Tridente o no? La sostenibilità dell’attacco bianconero

In questo inizio di stagione, Dybala, Ronaldo e Higuain hanno garantito all’attacco bianconero 22 gol dei 38 totali (58%) e 8 assist. Sin qui hanno giocato contemporaneamente nel corso di 4 gare per un totale di 93 minuti portando in dote 5 gol realizzati e nessuno subito. Ci siamo chiesti se il tanto desiderato tridente pesante è sostenibile per la squadra, oppure no.


di Michele Puntillo

Dopo un’intera estate di lavoro sul 4-3-3, Sarri nella partita esterna contro il Brescia vira sul 4-3-1-2 e sul rombo a centrocampo. Questo non per una presunta preferenza del tecnico toscano, ma per esigenze strutturali della rosa aggravate da vari infortuni sulle corsie esterne (Douglas Costa, Danilo, De Sciglio). In questo contesto, il tecnico ex Chelsea adatta definitivamente Cuadrado nel ruolo di esterno basso e decide così di valorizzare appieno il reparto centrale, pieno zeppo di giocatori di livello.

Il fulcro su cui viene costruita questa evoluzione è Bernardeschi che diventa il titolare indiscusso nel ruolo di trequartista. Questa è una sorpresa se pensiamo che l’esterno carrarino non sembra avere le caratteristiche per rendere al meglio in quella zona di campo, specialmente in fase di possesso. Ma nelle idee di Sarri probabilmente il suo contributo con la palla è passato in secondo piano, sacrificato sull’altare dell’equilibrio tattico. Infatti, l’ex viola finora è stato importantissimo nel primo pressing e nei ripiegamenti difensivi, contributo reso necessario dall’attuale roster delle punte. Tre attaccanti di altissimo livello, ma che sicuramente non eccellono nel contributo difensivo, in particolare né in pressing e contro-pressing e né in difesa posizionale.

In peculiari contesti e per spezzoni di partita, Sarri ha però inserito Dybala, Ronaldo e Higuaín contemporaneamente con risultati spesso positivi.

Così, la suggestione di vedere ‘i tre tenori’ dell’attacco bianconero, insieme dal primo minuto, è diventato un mantra ripetuto da tifosi e media, al quale Sarri ha risposto sempre con una sola parola: “equilibrio”.

Ma questo tridente è o no un’ipotesi percorribile? Innanzitutto, bisogna ricordare che il tridente pesante ha sì avuto sempre un ottimo impatto, ma sempre a gara in corso. E questo non è un particolare secondario, parliamo infatti di partite come Inter, Lokomotiv e Bayer spesso tirate dal punto di vista fisico e mentale, dove inserire un campione del calibro di Higuaín e Dybala, con i ritmi degli avversari notevolmente calati, porta in dote un vantaggio notevole.

Diverso è il discorso su un futuro in pianta stabile dei tre, a mio avviso è difficile, ma non impossibile. Sicuramente in questo momento di crescita tecnico-tattica potrebbe essere pericoloso perché aggiungerebbe un ulteriore scompenso ad una squadra che – seppur stia facendo benissimo – sta vivendo una rivoluzione tattica per nulla scontata.

Però in futuro con una squadra dal baricentro più alto, magari con una mezzala sinistra più tecnica (Rabiot finalmente pronto? Aggiunte dal mercato?) e con il Bentancur di questo inizio di stagione, con una riaggressione più prossima all’area avversaria, questa ipotesi potrebbe diventare non del tutto peregrina – almeno in alcuni alcuni match di campionato – perché costringerebbe gli attaccanti a meno corse lunghe e permetterebbe ai tre di esaltarsi nel contesto in cui hanno pochi eguali al mondo: quello tecnico.


di Jacopo Azzolini

Le prime parole di Sarri in conferenza stampa non erano state di circostanza. Nella sua testa, Douglas Costa è uno dei principali pilastri su cui questa Juve sarebbe dovuta ripartire, e d’altronde non ci sarebbe motivo di spiegarlo: si tratta della principale fonte creativa della squadra nell’ultimo terzo di campo. Infatti, Sarri è partito da lui, poiché possiede caratteristiche uniche all’interno della rosa. Nelle prime due partite col brasiliano in campo, la squadra oscillava da un 433 a (soprattutto) un 442 senza palla, in cui l’ex Bayern agiva largo a destra. Non va infatti mai dimenticato che la scelta di passare al rombo è una conseguenza delle difficoltà del match contro il Verona in cui, senza il brasiliano, era difficile mantenere senza palla un ibrido tra il 433 e il 442, a causa dei movimenti di Ronaldo.

