Cosa non ha funzionato in Crotone – Juventus?

Più o meno tutto, si potrebbe dire, in maniera sintetica. E non si andrebbe nemmeno lontano dalla realtà in effetti. La Juventus ha effettuato una prestazione ampiamente sotto tono sia nelle individualità che complessivamente. Il Crotone, autore di una partita senza dubbio ottima, ha evidenziato con troppa facilità i problemi tattici di questa squadra che, d’altro canto, non è sembrata in grado nel corso dei 90 minuti di trovare alcun accorgimento per porre rimedio. E forse è quest’ultimo il tratto più preoccupante di una prestazione sconcertante alla quale però vanno riconosciute delle attenuanti: le assenze di Ronaldo, Dybala, Alex Sandro (oltre a De Ligt e a Chiellini), l’assenza dei nazionali nelle settimane precedenti che ha impedito a Pirlo di lavorare con la squadra al completo.

Pirlo, nonostante le assenze, ha optato per lo scaglionamento visto nelle uscite precedenti: un 3-4-2-1 o 3-2-5 in fase di possesso con Danilo nei tre di difesa insieme a Bonucci e Demiral, Arhtur e Bentancur come mediani, Portanova e Kulusevski alle spalle di Morata con gli esterni, Chiesa a destra e Frabotta a sinistra col compito di alzarsi e accompagnare l’azione. In fase di non possesso si sono andate a formare le due linee da quattro con Danilo che scala come terzino a destra e Frabotta che si abbassa in un sistema che abbiamo imparato a conoscere bene.

Le difficoltà in fase di non possesso

Come evidenziato peraltro già nelle partite precedenti, la Juventus ha evidenziato notevoli falle in fase di non possesso che hanno permesso ai Pitagorici di sviluppare senza troppe difficoltà la manovra sfruttando, nello specifico, gli enormi spazi concessi sulla destra dello schieramento bianconero. La Juventus, infatti, una volta persa palla, si ritrovava con Chiesa molto alto e Danilo in posizione piuttosto stretta. Il Crotone è riuscito quasi sempre tramite cambi di campo (concessi troppo facilmente) a trovare Reca su quel lato libero di attaccare e combinare con Simy.

Il Crotone gestisce il pallone con sapienza e, al primo momento utile a palla scoperta, cambia campo per sfruttare il vuoto lasciato dalla Juve sulla destra

Così è nato il calcio d’angolo nell’azione soprastante e l’azione che ha portato al rigore per l’1-0. Sempre dal lato destro bianconero è nata anche una notevole occasione per il Crotone allo scadere del primo tempo dopo un’azione.

Due cose da osservare: 1- quanto spazio ha Cigarini per effettuare il cambio campo; 2- quanto spazio ha Reca da attaccare davanti a sè

Aldilà però di quanto è seguito in concreto, si è vista una Juventus non in controllo del match ma soprattutto non in grado di porre opposizione al gioco avversario. Tanto che il Crotone, senza troppi patemi, è stato in grado per alcuni tratti della partita di posizionare le tende nella metà campo bianconera. Sono evidenti gli scompensi che questo scaglionamento si porta ancora dietro e sui quali sarà necessario lavorare. Il problema si accentua maggiormente ed è allo stesso tempo causato da una Juventus incapace di applicare una delle due regole auree di Pirlo: recuperare il pallone immediatamente. Sia in riaggressione immediata sia in pressing la Juventus è stata largamente deficitaria con un Crotone, come evidenziato dal video soprastante, in grado di trovare sempre l’uomo libero.

Il palleggio e la fase offensiva

Anche col pallone la Juventus è stata deficitaria, almeno sotto due punti di vista: l’uscita dal pressing e la creazione di occasioni da gol. Gli uomini di Pirlo hanno fatto una fatica tremenda a uscire palla al piede e a consolidare il possesso poi nella metà campo avversaria per via di un pressing avversario orientato sull’uomo e condotto in maniera armonica.

Accoppiamenti formati, Demiral si trova chiuso e riuscirà a uscirne solo con un dribbling

Demiral, schierato a sinistra, ha fatto molta fatica a giocare col pallone tra i piedi in quanto poco incline a usare il piede sinistro: è sempre sembrato macchinoso nel dover attendere il pallone e ruotare il corpo per giocare col piede destro. Arthur ha senza dubbio dato una mano grazie al suo primo controllo eccezionale e alla sua capacità di gestire la pressione dell’avversario ma, come affermato da Pirlo in conferenza stampa, deve provare a toccare il pallone qualche volta in meno. Dal punto di vista dell’uscita palla al piede è stato particolarmente utile un Morata ispirato che ha vinto alcuni duelli individuali ed è riuscito ad addomesticare il pallone e fare sponda. Da una sua sponda, per esempio, è nato il gol del pareggio. Quando si è riusciti invece a trovare l’uomo tra le linee, sono stati commessi errori individuali che hanno vanificato il tutto, come nel video sottostante.

Qui Demiral esce abbastanza bene da una situazione complicata, Chiesa però gioca a testa bassa. Su tracce centrali. Ma questo lo avevamo già detto

Anche negli ultimi trenta metri la Juventus non ha fatto bene. Pirlo, chiaramente, ha preteso dai suoi giocatori offensivi fluidità e continui cambi di posizione. Pertanto, Kulusevski più volte si è allargato con Chiesa che ha ricambiato seguendo tracce più interne. I risultati non sono stati soddisfacenti ma d’altronde sia Chiesa sia lo stesso Morata (o Bernardeschi quando entrato) non sono giocatori abili nell’associarsi nello stretto nè tantomeno nel trovare la giocata corretta da effettuare. L’unico in grado di disimpegnarsi più o meno discretamente in situazioni di questo tipo è Kulusevski che però ieri ha inciso di fatto solo nell’occasione del gol realizzato con un “third pass” (il passaggio che precede l’assist) a cui va attribuito il70% di quel gol. Per il resto anche l’ex Parma in situazioni congestionate ha perso alcuni palloni andando a sbattere contro la retroguardia pitagorica. La produzione offensiva juventina, in sostanza, è stata scarsa: solo due tiri in porta. La circolazione rapida del pallone e la ricerca dell’ampiezza con dei cambi di gioco, ammirate contro Novara e Sampdoria e che avevano fatto ben sperare, si sono dissolte di fronte a due squadre organizzate come Roma e Crotone. Sarà chiave per la Juventus la disponibilità di giocatori in grado di incidere su tracce centrali (Dybala, Ronaldo, Ramsey e lo stesso Kulusevski) in maniera tale da ricollocare Chiesa (e lo stesso Bernardeschi) su traccia esterna.

Pirlo ha molto da lavorare, in primis, per dare equilibrio a una squadra che ne ha avuto solo quando ha giocato in 10 e quindi è stata costretta ad abbandonare l’ibrido e a schierarsi con due linee da 4. In secondo luogo, sull’uscita dal pressing e sulla produzione offensiva. Molto probabilmente il ritorno di Dybala sarà chiave in questo senso. Di certo Pirlo ha molte attenuanti: l’assenza di un pre-stagione, l’aver lavorato nelle ultime settimane senza nazionali, un calcio-mercato terminato da poco poi di 10 giorni. Come d’altronde si diceva anche l’anno scorso, deve essere concesso tempo, essenziale per l’avvio di un progetto tattico.

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