La Juventus e i gironi di Champions: una relazione complicata

La Juventus si è qualificata per gli ottavi di finali della Champions League 2019-20 alla quarta giornata della fase a gironi. Resta da stabilire se come prima o come seconda, e per farlo serviranno le due prossime partite contro Atletico (a Torino) e Bayer (in Germania). Il gol magnifico e pesantissimo di Douglas Costa ha permesso alla squadra di Maurizio Sarri di riuscire in una impresa piuttosto rara nella storia juventina nella Champions dei gironi, ovvero passare i giorni con una certa disinvoltura. Oltre alla prima Juventus di Sarri, infatti, solo quattro Juventus avevano superato la fase a gironi dopo 4 giornate: quelle di Marcello Lippi nel 1995-96 e 2003-04; quella di Fabio Capello nel 2004-05 quindi quella di Claudio Ranieri del 2008-09. Quella di Sarri è la prima Juve dell’era di Andrea Agnelli come presidente, iniziata con un girone di Europa League.

Dal 1995-96 al 2019-20 la Juve ha giocato 23 giorni, di cui 1 di Europa League (2010-11) e 2 della seconda fase a giorni della Champions (2001-02 e 2002-03). 7 volte (30,4%) è passata alla quinta giornata, 6 volte (26,1%) alla sesta. Passaggi alla quarta giornata ed eliminazioni si equivalgono: 5 volte passaggi “veloci” come quello di quest’anno, 5 volte eliminazioni (21% in entrambi i casi). Questo significa che 13 volte su 23 (56%) dei casi la Juve passa o alla quinta o alla sesta. Se consideriamo eliminazioni e seste giornate come gironi complicati o che fanno soffrire particolarmente, la Juve si è trovata in questi casi 11 volte su 23, ovvero quasi una volta su due.

La storia: l’era Lippi (1995-1999)

Con Marcello Lippi la Juve raggiunge tre volte consecutive la finale di Champions nel 1996, 1997 e 1998. Il primo anno i gironi vengono superati dopo quattro partite, con anche la certezza del primo posto, in virtù di 12 punti su 12 raccolti tra Borussia Dortmund (3-1 all’esordio al Westfalendstadion), Steaua Bucarest (3-0 al Delle Alpi) e doppia larga vittoria sui Rangers Glasgow (4-1 a Torino, 0-4 a Glasgow). Ininfluente la sconfitta alla quinta giornata contro i gialloneri al Delle Alpi (1-2) e pura accademia lo 0-0 sotto la neve di Bucarest. L’anno successivo il pareggio alla terza giornata al Prater contro il Rapid Vienna fa sì che la qualificazione matematica arrivi “solo” alla quinta grazie alla vittoria a Old Trafford (1-0) contro il Manchester United. Più complicata la qualificazione l’anno successivo: decisiva sempre una vittoria contro i Red Devils, stavolta al Delle Alpi, grazie al gol di Pippo Inzaghi. È la giornata numero 6 e la Juve passa come seconda del girone: a complicare i piani della squadra di Lippi la sconfitta 3-2 a Old Trafford e il 2-0 incassato contro il Feyenoord a Rotterdam. L’anno successivo è l’anno complicatissimo che porta alle dimissioni di Lippi a metà stagione. Prima di lasciare Torino, però, Lippi porta la Juve agli ottavi con una qualificazione sul filo di lana alla sesta giornata: girone chiuso a 8 punti a pari merito con Galatasaray e Rosenborg, decisiva la differenza reti (+2), migliore di quella di turchi (0) e norvegesi (-1).

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Ancelotti e il Lippi bis (2000-2004)

Dopo l’anno speso tra Intertoto e UEFA, conclusosi con l’umiliazione di Vigo, Carlo Ancelotti riporta la Juve in Champions e nella stagione 2000-01 i giorni sono anche il capolinea dell’avventura europea dei bianconeri. Girone chiuso all’ultimo posto con 6 punti e differenza reti negativa a seguito di due pesanti 3-1 consecutivi incassati da Amburgo al Delle Alpi (Zidane espulso per la prima delle sue celebri testate, questa rifilata al difensore Jochen Kientz) e Panathinaikos in Grecia, con la squadra pesantemente contestata al rientro da Atene. L’anno successivo sulla panchina bianconera c’è di nuovo Marcello Lippi. Juve che passa il girone, da prima, alla quinta giornata: Juve batte porto 3-1 e contemporaneamente Rosenborg batte Celtic Glasgow 2-0, rendendo così inutile la trasferta contro i biancoverdi all’ultima giornata (finirà 4-3, una partita spettacolare ricca di colpi di scena). In quella Champions però le fasi a girone sono due: quella successiva è fatale per la Juve, che arriva quarta dietro a Bayer Leverkusen (poi finalista), Deportivo e Arsenal. 2002-03: la Juve passa il primo girone alla quinta giornata battendo il Feyenoord 2-0 al Delle Alpi grazie a una doppietta di Marco Di Vaio. Nella seconda fase incontra un girone impegnativo con Manchester United (che lo vincerà, quel girone, con 13 punti), Deportivo e Basilea. Juve, spagnoli e svizzeri chiudono in parata a 7 punti. Decisiva la differenza reti, che premia i bianconeri. Da lì in poi inizia un’altra Champions per la truppa di Lippi, che si concluderà in modo amarissimo con i rigori contro il Milan. L’anno successivo la Juve passa il girone dopo 4 partite, con 10 punti, proprio come quest’anno. Dopo quattro partite la Real Sociedad è seconda a quota 7, mentre Galatasaray e Olympiakos a quota 3 non possono più superare i bianconeri.

