Moise Kean reloaded

Dopo la cessione negli ultimi giorni di mercato di Cristiano Ronaldo al Manchester United, la Juventus era chiamata inevitabilmente a rafforzare il pacchetto offensivo, consapevole allo stesso tempo di non poter sostituire appieno in pochi giorni un terminale offensivo da 100 gol in tre anni. In poco tempo la dirigenza bianconera si è orientata su Moise Kean che ritorna in bianconero in prestito biennale con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni per un’operazione che dovrebbe costare intorno ai 38 milioni di euro complessivi. Dopo l’exploit in maglia bianconera nella seconda parte della stagione 2018/2019 l’attaccante italiano ha vissuto una stagione decisamente negativa in maglia Everton (poco più di 1000 minuti in stagione e soli 2 gol) e successivamente un significativo rilancio con la maglia del Paris Saint Germain dove ha collezionato 41 presenze per 17 gol.

Ai fini delle liste giova ricordare come Kean sia un “Club Trained Player” che quindi, in soldoni, non andrà a occupare un posto in lista né ai fini Uefa né in Serie A.

Che giocatore (ri)trova la Juventus?

Questi due anni vissuti tra Inghilterra e Francia, in contesti tattici diversi tra loro, hanno evidenziato in quali situazioni il nuovo attaccante bianconero si esalti (e sia anche cresciuto) e in quali invece faccia ancora molta fatica.

Come potuto già osservare sia nelle giovanili bianconere sia nell’ultima parte della stagione 2018/2019 Kean per le sue doti fisiche (buona muscolatura, elevata esplosività e ottimo scatto) e tecniche (scarsa capacità associativa nel breve) interpreta il ruolo di prima punta in maniera molto verticale preferendo indubbiamente attaccare in campo lungo possibilmente con la fronte rivolta verso la porta piuttosto che spalle alla porta in spazi stretti.

Nonostante qualche miglioramento intravisto alla Juventus, infatti, il nuovo numero 7 bianconero offre un contributo ancora non sufficiente spalle alla porta in zone centrali del campo per aiutare lo sviluppo della manovra. Il primo controllo è spesso difficoltoso soprattutto in ricezione di palloni bassi e tesi e macchinosa è talvolta la gestione del pallone con il difensore a contatto. Probabilmente consapevole di tali difficoltà Kean tende, infatti, a scaricare il pallone il prima possibile, spesso di prima.

https://youtu.be/Weer9NZolJI?t=119
In quest’occasione Kean riceve da solo un pallone teso e la gestione molto macchinosa fa perdere tempi di gioco alla squadra; nell’azione successiva il controllo è eccellente ed emerge l’attitudine verticale: testa bassa verso la porta

Parimenti nei duelli aerei, nonostante una corporatura di 183 centimetri per 77 chilogrammi, le statistiche dell’attaccante vercellese non sono di un giocatore élite in questa situazione di gioco: nell’ultima stagione al PSG in Ligue 1 per 1,1 duelli aerei tentati a partita 0,5 vinti e 0,6 persi. Guardando, però, alle partite giocate in Champions League 0,2 vinti e 1,4 persi per 1,7 tentati a partita.

Se, quindi, da un lato, fatica a gestire palloni spalle alla porta nel duello 1 contro 1 col difensore e in zone congestionate del campo, dall’altro l’attaccante vercellese offre un ampio set di movimenti che lo rendono un attaccante estremamente mobile lungo tutta l’ampiezza del campo. In particolare, Kean tende a compiere molte volte all’interno del match movimenti a tagliare interno-esterno andando ad occupare l’out destro (prevalentemente) o sinistro del campo.

Heatmap di Kean nell’ultima stagione al PSG. Evidente come si muova lungo tutta l’ampiezza del campo per ricevere palla

Ricevendo il pallone sull’out destro o sinistro, Kean si trova in una situazione potenzialmente più incline alle sue caratteristiche potendo provare a girarsi e cercare l’1 contro 1 con campo a disposizione. In queste situazioni di gioco emergono le sue qualità principali quali accelerazione, progressione e dribbling che lo rendono un’arma molto pericolosa contro qualsiasi avversario.

