Come e dove sta giocando Arthur?

Contro il Sassuolo, Arthur è tornato a giocare una partita intera con la maglia bianconera dopo più di 2 mesi: l’ultima era stata contro lo Spezia, quando aveva ben figurato. Quella contro gli uomini di De Zerbi è stata una prestazione interessante, soprattutto per la diversa posizione in campo occupata nei 2 tempi.


Primo tempo

Molte le novità nei compiti assegnati da Mister Pirlo al brasiliano nella prima frazione. Sembra tornare la costruzione 3 + 2, molto utilizzata soprattutto nella primissima parte di stagione.

Cambia però lo scaglionamento, da orizzontale a verticale. Bentancur rimane più spesso più basso, Arthur invece prende porzioni di campo più alte: in questo modo aumentano le linee di passaggio offerte ai compagni per l’uscita del pallone dalla difesa.

La squadra di De Zerbi ha cercato di pressare la prima costruzione con un blocco medio alto, occupando ora le linee di passaggio, ora gli uomini. Quando invece il Sassuolo decide di attendere nella propria metà campo, il brasiliano (al pari di McKennie) si sistema negli half-spaces cercando di offrire una soluzione alle spalle dei centrocampisti neroverdi. In questo senso, si riconosce il ruolo di mezz’ala destra.

Molto più del solito e molto più del compagno di reparto (Bentancur), Arthur ha accompagnato le azioni offensive, trovandosi spesso a ridosso o in piena area di rigore. L’idea di Pirlo, probabilmente, era quella di far leva sulle sue doti da rifinitore. Un abbozzo di piano che si poteva riconoscere solamente quando McKennie era in campo, dato che era l’americano a chiamare spesso la profondità.

La inusuale mobilità dei primi 45 minuti, lo ha portato anche a cercare la profonditànegli spazi liberati dai compagni (in questo caso è Chiesa a servirlo in fascia).

Nella prima pressione, si è alzato moltissimo e frequentemente per andare a prendere i costruttori del Sassuolo, lasciando Bentancur più basso e pronto ad andare in soccorso degli altri compagni.

Arthur ha continuato il lavoro sulle fonti di gioco anche a squadra schierata. In queste situazioni, era interessante la linea mediana ricomposta con le scalate di Chiesa e Dybala, in cui l’argentino andava a compensare i suoi movimenti ad uscire. La presione di Arthur è, in un certo qual modo, una novità rispetto a come si era presentato il brasiliano.


Il secondo tempo

Complice la superiorità numerica e l’avvicendamento di Bentancur con Rabiot, nel secondo tempo Arthur è tornato ad occupare la posizione in cui siamo stati abituati a vederlo fino ad oggi, lasciando al francese i compiti di invasore. La Juventus si disponeva dunque con lo stesso scaglionamento, ma nei secondi 45 minuti il brasiliano torna ad essere il fulcro del gioco partendo da una zona più bassa.

Ancora più chiaro il disegno nella metà campo avversaria: Arthur play, Rabiot e Ramsey negli half-spaces.

Tuttavia, l’intera squadra rimaneva passiva nel posizionamento, e da una difesa molto passiva degli stessi tre centrocampisti (lo ha sottolineato anche Mister Pirlo nel dopogara) nasce il momentaneo 1-1 del Sassuolo.

Arthur è stato anche bravo a sfruttare quel che la difesa gli dava. In particolar modo, da una combinazione con Szczesny (una trama tentata più di una volta) parte con una rapida risalita del campo l’azione che porterà al 2-1 per i bianconeri.


Numeri

Arthur è stato il migliore in campo per:
➜ Passaggi riusciti (90 su 93, 87 dei quali rasoterra);
➜ Passaggi in avanti (53);
➜ Passaggi progressivi (10);
➜ Km percorsi (12.343).

La prova del brasiliano è stata tutto sommato molto incoraggiante sul piano dei numeri. Da lui è passata gran parte della costruzione juventina, una costruzione più verticale e più ampia. L’aver interpretato due ruoli completamente diversi nelle due frazioni mette in evidenza una duttilità incoraggiante e sconosciuta sino ad ora in bianconero. I tantissimi chilometri percorsi (più di tutti) fanno ben sperare su una condizione che sta crescendo, e che aveva destato qualche dubbio nel suo ultimo periodo a Barcellona. Il brasiliano è un giocatore particolare, con i suoi limiti, ma dotato di una tecnica sopraffina e un controllo palla che potrà rivelarsi fondamentale strada facendo per le idee e i concetti di Mister Pirlo.

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