Come si migliora la Juventus?

di Davide Terruzzi


Il mercato della Juventus è iniziato lentamente. Come è possibile migliorare la formazione d’Allegri tramite le operazione di calciomercato?


[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]S[/mks_dropcap]i è parecchio discusso, negli ultimi giorni, anche con una discrete dose di inventiva romanzesca, del mercato lento da parte della Juventus. Lo abbiamo fatto in apertura dell’ultima puntata del nostro podcast, cercando di comprendere le ragioni di questa fase in cui gli acquisti e le cessioni da parte della dirigenza bianconera procedono molto a rilento. Probabilmente s’accenderà tra poco e in un arco ridotto di giorni si avrà materiale di cui parlare e dividersi, ma le ragioni di questa partenza possono essere riassunte in pochi punti:

  1. La Juventus ha una rosa molto competitiva: sono pochi i giocatori d’alto livello  che possono essere acquistati;
  2. Esistono dei paletti e limiti precisi – le liste e le regole sul tesseramento di giocatori extracomunitari – che vanno rispettati e probabilmente rallentano le operazioni;
  3. La concorrenza straniera è molto forte, in grado di offrire ingaggi superiori. La Juve può permettersi acquisti costosi per quanto riguarda il cartellino, ma non intende strapagarli.

Certamente ci sono calciatori migliori di quelli attualmente a disposizione d’Allegri (“a Davide, pensa a Modrić! Perché no Bale? E Thiago?), ma tolte le voci fantascientifiche, si può ragionare sulle esigenze che l’ultima stagione della Juventus ha portato in rilievo, perché il calciomercato non serve ovviamente a raccogliere una collezione di figurine, che forse può valere come scusa per invitare qualche ragazza o ragazzo a salire in casa, ma a completare la squadra. Numericamente, anche. Infatti, uno dei limiti più grossi della rosa bianconera della scorsa stagione è stato quantitativo con un reparto offensivo oggettivamente ridotto; la prima esigenza è quindi completare il reparto, a prescindere dal modulo, per consentire ad Allegri di avere un maggior numero d’opzioni, anche a partita in corso, senza l’obbligo di schierare i soliti noti.  Quindi l’acquisto di un altro attaccante come Schick era obbligato, così come quello di altri giocatori offensivi.

Un calciomercato intelligente deve partire da una riflessione razionale sulle evidenze tecniche e tattiche. La Juventus, specialmente dopo il cambio di modulo, ha sviluppato gran parte del proprio gioco sul centro-destra, potendo contare su un falso regista come Dani Alves e le combinazioni create con Dybala e Cuadrado; perso il brasiliano, la principale esigenza attuale è quella della sua sostituzione con un terzino dall’interpretazione del ruolo più classico, come potrebbero essere sia Danilo che Cancelo.

La squadra d’Allegri deve però necessariamente aumentare le fonti di gioco, senza dipendere eccessivamente dal proprio talento argentino, per migliorare l’efficacia della propria manovra. Nel 4-2-3-1 disegnato dal tecnico livornese le due ali spesso erano chiamati a stringere dentro il campo per occupare lo spazio di mezzo, giocando alle spalle e ai fianchi del centrocampo avversario, combinando poi con le punte e con i terzini. Cuadrado ha dimostrato delle difficoltà nell’interpretazione richiesta, restando un’ala istintiva, dotato di un ottimo dribbling da fermo ed estremamente pericoloso in campo aperto. La dirigenza juventina dovrebbe così acquistare un calciatore che aiuti Dybala nella risalita del pallone, sgravandolo in parte di un compito dispendioso, pronto a mantenere il possesso nonostante la pressione, abile a posizionarsi tra le linee fornendo la manovra di un’ulteriore soluzione.

Sulla sinistra il discorso è diverso. Come detto, la Juventus sviluppava gran parte del proprio gioco sulla destra per poi cercare il cambio di campo sfruttando le progressioni in campo aperto da parte d’Alex Sandro, sempre pronto a sfruttare lo spazio sulla corsia esterna liberato dai movimenti di Mandžukić. Se è vero, e lo è, come è vero che il croato è stato un fenomenale interprete della fase difensiva, in fase di possesso l’attaccante croato spesso s’accentrava giocando al fianco di Higuain con un contributo alla manovra non eccessivo talvolta limitato al gioco aereo. L’ex Bayern è stato un’arma totalizzante in grado di dominare fisicamente i terzini – costringendo gli allenatori avversari a schierare dei difensori centrali per marcarlo -, ma le sue caratteristiche andrebbero bilanciate dalla presenza di un calciatore con qualità diverse. Se è difficile immaginare l’acquisto di  un’altra ala, sulla sinistra, abile a posizionarsi e a giocare tra le linee, l’intervento a centrocampo dovrebbe essere chirurgico: la Juventus necessita di un giocatore dinamico, pensante e pesante, bravo a far girare la palla in fase di costruzione e nel trovare linee di passaggio precise, presente anche nella trequarti avversaria. Bilanciare la manovra, avere maggiori fonti di gioco dando la possibilità ad Allegri d’intervenire durante le partite con i cambi dalla panchina sono le esigenze tecniche della Juventus che le operazioni di mercato dovranno soddisfare.

Anche una maggiore confidenza e fiducia nel possesso è una questione di cui si è spesso parlato in queste settimane. Questo non vuol dire scimmiottare i santoni del periodo – vedi alla voce Tuchel, Klopp per fare due nomi – proponendo un calcio offensivo per inseguire chissà quale chimera, perché il calcio è sempre questione d’organizzazione e d’efficacia. La Juventus è una squadra che deve prendere maggiore fiducia e confidenza nella gestione del possesso palla aumentando la qualità tecnica e tattica dei giocatori, riuscendo a mantenere il controllo del pallone nonostante il pressing avversario: un maggior numero di palloni controllati permetterebbe di prendere campo, occupandolo con maggiore razionalità, riavvicinando il proprio centrocampo all’attacco con effetti benefici anche sulle transizioni. Non è una questione di scontro culturale, perché la fluidità tattica d’Allegri ha permesso alla Juventus di arrivare in Finale di Champions leggendo al meglio le partite e togliendo agli avversari le principali armi offensive, riuscendo a giocare gare diverse come successo con Barcellona e Monaco, o di definire con eccessiva facilità, e sbagliando, come catenacciaro l’approccio bianconero, ma la squadra d’Allegri può migliorare nella fase di possesso, mantenendo la sapiente ed efficace organizzazione senza palla, per continuare a vincere e puntare a limare sempre più i propri difetti. Perché, come detto mille volte, la scorsa stagione è stata vincente, una delle migliori nella storia centenaria bianconera, ma migliorarsi è d’obbligo per una società e una squadra come la Juventus.

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