Di conseguenza, l’introduzione del rombo (effetto diretto dell’infortunio del brasiliano) ha avuto soprattutto esigenze difensive, per migliorare il pressing. Douglas Costa, oltre a esaltarsi in squadre che difendono in avanti, ti può consentire un maggior equilibrio quando la riconquista alta dà più problemi: come ricorda Sarri, il rombo non è un modulo che permette di schiacciarti, visto che concedi troppo in ampiezza e le mezzali sono costrette ad un lavoro troppo gravoso. Al contrario, il classico 442 può dare una maggiore solidità anche quando sei più basso. D’altronde, pure nel secondo tempo col Milan, la Juventus si è difesa con il 442 quando il brasiliano è entrato. Costa non solo è totalmente sostenibile, ma è anche necessario per dare efficacia alla squadra.

A mio avviso, il discorso è un altro: se ha senso focalizzarsi nel costruire una Juve pensata su Costa quando invece, purtroppo, si sa già che il brasiliano non giocherò molto. Perché, se manca lui, probabilmente oggi il rombo è il compromesso migliore per le esigenza della squadra, e ci sta che Sarri lavori soprattutto a una Juve in cui Costa non è il titolare.


di Massimo Maccarrone

In seguito alla trasferta di Leverkusen in cui decisivo è stato l’ingresso di Paulo Dybala, autore dei 2 assist che hanno consentito a Ronaldo e Higuain di segnare le rispettive reti, per l’ennesima volta in conferenza stampa quest’anno è stato chiesto a Sarri dell’opportunità di schierare il tridente pesante per rendere la squadra più offensiva. La risposta (abbastanza intelligente) è stata che l’essere più o meno offensivi è una questione di mentalità e non dipende dal fatto di avere un attaccante in più o in meno.

Tuttavia Sarri ha anche aggiunto che per vedere in campo contemporaneamente Ronaldo, Dybala e Higuain ci devono essere determinate condizioni. Per esempio, i nove minuti in Inter-Juventus, non sono stati un bel biglietto da visita: lo squilibrio creato da Higuain subentrato a Bernardeschi, portò Sarri a sostituire Dybala con Can poco dopo, visto che la sua posizione da trequartista non garantiva sufficienti coperture in fase di non possesso. Nelle restanti tre occasioni, il trio dei desideri ha permesso di battere Lokomotiv in casa, doppietta di Dybala, di pareggiare col Sassuolo, pareggio raggiunto grazie al rigore procurato dal subentrato Dybala e trasformato da Ronaldo ed infine come si diceva ad inizio articolo di battere il Leverkusen nell’ultima del girone di UCL. La statistica ad oggi è veramente scarsa per trarre delle conclusioni, 93 su 1890 minuti non rappresentato un campione rilevante, per cui l’unica analisi possibile è di tipo qualitativo basata su quello che sin qui si è visto.

In questo inizio di stagione Sarri ha usato Dybala e Higuain come partner di Ronaldo, alternandoli con buoni risultati. Dybala e Higuain hanno giocato insieme prevalentemente in assenza di Ronaldo ad eccezione appunto nei 93’ sopracitati. Il tridente è stato schierato solo in particolari condizioni, in generale Sarri, o ha aspettato un ritmo partita più basso in condizioni di equilibrio, o è stato costretto per rimontare il risultato.

