Corto Muso 3 – History alone

Max Allegri mi mancherà. Nella mia lunga vita solo una volta sono stato una vedova di un giocatore, Zidane, e non so se Max si aggiungerà a questo mio pantheon personale. Ma sicuramente è l’allenatore la cui idea di calcio si avvicina di più alla mia, almeno al momento attuale. In un mondo in cui, per quasi tutti quelli che parlano del fenomeno, il calcio è diventato quasi solo tattica (gli adaners insomma…) io continuo a coltivare una visione diversa. Ma la freccia del tempo va in una sola direzione e Allegri non è più l’allenatore della Juventus; quindi da ora in poi bisognerà parlare di altro.

Più precisamente mi vorrei soffermare sulle dichiarazioni di Agnelli che, contrariamente a Max, è ancora la Juve e lo sarà presumibilmente a lungo.

“Noi viviamo una realtà all’interno. Se uno non è dentro le dinamiche di un’azienda non capirà mai i motivi per i quali vengono prese determinate scelte. All’interno dell’azienda vengono attribuite determinate responsabilità che esprimono la propria opinione (e io voglio opinioni forti, non mi piacciono gli yesmen). Una volte ascoltate le opinioni, si devono prendere le decisioni.”

La mia interpretazione (opinabile come qualunque altra) è la seguente: la mia prima volontà era quella di rinnovare Allegri, ma, come ogni bravo CEO, ho ascoltato le opinioni di quelli che ho delegato al compito e alla fine ho preso una decisione. Ed è la mia decisione.

Io sono del parere che la sostituzione di Allegri non sia tecnica, nel senso che non si sostituisce Allegri perchè si ritiene necessario avere un allenatore migliore di lui. Si sostituisce Allegri perchè la sua presenza è incompatibile con gli assetti societari; e sui motivi di tale incompatibilità la spiegazione è aperta, ognuno ha la sua e alla fine conta anche poco quale sia.

Quello che conta adesso è capire chi sarà il prossimo allenatore della Juventus, e non è facile. Ma come sempre se si vuole capire qualcosa della Juventus bisogna guardare alla sua storia. E la linea della Juventus è sempre stata: non è l’allenatore a fare la Juve ma è la Juve a fare l’allenatore. Io speravo che questa linea cambiasse, perchè non la ritengo più allineata alle loro aspirazioni, ma credo che ancora una volta intendano muoversi lungo questo percorso. Vedremo se la scelta del prossimo allenatore confermerà questa mia impressione o la smentirà; non ho la palla di vetro ma tutti i segnali che ho (e che mi sono andato a cercare) portano in quella direzione.

Come sempre lo scopriremo vivendo.


Questo articolo riflette le opinioni personali dell’autore e non necessariamente quelle dell’intero staff.

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