Ci siamo chiesti cosa possa servire a Sarri dal mercato di gennaio. Le risposte? Una mezz’ala, un esterno e (forse) un vice-Pjanić.
La nuova Juventus di Sarri sta macinando terreno in campionato, e si è qualificata da prima di un girone di Champions meno semplice di ciò che non dicano i punti conquistati. Tuttavia, già da prima della sconfitta in Supercoppa, la sensazione generale è che ci si trovi di fronte ad una squadra quantomeno perfettibile, nel gioco e nelle individualità che compongono la rosa. Ovviamente, le due cose sono collegate.
Sarri non ha mai manifestato velleità di voler dettare l’agenda del calciomercato a Paratici, ma ogni juventino sa che esistono profili di giocatori non solo appetibili, ma soprattutto necessari al gioco del tecnico toscano. Tenendo a mente le necessità strutturali e che il mercato di gennaio sarà comunque poco espansivo (leggete pure: non Pogba), ci siamo chiesti cosa servirebbe a questa squadra.
Una mezz’ala (o forse due)
Paradossalmente, il centrocampo è il reparto più folto della Juventus. Il tre settembre, a calciomercato concluso, si presentavano allo Juventus Training Centre ben sette centrocampisti (Pjanić, Bentancur, Matuidi, Khedira, Emre Can, Rabiot, Ramsey). Tuttavia, per diverse ragioni la cui enumerazione non è scopo di questo articolo – e che sono più o meno chiare a tutti – Sarri si ritrova con solo un paio di centrocampisti di suo effettivo gradimento e dalle prestazioni sicure: Pjanić e Bentancur. Ed entrambi sono lontani dal 100% della forma. Tra ritardi di condizione, infortuni, mancata integrazione nel sistema di gioco, cabala e macumbe varie, molti dei candidati ad una maglia da titolare si ritrovano a metà strada tra l’indesiderato e il disadattato.
Sarri ha bisogno di una mezz’ala in grado di palleggiare, ma anche di una forma atletica sufficiente a supportare l’attacco nella riaggressione, vero e proprio tallone d’Achille di questa prima parte di stagione. Un giocatore in grado di smarcarsi in verticale, di giocare un fraseggio a due tocchi, ma con l’intensità necessaria a rilanciare l’imprevedibilità collettiva.
Cosa serve: Christian Eriksen
Eriksen è ai ferri corti con la dirigenza degli Spurs già dalla scorsa primavera. Indolente circa il rinnovo di contratto, il danese ha deciso di non rinnovare e di scegliersi con calma la prossima squadra a giugno. Eriksen è un profilo di altissimo livello, e ricalca molto bene il tipo di calciatore di cui la Juventus ha assoluto bisogno. Grande capacità di usare lo spazio, qualità con il pallone, abitudine ad un sistema di pressing codificato. Sul numero 23 del Tottenham ci sono diversi top team mondiali, ma sarebbe opportuno che già nei prossimi giorni la Juventus si presentasse a Londra con qualche milione di euro per gli Spurs (e quelli per lo stipendio del giocatore), al fine di anticipare la concorrenza ed assicurarsi un profilo quasi unico.
Cosa non serve: Arturo Vidal
O meglio, sì, servirebbe eccome Vidal. Perché il suo profilo è assolutamente in linea con le necessità, e anche perché il suo fantasma alberga ancora le vuote stanze del mio cuore. Ma Vidal farà 33 anni a maggio, il Barcellona chiede 20 milioni e il cileno ha comunque gonfiato il proprio ingaggio da quanto ha lasciato Torino. Dato per scontato uno stato di forma comunque ottimo, sarebbe molto utile per i prossimi sei mesi. Ma poi? Il rischio sarebbe di rivivere la situazione estiva, con esuberi importanti impossibili da piazzare. Investire su Vidal significa investire su di lui per i prossimi due anni almeno, un rischio che la Juventus non può permettersi di correre.
Una scommessa: Ismaël Bennacer
La stagione tribolata del Milan ha gettato qualche ombra sull’acquisto di Bennacer. Provato prima regista e poi riportato al ruolo di mezz’ala, l’algerino sembra essersi perso tra due ruoli e due sistemi (Gianpaolo prima e Pioli poi) molto diversi. Ciononostante, Bennacer è reduce da una grandiosa Coppa d’Africa, giocata in un sistema di gioco posizionale altamente codificato e interpretando il ruolo di mezz’ala con grande intensità, anche negli ultimi 30 metri. Bennacer è un giocatore in grado di accorciare la squadra senza palla e di allungare gli avversari in possesso, e possiede ottime doti di smarcamento – un fondamentale di cui la squadra di Sarri ha disperato bisogno. Se la Juventus riuscisse ad approfittare delle incertezze societarie del Milan, potrebbe essere l’occasione giusta per costruirsi in casa una mezz’ala di qualità che pensa calcio a 200 km/h.
Un’ala o un esterno offensivo
Volenti o nolenti, a noi juventini tocca prendere atto del fatto che non vi è più traccia delle tante ali degli anni scorsi. Douglas Costa, probabilmente il miglior esterno della Serie A sulla carta, è cliente abituale dello J Medical; Bernardeschi è stato dirottato nel ruolo di trequartista, e Sarri ne intravede un futuro da mezz’ala; Cuadrado è ad oggi il miglior terzino destro in rosa; Dybala esterno non lo sarà mai; Mandžukić non c’è più. Queste, incidentalmente, fanno parte del novero di ragioni che hanno spinto Sarri ad optare per un modulo senza esterni puri.
