12a Serie A: Juventus – Benevento 2-1

di Luca Rossi


La Juventus, dopo lo svantaggio iniziale, vince di misura un match che sulla carta doveva essere senza storia recuperando punti importanti su Napoli e Inter


[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]L[/mks_dropcap]a dodicesima giornata di Serie A mette di fronte all’Allianz Stadium la squadra esacampione d’Italia e il Benevento, team che nelle prime undici giornate di Serie A non ha raccolto nemmeno un punto. Sulla carta non ci dovrebbe essere partita, ma come ribadito da Allegri nella conferenza stampa pre-partita i match vanno giocati.
L’allenatore livornese apporta qualche modifica allo schieramento visto in Champions League martedì a Lisbona. Il compito di difendere la porta è affidato Szczęsny; la linea difensiva è formata da destra a sinistra da De Sciglio, Rugani, Chiellini e Alex Sandro; Matuidi e Marchisio compongono il doble pivote; Cuadrado, Dybala, D.Costa alle spalle di Higuaìn completano il 4-2-3-1.
De Zerbi, subentrato a Baroni sulla panchina dei campani, opta per un 3-4-2-1. Brignoli in porta; Djimsiti Ante e Di Chiara per la cerniera difensiva; Venuti, Chisbah, Viola e Lazaar nel quartetto di centrocampo; capitan Ciciretti e Cataldi agiscono a supporto di Armenteros.

La Juventus cerca di essere aggressiva fin dai primi minuti e l’atteggiamento in fase di non possesso ne è una testimonianza. Il Benevento in fase di impostazione compone un rombo formato dai tre centrali difensivi e dal supporto di uno dei due centrali di centrocampo (più Viola di Chisbah essendo il primo dotato di maggiore visione e di un piede più delicato). La Juventus esercita un’azione di disturbo sui tre difensori con Dybala e Higuaìn e a turno uno tra Marchisio e Matuidi sale su Viola per impedirgli di ricevere, girarsi e ragionare. Talvolta si alzano anche uno tra Cuadrado e Douglas Costa a seconda del lato in cui si trova il pallone per andare a formare parità numerica.

Occludendo la linea di passaggio a sinistra Higuaì costringe Ante a orientarsi a destra; Dybala è pronto a salire su Djimsiti; Marchisio è su Viola

In generale comunque l’atteggiamento bianconero in fase di non possesso prevede delle marcature orientate sull’uomo che risultano molto efficaci impedendo agli avversari, anche per la pochezza tecnica, di costruire azioni ragionate. Per poco tempo abbiamo visto fasi di difesa posizionale bianconera.

La notevole differenza di qualità tra i due undici comporta quasi logicamente che il pallino del gioco sia in mano ai padroni di casa. Alternativamente uno tra Matuidi e Marchisio si abbassa sulla linea dei difensori per aiutare l’uscita in impostazione mentre i due terzini Alex Sandro e De Sciglio si alzano sulla linea dei centrocampisti. In particolare il numero 8 bianconero tenta più volte di lanciare di prima intenzione alla ricerca di Higuaìn dopo un passaggio proveniente da De Sciglio. Come sempre Dybala spazia su tutto il campo sia orizzontalmente sia verticalmente e in particolare opera il consueto scambio di posizione con Cuadrado a sfruttare la traccia interna. Il Benevento tenta di arginare le velleità torinesi schierandosi con un 4-1-4-1 in cui Venuti da esterno destro di centrocampo scala sulla linea difensiva, Ciciretti e Cataldi si abbassano sulla linea dei centrocampisti e Viola tiene una posizione leggermente più bassa rispetto ai suoi compagni di reparto. A seconda poi della collocazione del pallone e dei giocatori bianconeri i centrocampisti beneventani sono pronti a uscire per aggredire il portatore di palla al fine di evitare un eccessivo schiacciamento.

Venuti (cerchiato) si è abbassato sulla linea dei difensori. Viola è più basso rispetto alla linea degli altri centrocampisti per stare più vicino a Dybala (linea blu). I due centrocampisti sul lato palla aggrediscono il portatore di palla. Schieramento molto stretto per far densità nelle vie centrali

Nonostante una circolazione del pallone molto lenta e degli errori tecnici in rifinitura la Juventus dà la sensazione di poter essere pericolosa in ogni azione, in particolar modo sul lato sinistro del campo dove Douglas Costa può sfruttare i metri (anche il metro talvolta) che gli vengono concessi da Venuti. A un giocatore rapido e tecnico come lui un metro è più che sufficiente per poter puntare l’avversario e  creare scompiglio nella retroguardia difensiva avversaria. Così facendo colpisce due legni in poco tempo. Uno di questi è il seguente.

