Supercoppa italiana: Juventus Milan 1-07 min di lettura

Dopo la positiva sgambata in coppa Italia contro il Bologna la Juventus di Massimiliano Allegri è in scena a Jeddah, seconda città per grandezza dell’Arabia Saudita, dove contro il Milan è in palio la Supercoppa italiana. Il tecnico toscano non ha dimostrato un eccellente feeling in bianconero con questo trofeo in questi anni avendo perso ben tre edizioni su 4. L’unica vittoria risale all’Estate del 2015 contro la Lazio alla quale però seguì un terrificante inizio di stagione. Come ribadito in conferenza stampa da tecnico e capitano la Juventus vuole portare a 8 il numero di trofei in bacheca in maniera tale da regalare anche a CR7 il primo titolo in maglia bianconera. Allegri ritrova Cancelo ma deve rinunciare a Mandžukić infortunato e pertanto il consueto 4-3-3 è così composto: Szczęsny in porta; Cancelo, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro per la cerniera difensiva; Bentancur, Pjanić e Matuidi a centrocampo; Douglas Costa, Dybala e Cristiano Ronaldo in attacco. Il Milan, pienamente invischiato in vicende di mercato che riguardano Higuaín, può provare con una vittoria a dare un senso alla stagione dopo l’amara eliminazione in Europa League  così come fatto nell’edizione del 2016 quando i rossoneri, all’epoca guidati da Montella, sconfissero ai rigori i bianconeri. Gattuso deve sempre fare i conti con i numerosi e importanti infortuni e si affida al seguente XI:  Donnarumma; Calabria, Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Bakayoko, Paquetà; Castillejo, Cutrone, Calhanoglu. Il numero 9 argentino si accomoda, a sorpresa, in panchina. Assente anche Suso per squalifica.  Le due società detengono a pari merito il primato (7) nell’albo d’oro di questo trofeo e pertanto la vincente andrebbe da sola al comando.

Dai primi minuti è già possibile evincere l’atteggiamento tattico delle due squadre che rimane pressoché immutato per l’intera durata della prima frazione di gioco. Il Milan gioca con un baricentro basso rinunciando quasi sistematicamente a qualsiasi velleità di pressing o contropressing. Appena perso il pallone la squadra di Gattuso inizia a correre all’indietro lasciando il solo Cutrone a vedersela con i giocatori bianconeri in possesso del pallone.

Pjanic, regista bianconero, ha totale libertà di avanzare fino a metà campo già dal terzo minuto

I rossoneri vanno poi a disporsi con un 4-5-1 dalle maglie molto strette con l’obiettivo di negare le linee di passaggio centrali alla squadra bianconera e impedire la ricezione tra le linee. Il Milan riesce tutto sommato bene nell’intento anche grazie al ritmo molto basso, alla lenta circolazione della palla  avversaria e alla staticità dei giocatori bianconeri in molte situazioni di gioco. In fase di possesso invece il Milan tenta inizialmente l’impostazione con palla a terra appoggiandosi a Bakayoko  con gli esterni d’attacco che si abbassano sulla linea laterale mentre le mezz’ali alzano la loro posizione. In realtà l’uscita avviene poi generalmente attraverso il lancio alla ricerca di Cutrone, terminale offensivo, che, giocando su Bonucci e non su Chiellini, riesce sistematicamente nel primo tempo a fintare l’attacco in profondità per poi venire incontro, ricevere e consolidare il possesso palla della squadra sulla trequarti. Gli uomini di Gattuso però sembrano poi senza idee una volta arrivati sulla trequarti e di fatti non creano alcun pericolo verso la porta di Szczęsny. Solo qualche spunto di Paquetà consente ai rossoneri di arrivare al tiro.

La Juventus invece si schiera col 4-3-3 come da copione in cui Douglas Costa agisce prevalentemente sulla destra mentre Cristiano Ronaldo e Dybala svariano sul fronte offensivo senza dare punti di riferimento. Solo sul finale di frazione il numero 11 brasiliano va a giocare sulla sinistra ed è, tra l’altro, in questo frangente che la Juventus giungerà all’occasione più pericolosa del primo tempo. In fase di impostazione dell’azione e a possesso consolidato la Juventus non gioca bene da un punto di vista tecnico sbagliando il dosaggio di alcune verticalizzazioni, complice anche  un Milan molto chiuso e ordinato. La circolazione del pallone è molto lenta e inoltre latitano i movimenti senza palla con i giocatori che preferiscono ricevere la palla tra i piedi piuttosto che dettare dei movimenti. La manovra finisce quindi per essere dirottata molto spesso sulle fasce con Douglas Costa e Cancelo da una parte, e Alex Sandro dall’altra. Sui cross però va evidenziato un problema nel riempimento dell’area di rigore con a volte il solo Cristiano Ronaldo in zona. In fase di non possesso i bianconeri adottano il consueto pressing orientato sull’uomo attaccando Bakayoko appena riceve il pallone mentre si schierano con il consueto 4-4-2 in difesa posizionale con Douglas Costa che si abbassa sulla linea dei centrocampisti. Non è stata sempre perfetta la copertura di Cancelo-Bentancur-Costa sul lato destro poiché  più volte Calhanoglu è riuscito ricevere il pallone alle spalle di Bentacur nel mezzo spazio sinistro.

