La Juve, la rifinitura e il chiudere le partite

L’unica finora sconfitta stagionale, quella rocambolesca col Manchester United, è stata vissuta dallo spogliatoio bianconero come una grande lezione da fare propria, un’esperienza negativa sulla cui base costruire delle analisi per comprendere i propri errori e correggere questi difetti. Le stesse parole di capitan Chiellini hanno evidenziato il manifestarsi di difficoltà nella rifinitura, un fattore, non l’unico, che non ha finora consentito alla Juventus di vivere con maggiore tranquillità i minuti finali delle partite. La squadra d’Allegri non chiude le gare, una considerazione che emerge e prende forza valutando due dati statistici: come fatto notare da Antonio Corsa su Twitter, nelle 12 partite di campionato, e quindi su 1080′, i bianconeri sono stati in vantaggio di almeno 2 gol per 190′; meglio in Champions, dove su 360′ la Juve è stata avanti di 2 reti per 106′. Numeri che vanno ovviamente accompagnati all’analisi e alla comprensione di quello che succede sul campo: per quale motivo la Juventus non riesce a chiudere le partite? Non esiste una sola risposta, ma ci sentiamo di poter depennare quella più semplicistica, perché sconfessata dalle gare stesse: no, i bianconeri non chiudono le partite perché rinunciano ad attaccare, perché cercano i colpi di fioretto, i tacchi; basti vedere le ultime tre occasioni in cui si è giocato per osservare come la Juventus sia andata molte volte vicine a segnare, concedendo invece assai poco. Un altro dato ci viene in soccorso e aiuta a inquadrare al meglio la questione: prima della gara col Milan, la formazione d’Allegri viaggiava con una media di 2.3 xG in campionato (e di 2xG in Champions), mentre coi rossoneri tale numero si è abbassato a 1.5; come ha fatto giustamente notare Fabio Barcellona, la Juve tira tanto, seconda sola al Manchester City, e prende dei buoni tiri, quindi è razionalmente pensabile dedurre che, mantenendo costante questa qualità offensiva, Cristiano Ronaldo e compagni segneranno maggiormente e conseguentemente le partite verranno chiuse prima. Esistono però concreti margini di miglioramento nella fase di rifinitura, quella in cui si cerca di liberare e smarcare un giocatore per il tiro. Ed è questo su cui vogliamo soffermarci.

Il gioco della Juventus è stato analizzato con sapienza e competenza anche su queste pagine e nel corso delle puntate del nostro podcast, ma è utile fare un breve riepilogo prima di addentrarci dentro la questione rifinitura. Un gioco basato sulla fluidità, quella capacità di cambiare sistema di gioco tra la fase di possesso e quella di non possesso, un’organizzazione che si basa sui principi, un sistema in cui si dà risalto alla posizione da occupare e non ai ruoli. Un calcio maggiormente proattivo, basato sul controllo del pallone, fondato sul possesso palla, una manovra che esce pulita dalla difesa, giocando una fase offensiva in cui si riesce con relativa facilità a disordinare e destrutturare le difese avversarie; un calcio dove esiste una zona forte, quella di destra dove si trovano anche Bonucci e Cancelo, in cui si cerca di far avanzare il pallone, creando zone di superiorità numerica e posizionale, mentre la sinistra viene lasciata più libera tatticamente, con Alex Sandro chiamato a giocare sempre più da ala. Una Juventus che crea molto di più, in cui la fluidità è uno dei mantra con continui scambi di posizione, in grado di liberare spazi grazie alla superiorità nella zona del pallone, e che pertanto porta anche a situazioni di gioco in cui gli attaccanti sono defilati e arretrati, mentre l’area è occupata dalle mezzali che si son buttate nello spazio liberato: l’azione che porta al palo di Khedira nell’ultimo Juventus-Manchester United ne è il manifesto. Una squadra, quella d’Allegri, che sfonda molto di più sulle fasce rispetto agli anni scorsi, col numero di cross che si è impennato: come ha scritto Luca Bianchin, in queste 12 partite di campionato sono stati effettuati 255 cross, 21 a partite, 1 ogni 4 minuti. Ed è normale se si pensa alla qualità dei giocatori che si muovono preferibilmente sulle zone esterne: da Alex Sandro a Cancelo, da Douglas Costa a Cuadrado, passando per i vari Bernardeschi e Cristiano Ronaldo, Allegri può contare su una ricca batteria in grado di offrire qualità alta nella varietà di soluzioni.