Quest’azione si caratterizza per la semplicità disarmante con cui si è sviluppata: passaggio, dribbling in 1vs1 e tiro-cross. Da notare Chiellini che serve Douglas Costa senza passare per Alex Sandro al fine di velocizzare l’azione e di non consentire al Benevento di schierarsi coprendo l’ampiezza e non concedendo l’1vs1 contro Costa. Il passaggio Chiellini-Costa senza il passaggio da Alex Sandro (e quindi con un tempo di gioco in meno) è stato usato più volte nel corso del match. Al minuto 19 però si verifica l’impensato e l’impensabile: Alex Sandro concede una punizione vicino all’area di rigore che Ciciretti realizza egregiamente, complice, ad opinione dello scrivente, un non perfetto posizionamento della barriera.  Questa realizzazione segue il filo conduttore dell’ultimo mese di calcio giocato juventino: primo tiro primo gol (subito). Il prosieguo del primo tempo ovviamente vede una Juventus protratta in avanti alla ricerca del gol del pareggio con un Benevento totalmente schiacciato nella propria trequarti campo. Tanto che al 33esimo minuto la situazione è già questa. La Juventus, nonostante non riesca a trovare il pareggio nel corso del primo tempo, non gioca male ma anzi si procura quattro nitide occasioni di gol a cui si aggiungono numerosi cross provenienti dal lato sinistro del campo e tre punizioni dal limite. La squadra bianconera va pertanto molto vicino al pareggio e considerando il primo tempo nel suo complesso meriterebbe anche il vantaggio. Il grimaldello a sinistra in particolare ha funzionato con continuità grazie soprattutto ai passaggi in diagonali di Chiellini che di fatto hanno tagliato fuori Ciciretti (esterno destro a centrocampo del 4-1-4-1 campano in fase di non possesso) dalla fase difensiva. Il dominio, complice anche la palese pochezza dell’avversario, è stato evidente e netto tanto che lo score dei primi 45 minuti recita 17 tiri totali contro uno. 3 soli dei 17 sono quelli nello specchio mentre 7 è il numero dei tentativi terminati fuori e di quelli bloccati. Bisogna considerare che tra quelli fuori però rientrano occasioni come la seguente.

Ne sbagliò uno simile l’anno scorso a Empoli calciando addosso al portiere. Il problema quindi persiste

Una Juve imprecisa e sfortunata rientra negli spogliatoi sotto nel risultato. Il secondo tempo inizia con gli stessi ventidue che hanno chiuso la prima frazione di gioco. Anche il piano gara rimane il medesimo salvo un Benevento che per dare un po’ di respiro alla retroguardia cerca di essere più aggressivo con i suoi avanti durante la fase di impostazione bianconero. Ma si tratta di un tentativo timido che la Juve elude facilmente. Non vi sono correzioni tattiche salvo una leggera modifica nello schieramento beneventano  in fase di non possesso con l’abbassamento anche di Lazaar sulla linea dei difensori andando a comporre un 5-4-1. La conseguenza è, se possibile, un ulteriore schiacciamento dei campani (baricentro sotto i 40 metri) che faticano anche a uscire dalla propria trequarti sbagliando degli appoggi coi difensori per via del pressing bianconero. Al 12esimo minuto della ripresa arriva finalmente il pareggio bianconero con un’azione estremamente simile al gol di Trezeguet in Juventus-Real Madrid della semifinale di Champions League del 2003. Cross dalla destra a opera di De Sciglio, sponda di Matuidi di testa sul secondo palo, e Higuaìn che si coordina egregiamente e segna.

Nedved Del Piero Trezeguet. Ah no.

La Juventus in ogni caso non si ferma e continuare a premere alla ricerca del gol del vantaggio. Prima Cuadrado trova l’opposizione di Brignoli con mancato tap-in di Higuaìn, poi Matuidi inseritosi bene in area di rigore non trova la porta. Al 17esimo minuto De Zerbi opera un cambio: esce Lazaar e entra Lombardi per rendere più pericolosa la fascia sinistra. Tutto è però inutile perché al 20esimo arriva il gol del vantaggio bianconero firmato da Cuadrado su cross dalla sinistra ad opera di Alex Sandro. Evidente l’errore in marcatura di Lombardi che lascia libero dietro di sé il colombiano.

Da qui in poi la Juventus deve solo gestire e non concedere distrazioni che dopo una rimonta è sempre possibile concedere per cali mentali. Da questo punto di vista la Juve però si dimostra brava e il Benevento non abbozza nemmeno un mezzo tentativo salvo un tiro casuale dalla distanza di Cataldi. Nella girandola delle sostituzioni escono Armenteros, Costa, Cuadrado, Dybala e Cataldi per Coda, Mandzukic, Bernardeschi, Bentancur e Parigini.

La Juventus vince un match da vincere assolutamente in un periodo in cui anche con squadre incommensurabilmente inferiori si palesano delle difficoltà per colpe bianconere e per sfortuna. La squadra bianconera comunque sta dimostrando, pur con distrazione e sufficienza in alcune circostanze, di esserci con la testa e di voler continuare a vincere.  Dopo lo svantaggio era necessario non innervosirsi e perseverare con calma, con testa e con più cinismo sotto porta. È un turno che fa sorridere i bianconeri per la classifica: Inter superata e meno uno dal Napoli. Dopo la sosta ci saranno gli scontri diretti ed è lecito attendere una Juve più brillante, maggiormente in condizione e magari anche più fortunata negli episodi. Per quanto riguarda i singoli bene Douglas Costa, Marchisio (primo bianconero per chilometri percorsi), De Sciglio e Higuaìn che ha giocato con grande grinta. Meno bene Dybala in un periodo in cui non è sereno nelle scelte delle giocate e nell’esecuzione delle stesse negli ultimi 30 metri. Le punizioni lasciate prima a Douglas e poi a Higuaìn sono un segnale di poca tranquillità. Ma è un periodo senza dubbio transitorio. Ottobre è passato e la Juve è più che presente.

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