La Terra dei cachi 141/ Drive safely

di Kantor


Le paure di Guida, e le loro conseguenze.

Parlare di arbitri è sempre pericoloso ma io non sono uno che si spaventa facilmente: osservo il calcio da quasi cinquanta anni, ne ho viste di cotte e di crude e non  ho molte illusioni sulla natura umana.

Perché di natura umana qui si tratta e non c’è molto altro da dire. Mi ricordo dell’arbitro Guida da un famoso Juve-Genoa di cinque anni fa; non concesse un rigore clamoroso a pochi minuti dalla fine a, alle rimostranze di Conte a caldo, rispose con la famosa frase “Non me la sono sentita…” (ndr la frase fu pronunciata in campo subito dopo la gara e fu udita da diverse persone…). Ovviamente a Conte venne un sintomo e in conferenza stampa non ci fece una gran figura, ma sono incidenti del mestiere. In quel momento, cinque anni fa, Guida era un giovane arbitro in rampa di lancio verso una carriera che poteva essere ottima. E l’episodio fu abbuiato per amor di patria.  Poi è passato il tempo e la carriera di Guida  è andata come molti si aspettavano; non è un cattivo arbitro, non è un fenomeno. È un onesto professionista come ce ne sono tanti, è internazionale dal 2014 (ma è stato designato poco) e non deve neanche mancare di carattere visto che si è forgiato nei campi di provincia campani, dove spesso le partite somigliano a guerre civili.

Insomma Guida non è né un incompetente, né un raccomandato ma il suo punto debole ce l’ha: vive e lavora a Castellammare di Stabia. E da quel famoso Juve-Genoa ha fatto il possibile per non passare per un arbitro che prende decisioni favorevoli alla Juventus. Attenzione, con Guida la Juventus non ha mai perso, quindi non è uno in malafede o a cui stai antipatico. Ci sono arbitri in attività che con la Juventus hanno uno score inspiegabile con la logica, ma Guida non è tra questi.

L’episodio in Atalanta-Juventus è ai limite del surreale: c’è un fallo di mano in area evidente, lo vede Guida, lo vede il giudice di linea Rizzoli, e entrambi decretano il rigore. Poi Guida alza lo sguardo e vede la bandierina del guardialinee alzata; senza chiedersi altro fischia il fuorigioco e commette un errore tecnico clamoroso. L’errore è clamoroso proprio perché era facilmente evitabile. Un arbitro sereno avrebbe chiesto al guardialinee: “Perché hai alzato la bandierina?”. E quello gli avrebbe risposto: “Perché Mandžukić sul tocco di Bonucci è in fuorigioco”.  E Guida avrebbe immediatamente capito l’errore del guardialinee e fischiato un giusto rigore.

Quindi perché Guida non si è comportato come quasi qualunque altro arbitro e, tra l’altro, come le disposizioni dell’AIA dicono che un arbitro debba comportarsi?

Come diceva Sherlock Holmes: quando uno ha eliminato l’impossibile (in questo caso gombloddi, palazzi, antipatie etc..) ciò che rimane è probabile che sia la verità. E la mia ipotesi su questa verità è che Guida abbia, da sempre e quando arbitra la Juventus, un sacro terrore delle conseguenze. E non a livello tecnico o disciplinare, ma personale. E, vivendo dove vive, non mi stupirei che qualche volta abbia subito qualche simpatico gesto di avvertimento (dal classico rigone sulla macchina a salire…). Insomma Guida, quando arbitra la Juventus, è palesemente poco sereno. E il grave torto del designatore è non averlo capito, oppure, avendolo capito, fare finta di niente e sperare che la cosa si aggiusti. Perché non pare aggiustarsi, anzi pare peggiorare col tempo. E non può fare bene né alla sua vita, né alla sua carriera.

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