Qui Kean riceve palla sull’out di destra e effettua una sua classica giocata per liberarsi della marcatura e giocarsela poi in progressione. Questo tipo di giocata è più facile sull’esterno che al centro del campo, ovviamente

Quanto al contributo offensivo offerto alla squadra Kean è una tipologia di attaccante che sa muoversi e attaccare l’area di rigore con grande intelligenza e puntualità e sa segnare in diversi modi. L’aspetto principale in cui probabilmente è migliorato maggiormente in questi due anni sono proprio i movimenti effettuati nell’attaccare la linea avversaria sia da cross laterale che da imbucata verticale. D’altronde già nei primi mesi in prima squadra alla Juventus era saltato inevitabilmente all’occhio come i suoi istinti nella ricerca della palla in area di rigore fossero notevoli. Ridotto invece è l’apporto in rifinitura e costruzione sia per letture da migliorare sia per scarsa sensibilità tecnica sotto questo punto di vista. Tale inclinazione è testimoniata sia dai semplici numeri di gol (33) e assist (3) fin qui in carriera tra Juventus prima squadra, Verona, Everton e Psg nonché dal grafico sottostante realizzato dalla piattaforma Calciodatato che mette in confronto Kean in percentile con altri attaccanti delle top 5 leghe europee.

Senza dubbio ridotto il contributo in fase di costruzione e rifinitura, ma non è quello il suo mestiere

In fase di non possesso Kean può senza dubbio offrire un contributo superiore a quello di Cristiano Ronaldo il quale, invece, non partecipava affatto a questa fase. Pure da questo punto di vista, però, i margini di miglioramento sono notevoli, come si evince anche dal grafico sovrastante: l’attaccante italiano, infatti, possiede un ottimo fondo atletico e, secondo i dati forniti dal sito Fbref.com, ha portato nelle ultime due stagioni un numero di pressioni sul portatore palla avversario sì superiori a quelle di CR7 ma comunque inferiori, per esempio, a quelle di Morata o di Lautaro Martinez. Va specificato che i numeri non spiegano interamente come un giocatore porti quella pressione, se chiuda le linee di passaggio in maniera corretta e se adotti la postura del corpo adatta alla situazione di gioco. Sotto questo profilo Kean deve portare miglioramenti al suo gioco e offrire letture meno istintive. Difficilmente, però, Allegri gli chiederà compiti particolarmente intensi in fase di pressing posto che non sarà obiettivo della Juventus alzare il pressing per recuperare il pallone bensì solamente, al limite, per disturbare la costruzione avversaria.

Nella Juventus

Quanto al contributo in questa Juventus occorre, in primo luogo, effettuare una premessa, forse banale ma comunque opportuna: Kean, seppure nominalmente e numericamente arrivato per sostituire Cristiano Ronaldo, non può essere considerato il sostituto di CR7 né in tale ottica può essere valutato. Si tratta di un ragazzo di 21 anni con degli istinti e doti senza dubbio meritevoli di attenzione ma con aspetti del gioco da migliorare (letture e scelte col pallone tra i piedi, utilizzo del piede sinistro).

È un acquisto però, giovane, con margini di crescita e coerente con i principi di gioco su cui Allegri sembra voler fondare la Juventus di questa stagione. Da quanto visto nel precampionato e nelle prime due uscite stagionali, la Juventus di Allegri sembra essere intenzionata a difendere in campo piccolo, a costo di abbassarsi e schiacciarsi, per poi ripartire in campo lungo e possibilmente aperto con i suoi specialisti quali Chiesa, Kulusevski, Morata, Rabiot. In quest’ottica Kean è senza dubbio un giocatore funzionale e potrebbe trovare un contesto a lui gradito. Il numero 7 bianconero potrebbe giocare come prima punta in un 4-3-3 oppure accanto ad un altro attaccante in un 4-4-2. Di certo difficilmente gli si potrebbero chiedere, in fase di non possesso, ripiegamenti profondi da esterno poiché poco inclini alle sue caratteristiche.

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