Chi ha sbagliato sui gol del Napoli?

I due gol subiti contro il Napoli sono lo specchio delle contraddizioni e delle mancanze della Juventus. Con questo breve articolo ne evidenziamo gli errori più grandi.


Il primo gol del Napoli nasce da una serie macroscopica di errori individuali, che per certi versi hanno rasentato il comico. In seguito ad un buon break, Matuidi si trova lanciato sulla fascia sinistra, in solitudine. Il francese ha il tempo di guardare al centro, scandagliare il posizionamento dei compagni, e lasciar partire il cross. 

Dybala gliela chiama pure

Con tre compagni ad attaccare il centro dell’area, e soprattutto Dybala a rimorchio in ottima posizione, Matuidi sbaglia clamorosamente l’impatto con il pallone e ciò che esce fuori è un pallone lento che scende subito fuori dall’area di rigore. Il Napoli riparte. 

Insigne porta la transizione del Napoli sulla trequarti della Juventus. Qui, dopo aver scambiato con Milik, è libero di puntare la porta. Perché? Rabiot aveva recuperato sul polacco, facendo bene la diagonale del campo, e continua a seguirne la corsa in profondità fino al limite dell’area. In questo istante, Bentancur avrebbe dovuto sapere sia che Matuidi non avrebbe potuto coprire la propria zona di competenza (perché lontanissimo) sia che Rabiot era impegnato a stare nella propria. Un minimo di scaltrezza in più l’avrebbe dovuto portare ad accorciare in maniera decisa sul capitano del Napoli, anziché portarselo ai 20 metri.

Un errore evidente soprattutto in ragione del fatto che non c’erano inserimenti da coprire. 

Il tiro di Insigne non è particolarmente angolato. Eppure Szczęsny lo respinge oggettivamente male. Perché? Probabilmente non si aspettava che scendesse così tanto. Mi spiego: il nostro portiere compie un “piede scaccia piede”, ossia un doppio movimento laterale, prima del piede lato tuffo, poi di quello a rimorchio. Questa scelta su un tiro non troppo angolato è una scelta di stabilità, che gli permette di posizionarsi in anticipo dietro la linea di impatto del pallone: lo voleva bloccare. Tuttavia, il tiro di Insigne – per quanto non particolarmente potente – scende all’improvviso: ecco che la scelta di privilegiare la stabilità diventa deleteria, perché significa anche passività e staticità. Per deviare la conclusione, Szczęsny deve accelerare il movimento del braccio destro e schiacciarlo verso il terreno, con la conseguenza di perdere il controllo sulla direzione della respinta. L’importanza di effettuare letture corrette porta anche a scelte azzeccate, cosa che qui purtroppo non è successa.

Il secondo gol è anche lui molto ben rappresentativo di alcune difficoltà endemiche. Saltata un’uscita di Cuadrado, la squadra si trova a rincorrere Elmas sulla corsia di destra. Con il colombiano fuori causa, è De Ligt a dover scalare verso il pallone, e tutta la linea difensiva correttamente lo segue. 

Così come poi Bonucci deve seguire Milik

Il cross di Milik, per quanto sbagliato, trova il secondo palo immancabilmente sguarnito (danno collaterale del dettame del mantenere la squadra sempre stretta). 

Con la squadra a rincorrere sempre il pallone senza possibilità di attaccarlo, prima o poi lo spazio gli avversari lo trovano. Così come lo ha trovato Callejón, che ha servito Insigne libero alle spalle di Bernardeschi, troppo statico nella sua attrazione verso il pallone in questo caso, dopo che tutta la linea è collassata verso la propria porta. 

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