Il mondiale dell’Italia e delle Juventus Women

L’avventura al mondiale francese delle nostre ragazze termina contro la fortissima Olanda che, raggiungendo le semifinali (e poi la finale), conquista insieme ad Inghilterra e Svezia anche il pass per i Giochi Olimpici del prossimo anno a Tokyo. Le azzurre di Milena Bertolini hanno lasciato in campo tutto quello che avevano (e anche di più), e hanno mantenuto la loro promessa di far innamorare i milioni di italiani che hanno dato loro fiducia fin dalla prima partita.

L’Italia esce da questo campionato del mondo a testa altissima e consapevole che la strada intrapresa solo pochi anni fa è quella giusta: Gama e compagne hanno avuto la forza di accendere la luce al grande pubblico, su un movimento rimasto nell’ombra da sempre, cercando di abbattere pregiudizi e discriminazioni di chi si affacciava al femminile per la prima volta. Da oggi papà e mamme di tutta Italia non dovranno avere più remore ad iscrivere le loro figlie alle scuole calcio perché l’ambiente, nonostante i suoi difetti, è sano e pulito e pieno dei valori positivi che queste ragazze hanno mostrato in queste tre settimane.

Il post mondiale riparte dalle circa 24.000 vecchie tesserate (quando nella piccola Olanda sono 170.000) a cui si spera si aggiungeranno altre tante bambine affascinate dalle gesta delle ragazze mondiali. Un nuovo punto di partenza anche per dirigenti ed addetti ai lavori che dovranno dare i mezzi a questa generazione e alle prossime per diventare sempre più competitive, anche in Europa con le squadre di club.

Spenta la luce sul mondiale la battaglia continua dietro la scrivania, dove dirigenti e governo dovranno dimostrare finalmente il rispetto che merita lo sport in rosa, non solo il calcio, e che si traduce in una sola parola: professionismo, come per gli uomini. È un passo imprescindibile anche se non sufficiente. Infatti, non basta questo però per crescere, servono anche investimenti come succede nel resto d’Europa, servono riforme sostenibili che diano potere di crescita per i top club ma che permettano allo stesso momento alle squadre più piccole di sopravvivere. Serve essenzialmente, citando la capitana Sara Gama, che “l’embrione che hanno messo là, un corpo unico e compatto, venga curato e fatto crescere per scrivere in futuro pagine ancora più epiche”. Personalmente ne ho visti passare di presidenti di FIGC e/o LND che promettevano il mondo al movimento femminile ma che poi puntualmente sparivano lasciando giocatrici e società sole nelle difficoltà ma ho fiducia che Gabriele Gravina possa essere l’uomo giusto per questa missione.

Intanto, dopo le meritatate vacanze, l’avventura azzurra ricomincia con le qualificazioni europee che ci porteranno fra due anni ad Euro 2021 in Inghilterra, così come ricominceranno il campionato e la Champions League. Continuate a seguirle perché il bello deve ancora venire.

In chiave bianconera, il mondiale francese ha messo in mostra le qualità migliori delle nostre ragazze che sono state trascinatrici del gruppo italiano. Curioso (o forse no) che dei 9 gol azzurri, ben 8 siano stati segnati da juventine (Girelli 3, Galli 3, Bonansea 2) abbinante alle qualità di leader di Sara Gama, la vera anima di questa nazionale. Di certo le nostre ragazze hanno messo in difficoltà il loro direttore generale, Stefano Braghin, che avrà anche il compito di blindare dall’assalto dei club stranieri le stelle bianconere.

Fra le note più positive c’è senz’altro il numero uno Laura Giuliani che ha mostrato al mondiale la sua crescita soprattutto nelle uscite, vero punto debole fino a pochi mesi fa. La sua straordinaria volontà ed etica del lavoro hanno colmato questa lacuna e riconsegnano alla Juventus un portiere più completo. Da migliorare assolutamente però il gioco con i piedi, di cui il nostro numero uno ha mostrato di non volersi fidare.

Se Sara Gama si è riconfermata per l’ennesima volta vera anima di questa nazionale formando, con Elena Linari, una vera muraglia che non ha subito nessuna rete su azione, Galli e Cernoia si sono dimostrate assolutamente pedine fondamentali. Per Yaya Galli anche la soddisfazione di tre reti, due grazie a precisi tiri da fuori area per la gioia del direttore Braghin che la invita spesso a provarci.

In avanti sono andate in chiaroscuro le prestazioni di Bonansea e Girelli. Se Barbara ha deciso con una doppietta la gara d’esordio con l’Australia per poi eclissarsi gara dopo gara, Girelli ha sofferto ancor di più le partite ravvicinate ed il gran caldo degli ottavi. Entrambe sono mancate molto nella gara contro l’Olanda ma giocare match ad alto livello in pochi giorni è una di quelle lacune che la nazionale di Milena Bertolini sapeva già dal principio di dover ancora colmare con le nazionali più forti. Fra qualche settimana si riparte per una nuova stagione che vedrà ai nastri di partenza ancora più squadre che contenderanno il titolo di campionesse d’Italia alle bianconere.

Un calcio femminile su cui saranno ancora accesi i riflettori di Sky per il secondo anno fila perché il mondiale è stato solo un antipasto.  Il movimento italiano femminile è al punto di svolta, dietro non si può più tornare, la caccia ai top europei, nazionale o club che sia, è appena partita.

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