La Juventus degli esterni

Con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, sono molte le cose che cambiano nell’attacco della Juventus: il portoghese è un giocatore differente da Higuaín, con un set di movimenti peculiari e ben determinati, e con un potenziale realizzativo molto diverso. L’attaccante più forte del mondo ha quindi portato in dote la necessità di rivisitare alcuni sistemi di gioco della Juventus. Massimiliano Allegri si è trovato tra le mani un giocatore abituato ad essere rifornito di palloni giocabili, ‘tirabili’: nell’evoluzione che l’ha portato sempre più vicino alla porta Cristiano ha progressivamente educato la propria squadra a fornirgli passaggi al tiro con una certa frequenza, a prescindere dalla qualità. Tanto poi ci pensa lui a ripulirli. E possiamo quindi pensare che cercherà lo stesso habitat anche a Torino. 

 

Contesto e Cristiano

In realtà però questo è tutto il contrario di quanto fatta dalla Juventus dell’anno scorso. Vivendo di strappi, la squadra aveva un atteggiamento teso a determinare prima e lasciare poi libertà creativa e spazio di tiro ai propri fuoriclasse. A riprova di quanto osservabile in campo, per l’anno scorso la statistica degli xG parla di 53.72 gol attesi in Serie A a fronte di 82 effettivamente segnati (rigori e autogol esclusi). Un delta gigantesco che siamo stati in grado di spiegare solo con il notevole tasso tecnico degli attaccanti bianconeri. Oltretutto, il volume totale di tiri in Serie A è stato nettamente più basso rispetto alle squadre della parte alta della classifica (siamo ottavi in questa classifica): 437, un numero che impallidisce rispetto a i 540 del Napoli. Questi dati, pur non spiegando a fondo i principi della manovra offensiva, ne confermano alcune sfumature.

Rispetto a Higuaín, Ronaldo ama attaccare la profondità, obbligando la difesa tutta a scendere in basso e allungando il campo giocabile per i compagni, ma sa anche calcare binari più orizzontali, aprendosi in fascia e costringendo la difesa a scalare marcatura di lato; Higuaín, al contrario, ha spiccate tendenze a venire a giocare incontro chiamando fuori dalla linea il singolo difensore, poiché ha bisogno di toccare più palloni possibili per sentirsi coinvolto. Un’altra differenza fondamentale – quanto meno ai fini di questo articolo – è la ‘presenza’ in area. Ronaldo ha un gioco aereo unico al mondo (un fondamentale nel quale forse Higuaín peccava) ma anche la notevole abilità di tracciare movimenti a mezzaluna dietro i difensori che stringono verso la porta.

 

Questo è un gol a mio avviso molto sottovalutato: il movimento è perfetto (incluso il blocco di Benzema) e la finalizzazione meravigliosa.

Cristiano ha la consapevolezza di dover essere rifornito costantemente di tiri: al Real l’anno scorso in Liga ne prendeva in media 6.80, un numero enorme, soprattutto se paragonato ai 3.37 di Gonzalo Higuaín (i dati sono parametrati per 90 minuti). Per quanto qualitativamente non fossero tiri eccelsi, ci pensava la sua abilità a rendere qualsiasi key pass un pericolo concreto.

 

Manovra offensiva revisited

La previsione e il desiderio del sottoscritto è che per mettere nelle condizioni migliori il proprio giocatore migliore, si provvederà a ristrutturare a fondo l’attacco posizionale. Fino all’anno scorso la manovra offensiva contemplava l’occupazione statica degli half space: questa strategia vedeva Dybala e l’esterno destro (Costa, o Bernardeschi) rientrare per scambiarsi di posizione con l’argentino e posizionarsi così in porzioni di campo interne, confidando nelle connessioni tecniche dei calciatori di maggior talento; oppure, nel 4-3-3, Dybala e una delle mezzali – di solito Khedira. L’infortunio di Cuadrado ha sottratto alternative al carnet di Allegri, ma bisogna riconoscere che la staticità degli elementi e la lentezza del giro palla hanno a lungo intasato la trequarti avversaria, producendo i noti problemi di dinamicità.

