A che punto è la Serie A dopo #W8NDERFUL


Forse non ci stiamo rendendo bene conto. La Juventus ha vinto 8 scudetti consecutivi, 37 totali. In Italia, chi insegue in queste due graduatorie ne ha vinti “solo” 5 consecutivi (il Torino a cavallo della guerra e la stessa Juventus negli anni ‘30); quanto al secondo posto nell’albo d’oro complessivo, questo spetta al Milan che ne ha 18. Meno della metà. La striscia, aperta, di trofei nazionali è un record anche nei cinque maggiori campionati europei, dato che l’unica contender, l’OL in Francia, si è fermata a 7 tra il 2002 e il 2008. E nel medio periodo la Juventus rischia di diventare un benchmark anche per quei campionati lontani sia culturalmente che geograficamente, come per il Tafea di Vanuatu, che al momento detiene il record nel calcio professionistico di 15 titoli nazionali consecutivi.

Forse è il caso che se ne renda conto anche la Serie A, e in particolar modo i rivali della Juventus, ma mi rendo conto che è chiedere tanto. In questi anni la Juventus ha scalfito un solco che difficilmente potrà rimarginarsi nel breve-medio periodo; e mentre siamo ancora qui a chiederci se sia più merito della Juventus o demerito degli avversari, questo solco diventa una voragine. E la cosa è ancor più impressionante se si pensa alla posizione di svantaggio competitivo che la Juventus occupava nel dopo Calciopoli.

Squadra 2011/12 2012/13 2013/14 2014/15 2015/16 2016/17 2017/18 2018/19* TOT
Juventus 84 87 102 87 91 91 95 87 724
Napoli 61 78 78 63 82 86 91 67 606
Roma 56 62 84 70 80 87 77 55 571
Milan 80 72 57 54 57 63 64 56 503
Lazio 62 61 56 69 54 70 72 52 496
Inter 58 54 60 55 67 62 72 61 489

Il campionato 2018/19 chiaramente non è ancora finito e i distacchi sono suscettibili di modifiche

Lo storico dei campionati ci consegna uno scenario desolante per le altre compagini della Serie A. Ogni qualvolta diciamo o sentiamo che il Napoli “tiene il passo della Juventus” è bene tenere a mente che il Napoli ha accumulato 118 punti di svantaggio in 8 anni, ovvero quasi 15 a campionato. L’Inter, che prima con Thohir e adesso con Zhang dovrebbe nelle colonne dei quotidiani essere un vero e proprio ostacolo alla Juventus, viaggia ad una media di quasi 30 punti a campionato. E il distacco rimane costante nel tempo, dato che quest’anno è già a 26.

Squadra TOT AVG
Napoli -118 -14.75
Roma -153 -19.125
Milan -221 -27.625
Lazio -228 -28.5
Inter -235 -29.375

Forse è opportuno anche dare alle inseguitrici la possibilità di coalizzarsi e collaborare in questa caccia alla Juve. Ma le cose non migliorano, dato che – qualsiasi sia stata la seconda in classifica – hanno accumulato 11 punti di distacco di media.  

Distacco 2011/12 2012/13 2013/14 2014/15 2015/16 2016/17 2017/18 2018/19
Juventus 84 87 102 87 91 91 95 87
Seconda 80 78 84 70 82 87 91 67

Forse è il caso che la Serie A si interroghi sul cammino scelto, quella scarna sopravvivenza che mal si addice ad una situazione in cui una società più avanguardista è in grado di fagocitare trofei e ricavi. Devono chiederselo tutte le inseguitrici, a cominciare dalle milanesi, tendenzialmente più ricche e meglio posizionate per storia e “mercato” (leggasi bacino d’utenza). Ma devono farsi un esame di coscienza anche Roma e Napoli, che mai si erano trovare in una posizione di comode seconde per un periodo così prolungato della loro storia, con tutte le opportunità di ricavi e di crescita che questo comporta(va). Opportunità che per miopia o tacita accidia non hanno saputo cogliere e rischiano adesso di ritornare al ruolo di comprimarie del campionato, e nulla più.

Il problema delle “rivali” è che mentre loro si interrogano su queste ed altre faccende, la Juventus ha già fatto un sol boccone del mercato italiano, lasciando consapevolmente o meno le briciole a chiunque sia disposto a raccoglierle. E ancora non sappiamo bene “chi” voglia raccoglierle.

Il Napoli galleggia su una situazione di encomiabile sostenibilità aziendale senza però dare segnali di investimento per uscire dallo status quo. Anzi, De Laurentis non ne pare minimamente interessato. L’Inter, forse colei che è meglio posizionata sul breve-medio periodo dopo l’ingresso in società della maggioranza cinese, ha mandato in fumo una posizione di vantaggio immenso dopo il 2010, ultimo colpo di coda del periodo morattiano che della miopia affaristica ha fatto una bandiera. Le romane brancolano nel buio e se questo è più o meno tollerabile per la Lazio, la Roma americana ha fallito su tutta la linea. Impantanata nelle paludi del FFP e della mala gestione amministrativa della capitale, Pallotta ha fatto diversi passi indietro dalle stagioni in cui la Roma pareva poter contendere il campionato (ma anche no) alla Juventus. Il Milan invece è rimasto affar di famiglia di Berlusconi, fino al forzoso passaggio di proprietà a Elliott, di cui però fatichiamo ancora a vedere i business plan sul medio periodo, a parte uno stanco vivacchiare.

Tra poco cominceremo a chiedercelo anche noi juventini, dal momento che la società non sta solamente trainando un movimento intero, ma lo sta facendo anche nonostante il calcio italiano le stia mettendo delle vere e proprie zavorre ai piedi. Basti citare a titolo esemplificativo le pagliacciate cui abbiamo assistito sulla contrattazione dei diritti televisivi, o la gestione tragicomica delle squadre B. Quando cominceremo a chiedercelo? Forse nel 2024, quando l’ECA darà una spallata forse decisiva ai campionati nazionali? E allora, la Serie A avrà il coraggio di recriminare, addossando all’élite del movimento responsabilità che questa élite non è più disposta ad accolarsi?

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