A che punto è Douglas Costa?

ll processo d’integrazione del brasiliano, finora, sta procedendo nella giusta direzione. 

L’azione che porta al gol di Gonzalo Higuaín contro il Napoli – in una delle migliori prestazioni stagionali della Juventus finora – è un perfetto esempio della grande qualità offensiva di cui Massimiliano Allegri dispone quest’anno. In circa 13 secondi, possiamo notare contemporaneamente tre cose:
-la bravura di Douglas Costa nel saltare l’uomo e creare superiorità;
-la tecnica e visione di gioco da parte di Paulo Dybala nel dettare l’ultimo passaggio;
-l’ottimo primo controllo ed il tiro a seguire del Pipita.

Partendo proprio dal brasiliano e dai suoi movimenti durante la transizione offensiva, è possibile comprendere il processo di integrazione del numero 11 bianconero in questa stagione.

Trovare spazio

Douglas Costa è un giocatore dalle caratteristiche tecniche ben definite (per un approfondimento in merito, rimando all’ottima scheda tecnica di Luca Rossi), arrivato alla Juventus per farle fare il salto di qualità in campo internazionale.

Un giocatore unico nel suo genere, che nel Bayern di Pep Guardiola era la variabile impazzita del sistema di gioco dei bavaresi.

Finora l’ala brasiliana ha giocato poco (per lui 12 presenze in campionato, di cui 7 da titolare, per un totale di 615 minuti), ed in molti si sono lamentati del suo scarso utilizzo finora da parte di Allegri.

Nulla di nuovo sotto il sole: il metodo di lavoro del tecnico livornese con le matricole ormai lo conosciamo tutti. Una cauta gestione del materiale tecnico a disposizione che, alla luce dei fatti, ha quasi sempre dato ragione ad Allegri, e che inoltre è perfettamente coerente con la filosofia predicata da Max in questi ultimi tre anni: la <<halma>> cit.

Io stesso, ad esempio, non nascondo che avrei gradito vederlo in campo più spesso, ma alla fine non posso che dar (giustamente) ragione ad Allegri. La frequente rotazione di uomini, d’altronde, è necessaria per arrivare a marzo in lotta su tutti i fronti e nella migliore condizione fisica possibile.

L’abbiamo visto tutti, a Cardiff, quanto conti la condizione atletica ad altissimi livelli: una partita in cui la Juventus è crollata fisicamente, ancor prima che mentalmente e/o tatticamente, affondata sotto i colpi di un Cristiano Ronaldo al top della forma fisica, forse come non mai gli era capitato negli ultimi anni.

In questo senso, Douglas Costa troverà molto più spazio (come già gli sta capitando nelle ultime giornate) da qui a marzo: sia per i sistemi di gioco in uso (4-2-3-1, 3-4-2-1, 4-3-3) che per quanto sta mostrando in campo già adesso.

Imparare a difendere

L’abilità di Allegri nell’infondere la disciplina tattica a giocatori generalmente anarchici (Cuadrado, Dani Alves) è una dote spesso poco riconosciuta al coach bianconero.

Douglas Costa, in questo senso, appartiene a tale categoria di giocatori: il brasiliano in passato non ha mai eccelso nella fase difensiva, soprattutto perché molto istintivo e poco prone al ripiegamento.

Contro il Napoli, Costa ha mostrato un’inaspettata generosità difensiva: i suoi raddoppi interni, sempre precisi e puntuali, sono stati fondamentali per non lasciare De Sciglio in inferiorità numerica contro Insigne e Mario Rui. Proprio da una di queste situazioni, come ben visibile nel video sopra, è iniziata l’azione dello 0-1, con un recupero palla nei pressi del vertice destro dell’area di rigore juventina.

Statistiche di Whoscored alla mano, Douglas Costa quest’anno (in Serie A) effettua 0,8 contrasti a partita: un dato in netta crescita se confrontato agli 0,4 dell’ultima stagione a Monaco di Baviera. Anche il numero di falli commessi a partita è sensibilmente diminuito, passando da circa uno a partita nella stagione 2015/16 agli attuali 0,3.