Già dalla partita contro il Chievo, e l’auspicio è che si ripeta con costanza nel corso della stagione, la squadra ha cercato l’ampiezza come raramente le era capitato sotto Allegri. Questo, voglio convincermene, era dettato dalla precisa volontà di crossare il più possibile. I terzini, entrambi dalle doti marcatamente offensive, rimanevano altissimi e larghissimi; la colonizzazione delle fasce è stata certificata anche dall’impiego di due ali sul proprio piede forte, come Costa e Cuadrado: una dichiarazione d’intenti per sfruttare le corsie laterali. È assai probabile che, con le doti da palleggiatore di Bonucci e la presenza contemporanea di Pjanić e magari di Emre Can, si possa demandare la prima costruzione al centro del campo, in cui al massimo potrà entrare a rotazione uno dei terzini, ed evitare in questo modo le lunghe fasi di sterile possesso circolare. In questo contesto i terzini, larghi ed alti, avranno soprattutto il compito di far progredire la manovra, anche – perché no – attraverso iniziative personali. D’altra parte Cancelo è un giocatore perfetto per questo tipo di gioco, e abbiamo ancora negli occhi le progressioni swag di Alex Sandro palla al piede. Il dribbling da fermo, in velocità, con finte di corpo, sterzate, in conduzione, etc, è un fondamentale in cui entrambi i terzini eccellono, e consegne tattiche simili li indurrebbero a coniugare estro ed efficacia, contribuendo a metterli a proprio agio in un sistema che ne esalti le qualità. Oltretutto sia Cancelo che Alex Sandro hanno nelle proprie corde sia la sovrapposizione esterna (overlapping) che quella in traccia interna (underlapping). Una soluzione poco utilizzata sinora, ma che porterebbe grandi benefici per sfruttare la superiorità tecnica dei nostri esterni e che sarebbe di ostica lettura per gli avversari. Un ventaglio di soluzioni così ampio si sposerebbe peraltro bene con le altrettanto ricche possibilità offensive.

 

Io ci vedo proprio la spensieratezza nelle sue corse in underlapping (salvo poi scorgere un po’ di mesta tristezza quando Costa non lo serve)

In effetti il gioco verticale – piuttosto che a rientrare – si confà molto bene anche a Douglas Costa e a Cuadrado, e certamente porterebbe una mole di palloni sufficiente a sfamare Cristiano là davanti. Impiegati sul proprio piede forte, i due avrebbero un’arma in più nel controllo orientato, nella conduzione e nella costante minaccia del cross per Ronaldo. Per questo a mio parere l’assetto-tipo della Juventus dovrebbe prevedere i due sudamericani sul proprio lato forte. Ne beneficerebbe l’immediatezza dell’azione, potendo contare su una postura ricettiva ottimale e che anzi sarebbe più che propedeutica per l’attacco del fondo campo. Questa è una novità non da poco, specialmente per Cristiano, che è abituato ad occupare l’area di rigore con costanza: un cross con il piede forte è necessariamente ‘ad uscire’, il che rende molto più facile e potente l’impatto con il pallone dopo aver staccato, dal momento che questo viene incontro all’attaccante (a differenza di un cross a rientrare, dove l’attaccante deve ‘rincorrerlo’ a causa della traiettoria che se ne scappa verso il fondo). L’anno scorso, a parte qualche sporadico episodio, abbiamo sovente visto Costa a destra e Mandžukić in falsa ala a sinistra, dove il primo cercava il secondo: in quelle posizioni specialmente il brasiliano era naturalmente portato a cercare il centro del campo, sia girandovi le spalle che poi con gli scarichi (tanto che Allegri l’ha anche utilizzato come escamotage per risalire il campo ed uscire dalla pressione avversaria). Armi diverse per situazioni diverse, ma io sono sicuro che i nostri esterni si divertirebbero di più a fare a gara di sprint sulla fascia.

