AA Bracket: la nostra top 11 della Juventus – Le creative

C’è un’altra Top 11 che esce fuori abbastanza bene dal sondaggio, ossia quella dei giocatori che hanno ricevuto più preferenze (a prescindere dall’esito degli scontri). L’abbiamo chiamata Top 11 dei più votati.

Si tratta magari di un undici poco sostenibile o anche solo “fantasioso”. Il che ci dà la possibilità di aprire questo secondo pezzo per celebrare coloro che tra di noi hanno scelto una Top 11 magari più eccentrica, meno tradizionale, ma dal sicuro fascino.

di Enrico Ferrari

La Juventus ha avuto talmente tanta qualità che bisogna necessariamente pensare ad una formazione per tenere la palla durante tutta la partita. Con un possesso palla costante, sia le mezz’ali che i trequartisti andranno a turno a ricevere sull’esterno.La squadra resterà cortissima, in costante possesso palla e con i centrocampisti deputati a strappare quando serve. Ronaldo, Baggio e Platini si scambieranno la posizione di falso nueve, in modo da non dare riferimenti agli avversari ed avere una struttura mobile. Una squadra imbattibile.


di Antonio Corsa

La mia top-11 l’ho pensata seguendo due criteri. Il primo è quello della juventinità: vorrei omaggiare i giocatori che hanno fatto la storia della nostra maglia preferendoli ad alcune comparse, seppur meravigliose. Il secondo criterio è tattico: la redazione è già a conoscenza della mia preferenza per un gioco che privilegi gli esterni che saltano l’uomo e, avendo Scirea a disposizione, ho pensato fosse l’occasione perfetta per provare un 3-4-1-2. In difesa ho dovuto inserire due giocatori abili nella marcatura, ma anche in grado di scalare terzini in caso di necessità per passare in corsa a una difesa a 4: Gentile (preferito a Thuram) e Chiellini mi sono sembrati perfetti. Al centro della difesa, pronto a salire e impostare, ho capitan Scirea, quindi ho pensato fosse superfluo inserire anche un regista di ruolo: lo fa lui. Davanti alla difesa ho scelto Zidane, che lì ha iniziato a giocare al Bordeaux e che ha finito ai Mondiali del 2006 facendo il playmaker a tutto campo, e Marco Tardelli, un fuoriclasse assoluto del suo ruolo che non poteva mancare. Davanti a loro, Le Roi Michel Platini. Sulle fasce, sono felice di aver dato una maglia da titolare a Franco Causio, incredibilmente eliminato al primo turno del bracket nel risultato forse più clamoroso di tutti: il Barone era un fenomeno, probabilmente il più forte esterno destro italiano e non solo juventino di sempre. A sinistra Cabrini e non Nedved per dare più di equilibrio tattico (il bell’Antonio nella mia formazione potrebbe anche scalare a terzino) e perché mi serviva un giocatore a tutta fascia. Davanti, avevo troppa scelta a disposizione e mi sono affidato, per quel discorso della juventinità, ai due migliori bomber della storia bianconera degli ultimi 50 anni. Per la panchina ho tolto ogni regola e sono stato “creativo”.


di Michele Puntillo

Dopo aver cercato nei vari turni sempre un appiglio oggettivo per le mie valutazioni, in questo gioco finale ho deciso di divertirmi. Quindi non ci saranno i migliori 11 (o 22) della nostra storia recente, ma chi vorrei schierare in una grande notte europea. È una scelta puramente di gusto. Immagino una squadra corta, aggressiva, con gli attaccanti che non danno punti di riferimento, che domina i tempi e gli spazi della partita dal primo all’ultimo minuto. Una formazione che in primis mette in campo tutto il talento della nostra storia recente con lo scintillio di ben 11 palloni d’oro. Una squadra solo in apparenza sbilanciata, forse difficile da sostenere sul lungo periodo, ma imbattibile in un’ipotetica finale di Champions.

E quindi, un po’ come José nella famosa pubblicità Adidas, ho immaginato così la mia formazione (3-4-3 a diamante di cruijffiana memoria): Buffon, Gentile, Scirea, Cabrini, Davids, Pogba, Nedvěd, Ronaldo, Zidane, Baggio, Platini. A diposizione: Zoff, Dani Alves, Chiellini, Thuram, Zambrotta, Pirlo, Vidal, Tardelli, Ibrahimović, Del Piero, Tévez.


di Michele Tossani

La mia Top 11 bianconera mixa qualità dei singoli e simpatia per i giocatori scelti, quindi non ha la pretesa di essere una Top 11 in senso assoluto. Il modulo scelto è un 433 alla ricerca di un equilibrio…per questo le due catene sembrano abbastanza bilanciate, con Thuram e Nedved in grado di coprire le spalle ad un Roberto Baggio al quale non si chiedono rientri troppo profondi e con un giovane Del Piero che invece può rientrare e aiutare Platini in non possesso. Il cervello di Paulo Sousa gestisce il traffico nel mezzo. Se marcato, si sgancia in avanti Scirea.


