del girone a Siviglia, per il secondo anno consecutivo. Gli andalusi sembrano aver trovato la chiave del gioco molto più di quanto non avessero fatto a inizio stagione (qui parlavamo di loro alla vigilia della gara d’andata), e il fatto di giocare fuori casa teoricamente non ci aiuta, anche se finora in questa competizione abbiamo racimolato solo due pari allo Stadium, a fronte di due vittorie esterne. Eppure, diciamoci la verità, non vincere questo girone sarebbe “solo” uno smacco a livello di morale e di ego, non una vera panacea per evitare un sorteggio ostico al prossimo turno.

Negli ultimi anni, le Grandi Squadre in Champions, le avversarie da battere, sono sempre state quelle tre: Barcellona, Real e Bayern, ripetere ad libitum. Ci sono state poi le outsider che hanno raggiunto la finale negli ultimi quattro anni: Borussia, Atlético, Juventus, tutt’ora in corsa e piuttosto temibili. Le cinque squadre che ho nominato insieme alla Juve, oltre alla variabile pazza del City made in Guardiola, sono ovviamente quelle che vorrei evitare di incontrare agli ottavi, o meglio, quelle che vorrei incontrare il più in là possibile, per aumentare le nostre possibilità di arrivare a Cardiff. Le altre squadre che partecipano alla Champions oggettivamente non sono meglio della Juve sulla carta come, d’altra parte, non lo sono nemmeno alcune di queste sei.

Sta di fatto, però, che l’urna sia stata beffarda, accoppiando Barça e City, Borussia e Real, Atlético e Bayern ai gironi. Questo significa che arrivare primi nel nostro gruppo non ci assicurerà, di fatto, un sorteggio tranquillo: potremmo vincere il girone e affrontare Bayern o Atlético, o arrivare secondi e affrontare (per dire) il Porto o il Leicester.

Anch’io preferisco vincere il girone, perché non accetto che una squadra che quest’estate ha dichiarato di puntare alla Champions non riesca a vincere un girone con Siviglia, Lione e Dinamo Zagabria, ma bisogna restare consapevoli del fatto che questo non ci salverà dagli umori dell’urna, e ricordare anche che nelle due edizioni passate abbiamo fatto bene contro le Grandi Squadre (Borussia, Real, Barcellona e Bayern, pur uscendo sconfitti dai confronti con le ultime due) e abbiamo faticato nelle partite “facili”: Olympiakos, Monaco, Lione,  Siviglia.

Personalmente credo che la squadra vorrà rifarsi dopo la figura barbina rimediata contro il Lione a Torino, ma in ogni caso la Champions non è una scienza esatta; l’etichetta di Grande Squadra, per la quale sembra che i bianconeri si stiano ancora battendo, almeno in Europa, può non bastare, né alla Juve né alle sue avversarie. Servono un po’ di fortuna, carattere, calma e nessun timore reverenziale.

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