Cos’è successo sul rigore di Immobile?

Il rigore causato da Bonucci su Immobile fa parte della macrocategoria, peraltro molto ben fornita, di incomprensioni tra difensori e portieri. Siccome ho sentito molto dibattere, credo possa essere interessante cercare di mettere ordine.

La domanda che tutti si pongono è: Szczęsny doveva uscire?

Secondo me, no. O meglio, in una situazione simile non c’è niente che lasci pensare ad un’uscita obbligata o automatica. La palla è lenta, nella piena disponibilità di Bonucci, che ha anche diverse opzioni di scarico. Se è vero che Szczęsny aveva facoltà di uscire, secondo me questa facoltà non è obbligo.

C’è poi una discriminante fondamentale: Szczęsny non la chiama. E salvo situazioni conclamate, un difensore deve sempre tenere coperto il pallone che transita dalle proprie parti. Non esiste la chiamata “per gli altri”, non esiste dire “tua”: il pallone si chiama solamente per sé. Avrebbe dovuto chiamarla ed uscire? Forse, ma senza chiamata è sempre responsabilità del difensore.

Peraltro, dalla prospettiva di Szczęsny, quello è un pallone che rimbalza pigro 5 metri fuori dall’area, con la linea schierata e il proprio difensore in controllo. Roba d’altri.
Possiamo legittimamente chiederci: “un Neuer sarebbe uscito?”. Probabilmente sì, ma non può e non deve essere un metro di giudizio universale, tantomeno per portieri con caratteristiche diverse.

Siccome di situazioni simili ce ne sono un paio a partita, mi è stato chieto cosa farei io, portiere con la stessa reticenza di Szczęsny ad uscire così alto su palloni vaganti. Io dico innanzitutto che i miei difensori conoscono la mia attitudine: sanno che raramente mi avventuro così in alto, ma sanno anche che possono fidarsi dei miei piedi. In situazioni simili io chiedo al difensore chiedo di toccarmela, come viene. Lui la allunga, la palla va fuori dalla disponibilità dell’attaccante, e io posso scegliere se andare corto dall’altro lato o direttamente lungo.

Proprio in questo senso, possiamo concedere qualche attenuante di cattiva comunicazione a Bonucci, ma in mancanza di dichiarazione di intenti (chiamata) la palla è sempre sua. Possiamo anche concedere l’ulteriore attenuante che all’82’ minuto di una partita a metà luglio, Bonucci era probabilmente stanco e si sarebbe risparmiato volentieri un’ulteriore azione difensiva. Ma ritorniamo alla costanza mentale di cui parlavamo qui.

E poiché mi aspetto che Szczęsny e Bonucci si conoscano benissimo, questo per me è errore sorprendente. Tra centrale e portiere ci si dovrebbe conoscere bene, soprattutto in situazioni simili.

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