Appunti tattici: le transizioni negative contro il Genoa

di Charles Onwuakpa


I problemi strutturali della Juventus nel primo tempo, le correzioni di Allegri e possibili scenari nel medio-lungo periodo.


[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]L[/mks_dropcap]a partita di sabato a Marassi è stata una grande prova di forza della Juventus, capace di ribaltare una partita cominciata nel peggiore dei modi. In particolare, soprattutto nel primo tempo, la formazione di Massimiliano Allegri ha mostrato qualche difetto nelle transizioni (come nella finale di Supercoppa). Di seguito ho analizzato due azioni-chiave che hanno evidenziato dove la squadra palesi difficoltà e quali possono essere gli sviluppi futuri.

Prima però è necessario capire come ha attaccato la Juventus, tenendo conto del fatto che il calcio si compone di 4 fasi (offensiva-difensiva, transizione positiva-negativa) ed il modo in cui si attacca influenza la successiva transizione difensiva o fase difensiva vera e propria -quindi col possesso consolidato da parte dell’avversario.

Come ha attaccato la Juventus a Marassi

Dopo il 2-0 iniziale il Genoa ha rinunciato ad ogni pretesa di dominare il possesso preferendo schierarsi con un blocco difensivo medio-basso e fortemente orientato sull’uomo. In questo modo la Juventus ha potuto consolidare il possesso ed attaccare posizionalmente.

Il gioco interno è stato inizialmente inefficace perché il Genoa copriva molto bene le linee di passaggio verso il centro oltre a togliere tempo e spazio di giocata al ricevitore. La circolazione palla dunque era molto orizzontale come mostrato anche da questa passmap.

Tanti passaggi orizzontali con Pjanic (evidenziato dalla stellina d’argento) a gestire l’impostazione e Dybala a fungere da raccordo più in avanti.

Prima di utilizzare i movimenti del terzo uomo (vedi i gol del 2-1 e 2-3), la manovra offensiva si sviluppava prevalentemente in ampiezza – quindi sulle fasce – con il cross come metodo di rifinitura preferita.

Come succede quando la Juve attacca posizionalmente col 4-2-3-1, Alex Sandro si è alzato molto, quasi in linea con gli attaccanti, mentre Mandzukic ed Higuain hanno potuto attaccare l’area supportati da Dybala in un secondo momento. Sulla fascia opposta era Cuadrado a fornire l’ampiezza, ma il colombiano ha patito la puntuale uscita aggressiva di Laxalt in fascia, negandogli tempo e spazio per puntare l’uomo e cercare il fondo.

Dunque è stato il brasiliano a dover crossare con più insistenza, e proprio sulla sua fascia sono arrivati i problemi principali.

I difetti strutturali della Juventus

Nella prima immagine si nota una transizione offensiva immediata del Genoa dopo un passaggio sbagliato di Khedira (autore di una prova molto opaca). Alex Sandro è altissimo e la squadra occupa il campo in ampiezza, tuttavia è troppo schiacciata orizzontalmente per poter coprire bene gli spazi.

Il pallone viene recuperato da Lazovic e Khedira, come al solito, accorcia sul portatore difendendo in avanti. Memore dell’azione dell’1-0 genoano, Chiellini raddoppia sul laterale rossoblu: il problema però è che la scarsa reattività motoria di Pjanic, soprattutto nello scappare all’indietro, libera Bertolacci concedendo un pericoloso 2vs1 a campo aperto. Il centrocampista non verticalizza per Galabinov “graziando” Rugani ma preferisce avanzare e servire la sovrapposizione di Lazovic. Intanto Lichtsteiner stringe sul lato forte per negare la profondità all’ex-Novara (importante una sua diagonale in una situazione molto simile accaduta poco dopo) mentre Taarabt può avanzare liberamente. Si crea un pericoloso 4vs4 nella trequarti difensiva bianconera: solo il colpo di testa di Galabinov sul cross in area impedisce a Taarabt di colpire indisturbato sul secondo palo.

In questa seconda immagine vediamo un altro problema emerso nella struttura della Juventus: Dybala riceve il pallone sulla fascia destra ma non ha linee di passaggio in avanti, i compagni di squadra sono troppo schiacciati verticalmente sul centro-sinistra e l’argentino è costretto al retropassaggio. La scarsa dinamicità nell’occupazione degli spazi ha inevitabilmente causato problemi di fluidità nella circolazione del pallone, di conseguenza esponendo i centrali a situazioni difficili data la distanza tra reparti. In questo senso Rugani ha patito i movimenti di Galabinov, bravo a far risalire la propria squadra e a liberarsi del suo marcatore diretto in area durante questa transizione. La scarsa comunicazione tra Rugani e Lichtsteiner ha poi permesso al centravanti rossoblu di colpire indisturbato, mandando la sfera di poco a lato.

Le correzioni di Allegri ed i possibili scenari futuri

Proprio per risolvere queste slegature, Allegri ha disposto la squadra con un 4-4-2 scolastico nella ripresa: il Genoa non è più ripartito e la squadra ha avuto maggiore copertura. Nel finale di gara gli ingressi di Bentancur e Matuidi hanno contribuito a gestire il possesso usando il pallone come strumento difensivo. Proprio questo tipo di atteggiamento ha indicato alcune soluzioni per Madama: innanzitutto la transizione difensiva è piuttosto reattiva, questo vuol dire che i giocatori cercano di orientarsi sul marcatore più vicino. I centrocampisti della mediana a 2 sono per natura portati a difendere in avanti mentre la linea difensiva scappa all’indietro, questo però non fa che dilatare lo spazio tra reparti creando una pericolosa slegatura che si potrebbe pagare contro squadre più dirette e verticali (pensate se ci fossero stati Mané e Salah al posto di Galabinov e Taarabt…).

Bisogna migliorare l’occupazione degli spazi avanzando come un blocco unico: come abbiamo detto a più riprese qui, se la Juventus vorrà diventare una squadra proattiva è necessario che al possesso palla segua un contropressing immediato durante la transizione negativa. La squadra deve accorciare il più possibile come un blocco unico anche a costo di concedere la profondità. Insomma, difendere in avanti per non concedere spazio e tempo di giocata. Anche il possesso palla deve essere più fluido per poter occupare meglio gli spazi, gestire la sfera a fini difensivi (tante linee di passaggio in spazi piccoli) ed impedire gli attacchi alle spalle dei terzini, cosa molto frequente soprattutto a sinistra.

La stagione è appena iniziata ed Allegri come sempre ci ha abituato a tante sperimentazioni in questo periodo: con una maggiore preparazione delle fasi offensive-difensive la Juventus non dovrebbe avere problemi nel gestire le transizioni.

 

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