Allegri e le rotazioni in attacco

Il severo infortunio occorso al croato Marko Pjaca ha spinto alcuni osservatori di cose juventine a ipotizzare per i bianconeri il ritorno al 3-5-2. Questo perché l’assenza prolungata di Pjaca comporta un abbassamento quantitativo del numero di esterni offensivi a disposizione di Max Allegri, ergo per cui il tecnico livornese potrebbe essere costretto a cambiare di nuovo assetto tattico, abbandonando il 4-2-3-1 (o M5S nel senso di modulo a cinque stelle) che tante soddisfazione ha dato in questa parte di stagione.

È quella del ritorno alla difesa a 3 un’opzione percorribile? In effetti, se guardiamo la rosa bianconera, ci accorgiamo che senza Pjaca viene a mancare un ricambio adeguato per gli esterni Cuadrado e Mandžukić. In pratica mancherebbe un esterno offensivo per sostituire uno dei titolari durante i 90 minuti di gioco a meno di non voler considerare Kean già pronto (e comunque il giovane attaccante è anche lui alle prese con un infortunio).

Ecco allora che il ritorno al 3-5-2 diventa ipotesi plausibile, a partire proprio dalla partita contro il Napoli in programma domenica sera al San Paolo. Come fatto notare da Antonino Milone su Tuttosport del 30 marzo, la difesa a tre della Juventus contro i partenopei si è già vista in stagione quando gli uomini di Allegri hanno vittoriosamente affrontato gli azzurri nella partita d’andata e nella semifinale di coppa Italia.

Il problema riguarderebbe però più la doppia sfida di Champions con il Barcellona che le sfide col Napoli. È infatti saggio tornare al 3-5-2, con il rischio di un abbassamento eccessivo del baricentro, contro Messi, Neymar e Suarez? Non si rischierebbe così di lasciare troppo campo al palleggio blaugrana? Per di più in un momento in cui i catalani, privi di Sergi Busquets, potrebbero soffrire una pressione alta come dimostrato nella sconfitta del 12 marzo scorso subita ad opera del Deportivo La Coruña, con i Galiziani di Pepe Mel abili a salire in pressione ultra-offensiva allo scopo non solo di contrastare la fase di impostazione del Barça ma anche per evitare facili rifornimenti verso le tre punte di Luis Enrique (tre e mezzo se il tecnico spagnolo dovesse ripresentare il 3-3-1-3).

L’alternativa è il mantenimento del 4-2-3-1. In questo caso però occorrerebbe trovare un esterno da inserire in caso di necessità. Qui le alternative sono rappresentate da Lichsteiner, Dani Alves e Asamoah da schierare come esterni alti. L’idea Lichsteiner è probabilmente da scartare in quanto l’impiego del laterale svizzero sulla destra porterebbe allo spostamento di Cuadrado a sinistra, zona di campo nella quale il colombiano ha dimostrato di trovarsi meno a proprio agio. Lo stesso problema potrebbe porsi con l’inserimento di Dani Alves.

Ovviamente questo ragionamento non varrebbe nel caso in cui il giocatore sostituito fosse direttamente Cuadrado. Con Lichsteiner e Dani Alves alternative sulla destra la via più percorribile in caso di cambio di Mandžukić è quella che porta a Asamoah. L’inserimento del ghanese permetterebbe di mantenere Cuadrado a destra ed anche di avanzare a sinistra Alex Sandro, che rispetto all’ex Udinese ha attitudini più offensive.

E se invece Allegri optasse per un 4-3-3? In questo caso ci sarebbe la possibilità di recuperare Marchisio fra i titolari, rinunciando al doppio mediano e liberando Pjanić e Khedira da troppi compiti difensivi col risultato di favorirne le percussioni centrali. Di contro il 4-3-3 costringerebbe Dybala ad agire, almeno nominalmente, sull’esterno. Problema che salterebbe nella malaugurata ipotesi che la Joya non abbia recuperato dal problema muscolare. In quel caso il talento argentino andrebbe centellinato in vista non solo del ritorno di coppa Italia ma soprattutto del doppio impegno di Champions League. Qualora Dybala non recuperasse e Allegri optasse per il 4-3-3 ecco che tornerebbe in voga l’ipotesi di schierare Asamoah o Alex Sandro come esterno alto.

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