 

Bonus tracks

Nella speranza che voglia costruire relazioni durature e connessioni tecniche on and off the pitch, Allegri ha schierato da subito due coppie tutto sommato interscambiabili. Con l’eccezione di Douglas Costa che proprio non vediamo esterno basso, Cancelo e Cuadrado sanno interpretare egregiamente entrambi i ruoli di ala e di terzino, e lo stesso si può dire di Alex Sandro. L’ecletticità delle coppie ha già portato duetti interessanti nell’ultimo terzo di campo. Tenendo a mente che se il terzino sale moltissimo senza palla l’ala è in qualche modo costretta ad accentrarsi, gli esterni hanno dato vita a scambi esteticamente appaganti in cui confondevano i poveri Tomović e Cacciatore. I terzini clivensi, preso in consegna uno dei due bianconeri, non sapevano se seguirlo fino in fondo o lasciarlo per concentrarsi sull’altro: Cancelo cominciava l’azione da terzino e la concludeva in posizione e con il ruolo dell’ala, e la stessa cosa ha fatto Alex Sandro. Per giunta tutti i nostri esterni hanno un fondo atletico eccellente in grado di soddisfare i requisiti fisici richiesti dal ruolo. Insomma, dopo averne assaggiato il potenziale, non penso di essere pronto ad abbandonare questa idea di potenza.

Un altro leitmotif che non deve essere sottovalutato – ed ulteriore argomento a favore di un simile assetto – è l’abilità balistica di Bonucci in difesa. Ripresosi il posto al centro della retroguardia, Bonucci ha già dato saggio delle proprie abilità nei lanci lunghi, una risorsa che tanto era mancata l’anno scorso. Quello che mi preme sottolineare qui è la connessione con Douglas Costa e/o Alex Sandro – oltre a quella molto più diretta con Cristiano Ronaldo. Come qualcuno ha già rilevato, questa linea di passaggio è stata già molto battuta durante il match contro il Chievo. La posizione – larghissima e soprattutto a sinistra – di Costa permette a Bonucci di lanciare con l’interno del piede verso la propria sinistra: un calcio che è per natura più forte, più preciso, più teso e dall’esecuzione più immediata che se dovesse lanciare centralmente o sulla propria destra. Ancora meglio con Alex Sandro alto, Bonucci ha una doppia scelta e gli avversari un doppio dilemma; contro squadre che badano per lo più a difendersi, un Cancelo molto alto sul lato destro per giunta gli tira via gli avversari e gli offre la possibilità di avere più spazio per preparare il lancio. Il tutto poi, per mettere un fulmine come Douglas Costa già in situazioni di uno vs uno, di cui il brasiliano va ghiotto.

 

Per riuscire a cambiare gioco così velocemente ci voleva Bonucci

 

Tuttavia, con una simile rosa a disposizione non bisogna cadere nell’errore dell’integralismo tattico. L’opinione dello scrivente è che le situazioni descritte qui sopra sarebbero armi letali, ma non si possono non menzionare le grandi risorse che parimenti potrebbero dare contributi decisivi durante la stagione. Mandžukić, una spalla ideale per Ronaldo quando gli permette di aprirsi in fascia, o Bernardeschi, le cui doti da rifinitore sono estatiche sulla destra, offrono non solo tanta qualità, ma anche alternative tattiche preziose (e la prima di campionato ne è fulgida dimostrazione). Per di più, Massimiliano Allegri ci ha abituati ad un approccio  malleabile, in cui le strutture tattiche soccombono alle esigenze contingenti: ogni speculazione sulla Juventus che verrà è da prendere in maniera molto morbida. Se tanto mi dà tanto però, quest’anno gli esterni rivestiranno un ruolo ben più importante rispetto all’anno scorso, influenzando di fatto lo sviluppo della manovra e rovesciando forse il paradigma offensivo della Juventus.

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