Mattia Caldara

di Francesco Federico Pagani


Mattia Caldara è stato ufficializzato dalla Juventus. La nostra scheda tecnica del difensore che, nei piani, dovrà prendere il posto di Barzagli.


[mks_dropcap style=”square” size=”52″ bg_color=”#F2F2F2″ txt_color=”#000000″]N[/mks_dropcap]ato a Bergamo il 5 maggio del 1994, Mattia Caldara entrò nel vivaio dell’Atalanta all’età di nove anni, facendo tutta la trafila delle giovanili in quel di Zingonia sino a trovare l’esordio in Serie A il 18 maggio del 2014 (Catania – Atalanta 2 a 1).

Ritenuto pronto per l’approdo in cadetteria ha passato le ultime due stagioni a confrontarsi con la Serie B, prima a Trapani e successivamente a Cesena.
In tutto per lui 50 gare nell’arco di due annate, di cui ben 47 da titolare.

A luglio quindi il rientro alla base, questa volta per restarci. E guadagnarsi il posto da titolare nello scacchiere di Gasperini, blindando una difesa che dal suo inserimento in poi è sembrata molto più robusta.

Attualmente titolare dell’under 21 di Gigi Di Biagio (anche grazie al passaggio compiuto anzitempo da Rugani e Romagnoli nella rappresentativa maggiore), è arrivato tardi in Azzurro: sino allo scorso 24 marzo non aveva infatti ancora mai vestito la maglia di una nazionale giovanile.

Possiamo supporre però che dalle parti di Coverciano stiano iniziando a comprendere il suo vero valore: è quasi scontato il suo approdo nel gruppo di Ventura da qui ai prossimi mesi.


Caratteristiche fisico-atletiche e coordinative


Longitipo di alta statura (187 centimetri la misurazione riportata sul sito dell’Atalanta) e costituzione mediorobusta (80 chilogrammi), Mattia Caldara è in possesso di buona forza massimale (e mostra margini di crescita ulteriore, in questo senso) ed una moderata velocità in allungo. Discretamente flessibile, non mostra particolari doti esplosive e soprattutto non è molto rapido nel breve, cosa che gli fa scontare qualche difficoltà negli uno contro uno in campo aperto contro avversari più scattanti.

In possesso di un grande senso della posizione e dell’orientamento nello spazio, ha discrete doti di anticipazione motoria e reazione. Aspetti rispetto cui, esattamente come per quanto concerne la forza massimale, mostra comunque buoni margini di crescita.


Caratteristiche tecniche


Mattia Caldara è un destro naturale dotato di un bagaglio tecnico globalmente discreto, in relazione al ruolo che occupa.

Bravo nel controllo della palla, ha nel colpo di testa uno dei propri punti di forza (qualità che lo rende pericoloso anche sui piazzati offensivi: già tre i suoi goal in questo scorcio di campionato). Non solo: eccelle anche nei contrasti (1,4 a gara), mostrando tempismo e decisione. Una rudezza a suo modo fine, che lo rende efficace nei duelli corpo a corpo senza che sfoci continuamente nel fallo sull’avversario (solo 0,9 a gara).

Azioni difensive Caldara

Le azioni difensive di Mattia Caldara nel match del 17 dicembre 2016 contro il Milan: nessun fallo commesso

Non è invece – almeno ad oggi – un regista difensivo di alto livello: più che discreto nel contribuire al classico giropalla basso con cui l’Atalanta inizia la propria fase di costruzione dalla difesa, ha ancora limiti evidenti nella verticalizzazione del gioco. In particolare non mostra di essere dotato di un lancio efficace e preciso (effettua 1,8 lanci a segno per partita).
Per tracciare un parallelo facilmente comprensibile a tutti i tifosi juventini: non lo trovo ad oggi superiore a Rugani in fase di impostazione.

Passaggi Caldara

I passaggi effettuati da Caldara contro il Milan: 23 su 33


Caratteristiche tattiche


Caldara è un difensore ben impostato dal punto di vista tattico, figlio di una scuola – quella atalantina – sempre molto formativa in questo senso.

Attualmente si disimpegna come centrale di una difesa a tre, punto fermo di un reparto che attorno a lui vede alternarsi di volta in volta i vari Masiello, Toloi e Zukanovic.