Il cross, quindi, come una delle principali armi per creare occasioni da rete, ma ovviamente non è l’unica: qualche settimana fa avevamo parlato dei miglioramenti necessari per leggere più precisamente i movimenti senza palla di Cristiano Ronaldo ed è una situazione che si sta definendo grazie alla maggiore conoscenza tra i giocatori, specialmente per quanto riguarda l’attacco della profondità: Bonucci e Pjanić cercano il campione portoghese con maggiore frequenza e precisione, come testimoniato dal gol col Manchester United e da altre azioni costruite in questa maniera.

Ma che cosa s’intende per rifinitura? Qualsiasi allenatore, a qualsiasi livello,  deve essere in grado d’organizzare una fase offensiva varia e imprevedibile che riesca a esaltare le qualità dei singoli per arrivare con produttività al tiro. Una fase di possesso si caratterizza essenzialmente in quattro diverse parti: post conquista del pallone, costruzione, rifinitura, conclusione (finalizzazione). La rifinitura è essenzialmente, come già scritto sopra, la situazione in cui si cerca di smarcare un compagno al tiro. Le principali tecniche possono essere schematizzate così: dribbling, assist sul taglio del compagno, combinazione, sponda, sovrapposizione, cross; sono tutte quelle soluzioni che servono a generare superiorità numerica e posizionale per trarre vantaggio in un’altra zona del campo dove il compagno si è liberato. È chiaramente una fase strettamente legata alla strategia difensiva adottata dall’avversario: è diverso giocare contro una squadra che si difende nella propria trequarti rispetto a una che tiene il baricentro più alto; se nel primo caso si tende ad aggirare il muro andando sulle fasce, nel secondo si può cercare con maggiore produttività il passaggio in profondità. La rifinitura, quindi, richiede un elevato tasso di lettura da parte delle squadre e degli stessi singoli, ed è la fase in cui l’organizzazione collettiva costruisce la base sulla quale poggiano le capacità tecniche e tattiche individuali. Lettura ed esecuzione, sincronia dei movimenti rappresentano l’essenza per avere un’efficace rifinitura. Ed è qui che la Juventus trova la zona in cui deve operare con maggior profitto, limando i difetti finora emersi, limiti che sono fotografati e fissati dall’analisi delle ultime tre partite disputate: Juventus-Cagliari, Juventus-Manchester United, Milan-Juventus.

Con la formazione di Maran, i bianconeri trovarono immediatamente il vantaggio, cercando poi con insistenza il raddoppio nei dieci minuti successivi alla segnatura di Dybala prima di rallentare; dopo il momentaneo pari e l’autogol che riporta in vantaggio i padroni di casa, il secondo tempo è caratterizzato dalla ricerca della rete della sicurezza, gol che arriverà solo nel finale. Questo video testimonia tutte le situazioni in cui i bianconeri sono arrivati alla creazione di potenziali palle gol senza però concretizzarle, ma queste immagini sono ancora più utili per la nostra analisi:

De Sciglio compie la sovrapposizione interna mentre avrebbe dovuto passare alle spalle di Ronaldo (complice il controllo perfetto dell’ex Real); il portoghese rallenta l’azione non servendo Matuidi. 
L’area non è riempita. Sovrapposizione esterna puntuale, cross per il compagno a rimorchio (che non c’è).
Esecuzione non pulita da parte di Cuadrado
Cuadrado va in tilt e non sa cosa fare. Diversi errori: Cancelo avrebbe potuto compiere una sovrapposizione esterna, così come il colombiano avrebbe potuto servire subito Dybala.

La gara col Manchester United è quella maggiormente ricca di errori collettivi e individuali. È una partita in cui il piano studiato a tavolino sembra prevedere la ricerca costante dell’ampiezza per poi andare al cross cercando di giocare il pallone sul compagno a rimorchio: il risultato è stato quello di una Juventus che è riuscita a sfondare puntualmente sulle fasce non riuscendo però a concretizzare i vantaggi creati.