La sensazione è che a questo punto della stagione l’uso che se ne sta facendo è quello corretto. Nel corso di questi mesi, sono stati introdotti un numero elevato di nuovi concetti e principi, la Juve sta mutando pelle e il processo di trasformazione è ancora in corso. La Juve è una squadra alla ricerca del suo equilibrio, a volte affiorano retaggi del passato che la portano a giocare sotto ritmo, quasi a rispolverare il vecchio adagio che la superiorità prima o poi viene fuori. Tuttavia poiché il gioco della Juve profondamente cambiato è fondamentale, per vedere in campo contemporaneamente quei tre in pianta stabile, che la squadra completi il suo processo di trasformazione e maturazione. Serve in definitiva che la squadra rimanga corta e con una occupazione corretta degli spazi, che sia aggressiva nel recupero della palla nelle transizioni negative e che gestisca tanto la fase di possesso quanto quella di non possesso col pensiero di cercare di avere il controllo della palla quanto più a lungo possibile. Questa condizione è necessaria per sfruttare a pieno le doti di un tridente di questo tipo, il cui compito principale deve essere quello di portare frutti alla manovra offensiva e non certo quello di rincorrere gli avversari per lunghi tratti del match.

Affinché ciò si realizzi è essenziale in primis il contributo dei tre attaccanti. Per caratteristiche a Dybala, Ronaldo e Higuain non può essere chiesto di andare a caccia dell’uomo, cosi come Guardiola fa con i suoi attaccanti. In realtà non esiste un solo modo di pressare, e viste le caratteristiche degli attaccanti in rosa sarebbe sufficiente che gli stessi si limitassero a marcare gli appoggi, le linee di passaggio e contribuissero a indirizzare la palla in zona di recupero.

Situazione di pressing in Leverkusen v Juventus. Bernardeschi, Ronaldo e Higuain marcano gli appoggi e le linee di passaggio, la mezzala esce in aggressione, Pjanic e la linea tengono la squadra corta.

A questo punto ciò che diventa fondamentale è il lavoro del resto della squadra, a centrocampo il compito più importante spetta alle mezzali, a loro è demandato il lavoro più difficile di aggressione del portatore di palla, a Pjanic e alla linea spetta il compito di tenere la squadra corta e compatta per favorire densità in zona palla e rendere più semplice il recupero. La Juventus, oggi è una squadra in costruzione, la fase di pressione sta funzionando a tratti, basti vedere l’esempio di Lazio-Juventus, nonostante la buona pressione e occupazione degli spazi per 70’, le distanze non sempre sono state ottimali e una squadra estremamente verticale come è la Lazio è riuscita a saltare pericolosamente le linee di pressing.

Sarri, alla ricerca costante dell’equilibrio, al momento aspetta che i ritmi si facciano più bassi per due motivi fondamentali: il primo è di non subire il contro-pressing avversario; il secondo è di usare i suoi attaccanti in pressing e in copertura per quelle che sono le loro caratteristiche. Se da un lato Bernardeschi oggi offre maggiore equilibrio in fase di non possesso, la domanda che Sarri si starà ponendo è se sia il giocatore giusto per esaltare le doti dei suoi due migliori attaccanti: Ronaldo e Dybala. Ciononostante, Bernardeschi non è probabilmente il giocatore ideale a completare il reparto di attacco. Ronaldo e Dybala sono attaccanti a cui piace partire larghi, e spesso Sarri stesso ha lamentato l’incapacità di riempire lo spazio centrale, auspicandone l’occupazione da parte del trequartista o delle mezzali. Tuttavia, per chi scrive, appare chiaro che la naturale evoluzione di questo discorso sia che lo spazio in mezzo lo prenda un vero centravanti, ovvero Higuain. Tanto Dybala quanto Ronaldo hanno bisogno di un riferimento in mezzo che gli crei spazi e che sia pronto a scambiare con rapidi uno-due. Higuain è il riferimento ideale per entrambi e può insieme a Dybala garantire la rifinitura sulla trequarti avversaria. I prossimi mesi senza Champions League e un calendario meno impegnativo saranno fondamentali a trovare la (s)quadra, a Sarri spetterà il difficile compito di mettere in campo il miglior 11 possibile, quello dove dovrebbero esserci insieme CR7, il Pipa e la Joya.

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