Come si ferma l’Inter?

L’Inter sta attraversando una fase di consolidamento dei principi di Conte, e l’allenatore leccese sembra aver trovato solidità. Tuttavia, ha avuto qualche difficoltà con squadre che hanno escluso dal giooc Brozovic e che hanno tagliato i riferimenti alle punte.


La stagione dell’Inter è iniziata all’insegna di una consistente variazione dell’ atteggiamento in fase di non possesso palla. Infatti la squadra di Conte aveva evidenziato nelle prime partite la volontà di attuare una più alta aggressione sulla costruzione avversaria, spesso orientata uomo contro uomo, allo scopo di favorire un più veloce recupero palla. Questa novità tattica non ha però dato da subito i frutti sperati: le partite in casa contro la Fiorentina ed il derby col Milan hanno evidenziato l’assenza di equilibrio in entrambe le fasi, in particolare nelle transizioni difensive.

Dopo le prime otto giornate questo atteggiamento era testimoniato dal primo posto dei nerazzurri in Serie A per il valore di PPDA, 6,85, davanti a Verona e Bologna. In questa prima fase l’Inter ha subito ben 13 gol in 8 gare, un dato che però risultava eccessivamente severo in considerazione dei 10,48 XGA calcolati da understat. Anche in Champions la situazione nel girone di qualificazione si è da subito complicata; anche in questa competizione va però riconosciuto che la squadra ha pagato eccessivamente la poca precisione in fase di conclusione ed alcuni errori individuali. In particolare a Madrid l’Inter mise in evidenza la crescita in termini di prestazione offensiva che però non fu sufficiente ad evitare la sconfitta.

L’ultima settimana di novembre ha costituito uno spartiacque per le ambizioni nerazzurre; mercoledì 25 novembre la qualificazione in Champions League risultava decisamente compromessa al termine della partita casalinga contro il Real Madrid, nella quale la squadra di Zidane vinse meritatamente per 2-0, battendo l’Inter proprio con la stessa strategia che i nerazzurri stavano cercando di applicare. Tre giorni dopo, l’Inter si presenta al Mapei Stadium in una versione decisamente modificata: si torna ad un approccio attendista, con i quinti più portati a curare la fase difensiva e lo stesso dicasi per la disposizione del centrocampo, nel quale appare ora rovesciato il triangolo.

Nelle successive dodici gare di Serie A, il PPDA risulta quasi raddoppiato, passando a 12,76 quarto valore più alto della Serie A in questo periodo di gare. I gol subiti sono diminuiti, 10, dimezzati in rapporto alle partite giocate rispetto alla prima fase. Se però prendiamo in esame gli XGA in rapporto alle gare giocate, questa differenza è molto più sottile. L’atteggiamento più attendista ha portato a una flessione nella produzione offensiva valutata secondo gli XG anche se al momento non corrisponde un reale calo dei Gol fatti.

Si può quindi dire che il sostanziale cambiamento tattico avvenuto a stagione in corso ha probabilmente avuto più successo in termini di punti di quello che alcuni parametri dicono. Detto che una delle migliori prestazioni stagionali dell’Inter è stata certamente la partita di San Siro contro la Juventus, vediamo invece quali squadre hanno messo più in difficoltà l’assetto tattico nerazzurro.

Evidente è l’importanza del mediano Brozović per la manovra della squadra di Conte; oltre a svolgere il ruolo di riferimento centrale per lo sviluppo nerazzurro, il ventottenne croato in questo campionato è il miglior assist man della squadra (6).

Un’efficace fase di non possesso è stata quella messa in atto dalla Roma di Paulo Fonseca nel primo tempo della gara di campionato. I giallorossi infatti sono riusciti ad attuare un pressing offensivo che ha consentito non solo di rendere sterile la costruzione del gioco avversaria ma anche di recuperare palla in zona medio alta del campo. In fase di non possesso la Roma si disponeva infatti con una sorta di rombo di centrocampo nel quale Veretout usciva sistematicamente su Brozović mentre sul lato destro Pellegrini andava a pressare Bastoni allo scopo di impedire l’apertura in ampiezza sul lato di Hakimi, a cui si contrapponeva Spinazzola, mentre Villar occupava la posizione di vertice basso a presidio della difesa.

A differenza dell’atteggiamento maggiormente attendista del Napoli di Gattuso, che rese inoffensiva la squadra nerazzurra ma allo stesso tempo portò i talentuosi attaccanti azzurri a giocare troppo lontani dalla porta avversaria, questa strategia romanista ha consentito anche una potenziale pericolosità offensiva per la Roma, anche se non fu efficace la rifinitura.

Alcune giocate codificate dell’Inter di Conte sono oramai conosciute; Shakhtar e Napoli sono alcuni esempi di squadre che hanno deciso di concedere la costruzione ai tre difensori centrali a costo di non scoprire la zona centrale per evitare la giocata sulle due punte strette Lukaku e Lautaro.

La compattezza delle linee di difesa e centrocampo è indubbiamente la prima arma per contrapporsi all’Inter di Conte; è vero anche che un’efficace pressione alta, orientata uomo su uomo ha portato il Real Madrid di Zidane a dominare la gara di Champions giocata a San Siro. Un’efficace pressione alta, unita all’attento presidio della zona centrale con un centrocampista centrale che faccia da schermo alle giocate verticali sulle punte potrebbe disattivare le armi più letali della squadra nerazzurra.

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