Costa non è solo più efficace nella fase difensiva, ma anche più disciplinato. Ciò potrebbe tornare utile nella seconda parte della stagione, soprattutto quando Allegri imposterà le partite in modo più reattivo (in particolare fuori casa), affidandosi a lunghe fasi di difesa posizionale ed alla conduzione palla del brasiliano per risalire velocemente campo. Imparare a difendere e sacrificarsi per i compagni è dunque vitale per Costa, affinché possa svolgere al meglio le mansioni richieste. Quando riuscirà a farlo con la stessa costanza ed intensità fisica/mentale di Mandžukić ma anche di Cuadrado (un giocatore cresciuto tantissimo in questo aspetto), sarà un calciatore completo.

Flash

Dal punto di offensivo invece, le ottime doti del numero 11 non sono scomparse: Costa è attualmente secondo in Serie A per dribbling vinti a partita (2,6), a pari merito con Diego Perotti della Roma e preceduto solo da Alejandro Gomez dell’Atalanta (3,4).

Nonostante lo scorso minutaggio finora, ha comunque realizzato un gol e 3 assist in Serie A; inoltre è il terzo miglior giocatore bianconero in campionato per passaggi chiave a partita (1,8), preceduto solo da Cuadrado e Pjanić con rispettivamente 2,2 e 2 occasioni create a partita, nonché ventiquattresimo per quanto riguarda la classifica generale.

La sua creatività è la naturale conseguenza della sua eccezionale rapidità di esecuzione ed esplosività nel breve, il che lo rende molto pericoloso in situazioni di uno contro uno.

Costa dà il meglio di sé in situazioni dinamiche, soprattutto quando può puntare l’uomo in movimento anziché da fermo, ed è un ottimo crossatore sia col mancino (il suo piede forte), che col destro. L’esperienza precedente con Guardiola, inoltre, ne ha ampliato il set di scelta tattica: può giocare sulle fasce o agire tra le linee, il che spiega perfettamente come il 3-4-2-1 sperimentato da Allegri potrebbe fargli rendere con ottimi risultati, dandogli piena libertà offensiva (sempre nei limiti consentiti dalla disciplina tattica, ovviamente).

Il dato più sorprendente è senz’altro la precisione nei passaggi: rispetto all’80,2% di accuratezza nell’ultima stagione bavarese, il brasiliano ora completa circa l’86,1% dei passaggi effettuati; un sensibile aumento statistico figlio della valorizzazione tecnica e della ripetizione dei fondamentali, uno dei princìpi cardine del calcio di Allegri.

In conclusione, quello di Douglas Costa è un processo di crescita costante e paziente che ad ora sta procedendo in maniera positiva: in questo momento si sta lavorando sui suoi difetti al fine di limarli; una volta catechizzato dal punto di vista tattico, i futuri moduli ed una maggiore abitudine ai ritmi del calcio italiano renderanno Costa un giocatore imprescindibile nella Juventus che verrà; d’altronde le basi tecniche su cui lavorare ci sono, ed i numeri oggettivamente che lo confermano.

Si può discutere e criticare l’operato di Allegri (un tecnico non certo amato da molti tifosi bianconeri) e la gestione del minutaggio di Douglas Costa, ma alla fine dovremmo sempre confrontarci coi fatti ed i risultati, che, in questo momento, sono tutti dalla sua parte; inoltre Allegri non è certamente uno sprovveduto, a mio parere, quindi la situazione attuale non è altro che una fase transitoria necessaria per poter capire al meglio il sistema migliore per questa squadra. L’importante è che Douglas Costa, ma anche Bernardeschi (ad ora in una condizione simile a quella del brasiliano), continui a lavorare per farsi trovare pronto come sta già facendo adesso: alla Juventus, è giusto ricordarlo, non sono ammesse primedonne, aldilà di eventuali status da top player.

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