Più che un titolare (comunque difficile da acquistare sul mercato di gennaio), serve una valida alternativa sia per un eventuale cambio modulo che per determinate situazioni in cui la squadra giri meglio con un attacco a tre in linea. Idealmente da far giocare a destra.
Cosa serve: Jérémie Boga
Il franco-ivoriano è una delle note più liete del Sassuolo di quest’anno. Nonostante De Zerbi sia ancora alla ricerca dell’equilibrio giusto e i risultato non siano propriamente esaltanti, il tecnico bresciano sta svezzando qualche giocatore interessante. Uno di questi è Boga, di cui noi ricordiamo il gol elettrico nel pareggio di inizio dicembre, ma che è molto più di uno scatto tra due difensori e con De Zerbi sta dimostrando di poter dare dinamismo ad un gioco di posizione talvolta piatto.
Cosa non serve: Federico Chiesa
Nonostante sia uno dei talenti più apprezzati del panorama azzurro, Chiesa è oggi un calciatore troppo poco associativo per far gola a Sarri. Atleticamente strabordante ma monodimensionale nel proprio gioco, il figlio d’arte sta facendo benissimo in sistemi diretti e verticali, dove gli viene richiesto di portar su palla o riceverla già lanciato in corsa. Un contesto assai diverso da quello bianconero, che non ne esalterebbe le qualità e, anzi, ne acuirebbe i difetti (ci duole dirlo, ma un contesto a lui funzionale sarebbe l’Inter di Conte. Speriamo che né lui né Marotta ci leggano).
Una scommessa: Riccardo Orsolini
L’ottima stagione del Bologna sta passando senza dubbio dai piedi di Riccardo Orsolini. L’ex-Juve, ceduto agli emiliani in via definitiva la scorsa estate, sta disputando una stagione superlativa, guidando l’attacco del Bologna dalla posizione di ala destra, quella in cui aveva incantato nelle nazionali giovanili. Giocando a piede invertito, Orsolini sposta il gioco naturalmente verso l’interno del campo, cosa che Sarri ha dimostrato di apprezzare negli esterni (Insigne, Hazard). Pare che la Juventus abbia mantenuto un’opzione di riacquisto a determinate condizioni, e se l’ascolano dovesse continuare nella sua stagione da Re Mida la Juventus potrebbe trovare una valida alternativa in avanti.
Un vice Pjanić
A settembre, lo scalpore destato dall’esclusione di Emre Can dalla lista Champions aveva in realtà una spiegazione semplice che prescindeva dalle preferenze tecniche (pur importanti) e si basava invece sulla matematica. Il centrocampo della Juve riposava sul gioco delle coppie. Nel ruolo di mediano c’erano Pjanić e Bentancur, per la mezz’ala sinistra Matuidi e Rabiot, per la mezz’ala destra Khedira e Emre Can. Sarri ha – correttamente – individuato in Bentancur un jolly in grado sia di giocare a destra, sia di sopperire alle eventuali assenze del bosniaco in mezzo. Un’ecletticità preziosa, in grado di far risparmiare un posto in lista.
Ora che di Bentancur si sente un clamoroso bisogno nel ruolo di mezz’ala destra, possiamo dire che il ruolo di vice Pjanić sia rimasto semi scoperto. Siccome né Can né altri in rosa sono in grado di ottemperare a questa necessità, è forse il caso di andare a pescare dal mercato.
Cosa serve: Paredes
L’argentino è il profilo preferito sia dall’allenatore sia da Paratici (per lo più per la formula che per altro). Un eventuale scambio di prestiti con Emre Can – opzione sbandierata dai maggiori organi di informazione – sembrerebbe accontentare tutti, almeno nell’immediato. Il PSG si guadagnerebbe un centrocampista di strappi in grado di contendere da subito la titolarità a Gueye; la Juventus si libererebbe di un giocatore il cui contributo alla causa è ahinoi nullo e guadagnerebbe un giocatore che ha dimostrato di saper giocare un calcio fatto di distribuzione corta, difesa in avanti e ritmi veloci. Più un minimo di presenza in zona gol grazie alle pericolose conclusioni da fuori, che non fa mai male. Oltretutto, qualora convincesse lo staff tecnico, si potrebbe trasformare in un’operazione di ampio respiro (Paredes ha 25 anni e, per il calcio di Sarri, facciamo fatica a vedere profili più adatti).
Cosa serve: nient’altro
Un vice Pjanić in questo momento è quasi un lusso, non è certamente una priorità della Juventus, ma la tentazione Paredes ben si sposa con le perplessità fisiche destate dal bosniaco che, giova ricordarlo, ha praticamente sempre giocato in stagione. Per questi motivi, vale la pena rimodulare una vecchia citazione: Paredes, o nadie; o Paredes, o nessuno, perché coprire quel ruolo non è una priorità e l’affare con il PSG sembra essere uno di quelli in cui tutti i pezzi del puzzle cadono perfettamente al loro posto.
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