Il Bologna ha fatto giocare bene la Juve

La vittoria del Dall’Ara è figlia della strategia adottata dai padroni di casa: un approccio incentrato sull’intensità e sul pressing ha costretto la Juventus a mettere finalmente in campo le stesse armi.


Il Bologna è una squadra molto diversa da Milan e Napoli, incontrate in Coppa Italia. Contro i rossoneri, la Juventus aveva offerto una prova in chiaroscuro, e contro il Napoli una prestazione certamente deludente. Entrambe le partite erano state caratterizzate dalla difficoltà dei bianconeri ad attaccare un blocco basso dalle linee strette senza uscite preordinate sui nostri portatori. La squadra di Mihajlović, al contrario, utilizza una strategia molto diversa, andando a prendere gli avversari altissimi con uscite di pressing studiate e l’intenzione di mettere in crisi la loro uscita palla. Un pressing a tutto campo e una grande intensità senza palla hanno costretto la Juve a replicare con la stessa intensità in fase di palleggio.

Specialmente nel primo tempo, quando le energie l’hanno consentito, i bolognesi hanno avuto l’ambizione di recuperare palla il più alto possibile. In tal senso, il tridente veniva a prendere i centrali della Juventus e persino Szczęsny, quando il portiere aveva la palla.

Il 4-2-3-1 del Bologna viene su profondissimo. Szczęsny andrà da De Sciglio, appena fuori inquadratura, e su cui si sta muovendo Orsolini

Tuttavia, la Juventus ha le qualità tecniche per uscire da questo tipo di situazioni, e lo ha fatto con un palleggio rapido e al contempo efficace. Questo ha provocato una serie di effetti positivi a cascata. La palla usciva più veloce dalla difesa, con Bonucci e De Ligt ottimi nel trovare sempre un appoggio, spesso di prima. Grazie a qualche scompenso nell’aggressione del Bologna, la Juventus è riuscita a trovare spesso i terzini in superiorità posizionale – facilitati dai tagli verso l’esterno della mezz’ala. Questo è stato vero soprattutto sulla catena di destra, dove le abilità tecniche di De Ligt e Cuadrado, e l’intelligenza tattica di Bentancur in un secondo momento, hanno agevolato l’uscita. 

A questo punto, la Juventus ha potuto trovare i propri attaccanti fronte alla porta. Sia Ronaldo che Dybala che soprattutto Bernardeschi sono riusciti a ricevere palla con diversi metri di campo davanti; il Bologna, spesso spaccato in due, non riusciva a portare con sufficiente rapidità più di 6/7 giocatori al di là della linea della palla, che saliva dunque molto velocemente. Se è vero che il nostro centrocampo non ha offerto una grande prova in smarcamento nemmeno in queste condizioni (con la parziale eccezione di Bentancur), è anche vero che i beneficiari principali di queste situazioni sono stati i tre davanti. Gli attaccanti hanno infatti vissuto situazioni di gioco ben diverse rispetto alle ultime due uscite: uno scenario che ha esposto molto meno i difetti di staticità mostrati contro un blocco basso, ed ha invece amplificato le loro abilità fronte alla porta.

La Juventus ha potuto sfruttare questi piccoli singhiozzi nella pressione del Bologna per un’ora abbondante. Poi, probabilmente a causa della forma atletica non ottimale o anche per le sopravvenute sostituzioni, si sono tirati i remi in barca. Se non altro, la partita di Bologna dà la misura di come la Juventus sia molto più a suo agio se si trova a giocare contro squadre più aperte.

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