I due anni di Capello (2004-2006)

Con don Fabio la Juventus 2004-2005 passa il girone alla quarta giornata, a punteggio pieno e con 4 clean sheets frutto di quattro 1-0 consecutivi. A farne le spese due volte il Bayern Monaco, l’Ajax e il Maccabi Tel Aviv. Gli 1-0 diventeranno cinque e solo l’1-1 di Tel Aviv contro il Maccabi macchierà questa striscia di risultati identici. L’anno successivo serve una giornata in più per avere la certezza degli ottavi. Il passaggio del turno arriva alla quinta giornata in virtù dell’1-0 sui belgi del Bruges, grazie a un gol di Alex Del Piero. Proprio i belgi consentiranno alla Juve di vincere il girone fermando il Bayern alla sesta giornata.

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Ranieri, Ferrara e l’Europa League di Delneri (2008-2010)

La Juve di Claudio Ranieri passa come prima il suo girone nell’anno 2008-09 mettendo in fila Real Madrid, Zenit e Bate Borisov. La Juve passa matematicamente la prima fase alla quarta giornata dopo il 2-0 a domicilio rifilato ai Blancos, nella serata passata alla storia per la standing ovation per Alessandro Del Piero. Nei due anni successivi i gironi diventano ostacoli insormontabili: in Champions League 2009-10 la Juve di Ciro Ferrara viene eliminata alla sesta giornata per via del 4-1 che il Bayern le rifila all’Olimpico. L’anno successivo, in Europa League, la Juventus di Luigi Delneri, prima Juventus dell’era Andrea Agnelli, esce ai gironi con sei pareggi su sei partite, in un girone non certo irresistibile nel quale figuravano anche il Manchester City (non la corazzata di oggi), il Lech Poznan e il Salisburgo.

Il ritorno in Champions con Antonio Conte e l’era Allegri

Ed eccoci ai tempi più recenti. Tornata a vincere lo scudetto e di nuovo in Champions, la Juve di Antonio Conte 2012-13 si ritrova in un raggruppamento con Chelsea, Shakhtar Donetsk e Nordsjælland. La Juve vince il girone e lo passa matematicamente solo alla sesta giornata. L’inizio infatti è in salita, con tre pareggi su tre. Poi arrivano tre vittorie, su cui spicca il 3-0 al Chelsea campione d’Europa allo Juventus Stadium e l’1-0 in Ucraina che decide il passaggio del turno. L’anno successivo invece la Juve pesca un girone con Real Madrid, Galatasaray e Copenaghen. La neve di Istanbul sarà fatale e la Juve arriverà terza, uscendo dalla Champions e retrocedendo in Europa League: a oggi è l’ultima eliminazione ai gironi, ma non l’ultima stagione col batticuore per vedere gli ottavi. Nel 2014-15, infatti, la prima Juve di Allegri passa col brivido, facendo un punto in più dell’Olympiakos e arrivando dietro all’Atletico Madrid vicecampione d’Europa in carica.

L’anno successivo il passaggio più agevole dell’era Allegri: la Juve passa matematicamente alla quinta giornata battendo il City a Torino con rete di Mandzukic, ma l’harakiri di Siviglia firmato dall’ex Fernando Llorente la condanna al secondo posto e agli ottavi – fatali – contro il Bayern Monaco di Guardiola. Nel 2016-17 l’avvio è a reti bianche contro il Siviglia, ma è proprio contro il Siviglia, alla quinta giornata e in trasferta, con un 3-1 in rimonta che la squadra di Allegri si prende gli ottavi. L’anno successivo, 2017-18, la Juve parte male perdendo 3-0 a Barcellona ma riuscirà a qualificarsi alla sesta giornata battendo l’Olympiakos in Grecia e conquistando il secondo posto dietro ai catalani, in totale controllo del girone. Infine, lo scorso anno il passaggio del turno arrivò matematicamente alla quinta giornata grazie alla vittoria di misura sul Valencia a Torino.

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