Heatmap Caldara

L’heatmap della gara di Mattia Caldara contro il Milan (17/12/16)

Le sue capacità di adattamento lo rendono però adeguatissimo anche come centrale – sia di destra che di sinistra – in una linea a quattro. Proprio con questo sistema, del resto, ha giocato tutte le sue nove presenze in under 21, oltre che il grosso del suo percorso giovanile a Zingonia e le sue due esperienze in Serie B a Trapani e Cesena (dove spesso giocava accoppiato all’ex primavera Juve Hörður Magnússon).

A spiccare di lui da un punto di vista tattico sono diverse cose.

In primis l’ottimo senso della posizione, che gli permette di tenere bene la linea e di poter intervenire più facilmente sia in anticipo che a contrasto.

Poi la sua capacità di accorciamento sull’uomo, davvero ottima. Qui va aperta una piccola parentesi: ad incidere su questo aspetto c’è sicuramente la richiesta dell’allenatore. Che, com’è risaputo, tiene spesso la linea arretrata piuttosto alta e soprattutto chiede grande aggressività ai suoi giocatori, difensori compresi. Ecco quindi che proprio questo atteggiamento generale lo porta ad esaltare le sue doti di accorciamento.

Bravo a leggere il gioco ed il suo sviluppo, cosa non scontata a ventidue anni, Mattia Caldara è in possesso anche di grandi doti di intercettamento (2,8 a gara, undicesimo in Serie A) ed un’ottima capacità di anticipo alto (vince il 48% dei duelli aerei), dovendo invece crescere nell’anticipo basso.

Discreto nella difesa della profondità, è un giocatore già molto evoluto dal punto di vista tattico ed ha un’intelligenza di gioco spiccata.


Caldara alla Juventus


Il passaggio del giovane centrale atalantino alla Juventus è stato ufficializzato nella serata del 12 gennaio 2017.

Come detto nella puntata del 19 dicembre del nostro podcast Mattia Caldara sembra il prototipo del profilo ideale per una società come la Juventus: giovane, italiano, buon livello di gioco già raggiunto ma ancora margini di possibile crescita evidenti.

Perché Caldara alla Juventus è un’operazione da sposare? Beh, i motivi sono molteplici. In primis la questione legata all’età, appunto.

Del trio titolare in due sono ormai ultratrentenni: Barzagli verosimilmente appenderà le scarpette al chiodo (o comunque scenderà di livello) dopo il Mondiale del 2018, Chiellini potrebbe rinnovare oltre quella data ma è supponibile che – anche visti i frequenti problemi muscolari – dopo di allora non sarà più considerabile un elemento titolare del club.

La programmazione del post BBC è quindi già iniziata da tempo: Benatia verrà riscattato a giugno – Marotta dixit – per 17 milioni (una cifra tutto sommato modica, qualora nel corso di questa stagione lo si giudicasse affidabile sotto l’aspetto della tenuta fisica) e Rugani (che ha recentemente rinnovato al 2021) sta dimostrando di meritare fiducia. Caldara sarebbe un ulteriore tassello su cui lavorare ed i cui margini di miglioramento lo rendono un elemento di sicuro interesse per la Juventus.

Margini che dicevamo esserci in diversi aspetti del suo gioco: forza massimale, anticipazione motoria, reazione, capacità di impostazione, anticipo basso, ecc.

La base di partenza però è ottima e l’opportunità di trarne un giocatore solido anche ad alto livello concreta. Mattia Caldara non sembra avere il talento assoluto di altri suoi coetanei (in primis Rugani e Romagnoli), ma la solidità c’è tutta. E questo è un aspetto che spesso finisce col fare la differenza più del puro talento.

Certo, i 15/25 milioni che verrà pagato (a seconda del realizzarsi di alcune situazioni, che farebbero scattare bonus e premio di valorizzazione) non sono una cifra risibile. Ma nel mercato odierno i prezzi vanno crescendo a dismisura, ed in questo contesto anticipare la concorrenza per un difensore che potrebbe passare i prossimi dieci anni nel giro della nazionale è un’operazione da promuovere senza se e senza ma.

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