In un contesto tattico molto bloccato solo degli errori o le giocate dei singoli possono scuotere il match ed è quello che accade infatti sul lato destro grazie a Douglas Costa e Cancelo. Prima al minuto 4 Cancelo porta via due uomini sulla fascia e con le finte crea una linea di passaggio per Douglas Costa il cui tiro sfiora il palo.

Si può osservare innanzitutto quanto sia stretto il centrocampo del Milan per chiudere le linee di passaggio centrali. Di Cancelo va elogiata la straordinaria gestione attraverso la tecnica di spazio e tempo.

Poi una decina di minuti più tardi Costa riesce a servire Cancelo che palla al piede si inserisce in area e prova un diagonale che termina a lato di pochi centimetri. La prima frazione scorre via senza grandi sussulti e le occasioni latitano da ambo le parti malgrado un dominio di palla e campo appannaggio dei bianconeri. Nonostante qualche occasione interessante ci si sarebbe aspettato senza dubbio di più in termini di produzione offensiva dagli uomini di Allegri ma va dato atto dello schieramento molto chiuso avversario. L’occasione più pericolosa del primo tempo arriva sul finale di frazione con Douglas Costa a sinistra. E’ una delle poche occasioni in cui una mezz’ala bianconera (in questo caso Matuidi) riesce a ricevere palla tra le linee per poi scaricare sull’esterno (Costa, nella circostanza) che può andare di prima al cross sul quale Cristiano Ronaldo va vicino al vantaggio.

La ricezione di Matuidi nel mezzo-spazio attrae sia il centrale sia Calabria e dopo lo scarico Costa può crossare di prima privo di  pressione

L’inizio del secondo tempo porta il medesimo contesto tattico con una Juventus in verità che appare peggio messa in campo poiché si allunga troppo e concede molto spazio agli avversari in contropiede. Inoltre al minuto 48 Calhanoglu trova spazio ancora alle spalle di Bentancur nel mezzo-spazio sinistro e sul prosieguo dell’azione Cutrone calcia da buona posizione colpendo la traversa. Passano 10 minuti e la Juventus passa in vantaggio con Cristiano Ronaldo che su assist di Pjanić parte sul filo del fuorigioco e riesce a deviare di testa battendo Donnarumma. L’assist è una giocata che il bosniaco ha nelle corde e che dovrebbe essere maggiormente sfruttata soprattutto in combinazione con le capacità realizzative di Cristiano Ronaldo. Anche in questo caso l’azione parte da una ricezione di Matuidi che abbassa la linea del centrocampo rossonero e consente al bosniaco di avere tempo e spazio per effettuare la giocata migliore.

Immediatamente Allegri inserisce Emre Can in luogo del bosniaco con l’obiettivo di coprire meglio lo spazio sia in orizzontale sia in verticale visti i contropiedi precedentemente concessi al Milan. Il piano gara di Gattuso molto probabilmente era di difendersi con l’intento di allungare il più possibile la partita per poi giocarsela sugli episodi una volta affiorata la stanchezza. Preso il gol i rossoneri infatti non riescono assolutamente a creare occasioni pericolosi, sembrano quasi non averne le capacità e l’espulsione di Kessie chiude di fatto i conti. La squadra rossonera si schiera a questo punto con un 4-3-2 e nemmeno l’ingresso di Higuaìn e Borini riescono a mutare l’andamento del match che vede una gestione del pallone totalmente appannaggio bianconero. Sebbene con più convinzione si sarebbe potuto chiudere il match in anticipo la Juve non cerca con insistenza il raddoppio  ma comunque la gestione finale corre via senza pericoli.

La Juventus ottiene il massimo risultato col minimo sforzo in una partita in cui la squadra non ha brillato né da un punto di vista tecnico né fisico. Molto probabilmente in questi giorni sono stati effettuati  dei carichi da un punto di vista atletico che hanno ridotto la brillantezza nella prestazione odierna. L’aspetto in cui la Juventus è stata maggiormente deficitaria è stata la gestione del pallone negli ultimi trenta metri ma il controllo del match non è mai stato in discussione contro un avversario ampiamente inferiore di molte categorie. Ora inizia la seconda parte di stagione, la più importante e, speriamo, entusiasmante.