Bentancur e Cuadrado indicano chiaramente ad Alex Sandro cosa fare: passare la palla a Pjanić, un passaggio all’indietro che avrebbe mosso la difesa avversaria permettendo ai compagni di liberarsi con più facilità.
Nel momento in cui Bentancur fa partire il cross nessuno dei giocatori in area si è smarcato e avrebbe potuto rallentare, prendendo una pausa, per analizzare al meglio la situazione permettendo ai compagni di liberarsi
L’episodio chiave, il manifesto degli errori individuali in rifinitura. Incomprensibile l’errore di Cuadrado
Non la migliore soluzione da prendere. La lettura migliore sarebbe stata quella di dare la palla a Khedira, oppure servire Cuadrado sul secondo palo.
Situazione in cui si è creata la superiorità su una zona e si ha libero un compagno sul lato debole, ma non si legge correttamente quanto avviene

L’ultima partita è quella col Milan. È la gara in cui la Juventus produce meno xG, come scritto sopra 1.5 in questa occasione, con una squadra che lascia l’impressione di voler gestire e controllare maggiormente i ritmi della partita, evitando di accelerare eccessivamente ma producendo sempre diverse situazioni che sarebbero potute essere sfruttate meglio. È la gara in cui Allegri schiera il tridente Mandžukić-Dybala-Ronaldo, presentando quindi un giocatore in più abile in area, un vantaggio ben sfruttato in occasione del gol.

Una delle migliori azioni della Juventus finisce con un’ottima rifinitura. L’area è occupata correttamente, con tre uomini, cercando e servendo il compagno libero.
Notevole il movimento senza palla di Bentancur ad attaccare lo spazio; il centrocampista cerca poi una giocata per un compagno a rimorchio che non c’è.
Qui è Cristiano che avrebbe dovuto servire sulla propria sinistra Khedira.
Altro momento simbolo di una cattiva rifinitura. Cristiano Ronaldo indica chiaramente la giocata da scegliere, ma Mandžukić cerca di servire l’inserimento di Matuidi. Da notare come il movimento del francese, così come la sovrapposizione di Alex Sandro, abbiano creato il contesto migliore, costringendo il Milan a compiere delle scelte, per liberare Dybala.

Cagliari, Manchester United e Milan sono tre partite prese come esempio dei limiti in rifinitura finora emersi, difficoltà che hanno diverse ragioni. Come mostrato, alcune volte sono cattive scelte del rifinitore e/o pessime esecuzioni, altre sono dovute a movimenti errati in area di rigore. Tecnica e tattica individuale all’interno dell’organizzazione collettiva, lettura dei singoli, comprensione della struttura avversaria sono i fondamentali su cui poggia un’ottima rifinitura: la Juventus, per esempio, crossa molto, sfruttando anche questa soluzione come arma immediata di contropressione, grazie a un buon scaglionamento in campo e alla capacità di tutta la squadra d’accorciare in avanti, ma in troppe occasioni l’area non è attaccata correttamente e i cross non riescono a rivelarsi pericolosi. Serve muoversi meglio all’interno dell’area di rigore, smarcandosi, occupando bene le diverse zone (primo e secondo palo, dischetto), scegliendo poi la soluzione più adatta: scarico per muovere la difesa avversaria, cross teso tra difesa e portiere, giocata a rimorchio, traversone sul secondo palo. Non vanno ripetute meccanicamente situazioni provate in allenamento, perché la realtà della partita è spesso diversa e richiede un elevato tasso di abilità di lettura per prendere la decisione più produttiva e corretta. Stesso discorso può essere fatto per le occasioni in campo aperto, dove la capacità di muoversi senza palla, scegliendo quale sovrapposizione (interna o esterna), coordinando il movimento del singolo a quello dei compagni, risulta essere davvero fondamentale. La Juventus potrebbe anche combinare maggiormente per vie interne, ma è da sottolineare come molte delle formazioni incontrate abbiano finora preferito spingere i bianconeri sulle corsie esterne.

Lo stesso miglioramento, ancora da affinare, visto per servire Cristiano Ronaldo in profondità è necessario nelle prossime settimane in fase di rifinitura. Alcuni singoli, Cuadrado su tutti, presentano evidenti difficoltà in questa fase del gioco, ma è l’intera squadra che deve fare dei passi in avanti, migliorando a livello individuale e collettivo. Osservare e capire i propri errori, gestire emotivamente le situazioni in cui prendere la decisione ed eseguire correttamente la giocata, muoversi correttamente nello spazio e nel tempo in allenamento sono i passi fondamentali per aumentare sia la qualità delle conclusioni che il numero stesso dei tiri. Così, potremmo vedere aumentare il numero dei minuti in cui la Juventus è in vantaggio di due e più reti, lasciandoci alle spalle “la Juve non chiude le partite”.

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