di Massimo Maccarrone

Salvo rare eccezioni, il mio criterio guida in questo bracket è stato quello di scegliere il giocatore che ritenessi più forte, a prescindere dalla storia e dalla militanza. A maggior ragione nel mio undici finale, pescando in questo profondo e qualitativo bacino qual è quello della storia della Juve dagli anni ’70 a oggi, ho portato avanti il criterio della qualità, inserendo negli undici titolari, i giocatori, per me, con il maggior talento, mi sono concesso un’unica eccezione, Giorgio Chiellini. La scelta più sofferta è stata tra Pirlo e Sousa, visto che il portoghese ho avuto modo di apprezzarlo tanto durante la mia adolescenza, ma Pirlo è Pirlo, è stato il faro nel centrocampo della rinascita, fuoriclasse assoluto. Thuram a destra in una difesa granitica con licenza di offendere, lui può. Chiellini è l’unica eccezione, dicevo, per la sua storia, perché tecnicamente non sarà il top, anche se con caparbietà e abnegazione è migliorato tantissimo negli ultimi anni, come marcatore è assolutamente top e ci deve stare. Un centrocampo super con Zidane e Nedved mezzali, niente legna, solo qualità, per attaccare il più possibile ed avere sempre la palla tra i piedi. Lì davanti qualità, qualità, qualità, non me ne vogliano Del Piero, Vialli e Trezeguet che ho pure lasciato fuori dai 22, ma Baggio, Platini e Ronaldo… che tridente da sogno!


di Francesco Federico Pagani

Quando redigo “formazioni tipo” su base storica preferisco sempre limitarti alla storia che ho visto venire scritta davanti ai miei occhi. Questo nonostante che, da buon amante della storia, molto conosca anche del calcio dei tempi che furono. Spiegato il motivo di molte assenze illustri che avranno fatto storcere il naso ai più, il resto è quasi tutto in discesa.

In porta con Buffon è un ovvio no contest, in difesa i due ex parmensi furono campioni straordinari di un’epoca in cui di giocatori di qualità in difesa se ne trovavano a iosa, mentre Chiellini è perlomeno quello che incarna meglio di tutti la juventinità di quella trinità conosciuta come BBC.

A centrocampo emerge l’assenza pesante di quel Pogba che vedevo come possibile dominatore di questi anni. Uno dei pochi giocatori moderni che poteva entrare nel mio Olimpo calcistico, probabilmente. Che però sta pagando ancora oggi la scelta di tornare a Manchester, dove secondo me non è riuscito a fare lo step che gli serviva per arrivare ad esprimere il 100% del suo potenziale. Niente Polpo, quindi, ma poco male se è vero che rimedio con un Pallone d’Oro, uno dei migliori registi nella storia del calcio e poi uno dei giocatori semplici più forti, incredibili ed irripetibili ch’io abbia mai visto su di un campo di calcio.

Dopo Pogba, anche in zona fantasia mi tocca una grande rinuncia: Zizou Zidane. Ma Del Piero agli occhi di quelli della mia generazione è, nel bene o nel male, la Juventus. Mentre Baggio oltre ad essere un fenomeno assoluto capace di estrarre dal cilindro giocate capaci di lasciare esterrefatti è probabilmente il principale responsabile del mio amore sconfinato per il calcio. Si dice che Garrincha fosse “alegria do povo”, la “gioia del popolo”, e che credo che nessuno come Baggio, in quella prima metà degli anni ’90, abbia saputo esserlo altrettanto per noi italiani. Infine Trezeguet. Certo, l’assenza di Ronaldo da un punto di vista tecnico è sanguinosa quanto se non più delle precedenti, ma onestamente non riesco proprio ad identificare Ronaldo con la Juve. Probabilmente il fatto di essere arrivato a Torino relativamente tardi e dopo aver legato così profondamente la propria carriera allo United e soprattutto al Real me ne inficia la visione. E poi, ehi… Trezeguet era un cecchino con pochi pari, un giocatore di una coordinazione deliziosa quando andava a calciare al volo.


di Antonio Santini

La mia formazione ideale, senza alcuna pretesa di una sostenibilità da un punto di vista degli equilibri tattici, nasce dal desiderio di vedere giocare tutti insieme i grandi campioni che mi hanno fatto innamorare del calcio (Zidane, Nedved e Pirlo su tutti) o per i quali provo più rammarico per non averli visti giocare per ragioni anagrafiche (Scirea e Platini).

Nel redigere questa versione onirica dell’undici bianconero mi rendo conto che molto probabilmente il modulo e gli interpreti avrebbero creato un gran affollamento sulle vie centrali, con Pirlo, Zizou e Le Roi a pestarsi i piedi, Pavel impossibilitato a tagliare verso il centro e Gaetano a tenersi a debita distanza per non aggravare la situazione.

Non fa niente, è sufficiente pensare a quanta bellezza genererebbe uno scambio stretto Alves-Platini-Zidane, a Cristiano finalmente convintosi ad agire da prima punta allettato dai lanci millimetrici di Pirlo e Platini. E pazienza se non si vince, almeno nei sogni la Juve può permettersi di divertirsi e basta.
(E scusa Alex).

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