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Che contributo sta dando Higuaín?

Higuaín, dopo l’annata estremamente deludente e negativa trascorsa tra Milan e Chelsea, sta tentando, grazie a un allenatore che lo conosce molto bene, di riaffermarsi ad alto livello con la maglia bianconera che tanto ha voluto e dalla quale ha sofferto psicologicamente l’allontanamento. Si tratta però di un giocatore troppo diverso da quello acquistato nel 2016.


Inutile girarci attorno: da scarto nell’estate del 2018 Higuaín è divenuto un semi-titolare in questa annata. Lo testimoniano i numeri fino ad adesso: 30 presenze, 8 gol e 8 assist per un totale di 1939 minuti giocati. Circa 300 in più di Dybala con il quale di fatto si sta contendendo il posto. L’analisi del suo rendimento, le motivazioni del suo utilizzo e la valutazione del suo contributo vanno chiaramente inserite all’interno del contesto collettivo. Sebbene sia passata più di metà della stagione infatti la Juventus deve affrontare ancora numerosi problemi tattici, come ha evidenziato inequivocabilmente la sconfitta contro il Verona. Tra di questi rientra l’assortimento migliore dalla trequarti in su. A riguardo dei giocatori offensivi le parole di Sarri nella conferenza stampa pre-Parma di qualche settimana fa possono essere utili, soprattutto in merito all’utilizzo di Higuaín.

L’aspetto più importante è essere equilibrati dominando le partite ma senza rischiare. Dipende dal tipo di equilibrio che troviamo, le difficoltà nel farli giocare assieme (ndr: Dybala, Higuaín e Ronaldo) è in questo. Solo Higuain ha un ruolo ben preciso. Gli altri due sono giocatori di un livello straordinario, più istintivi che però non hanno una collocazione ben precisa in campo”

Cosa riesce a dare Higuaín in più?

Secondo Sarri Higuaín è l’unico giocatore in rosa a poter offrire l’interpretazione della prima punta più classica poiché sia Ronaldo sia Dybala tendono ad allargarsi maggiormente e a svuotare l’area di rigore o la trequarti. Soprattutto nel 4-3-3 l’argentino viene ritenuto importante per poter occupare la zona centrale della trequarti, smistare il pallone nonché riempire l’area. Questi aspetti sono emersi maggiormente nella partita contro il Verona in cui si sono manifestate enormi difficoltà nel palleggio a centrocampo e sugli esterni e spesso Bonucci si è rifugiato in verticalizzazioni lunghe per Higuaín.

L’heatmap evidenzia chiaramente la porzione di campo coperta da Higuain

Per Sarri le doti associative dell’argentino e la sua capacità di dettare e controllare i passaggi con entrambi i piedi sono importanti nel 4-3-3, modulo in cui altrimenti non ci sarebbe un altro riferimento centrale in grado di tenere occupati i difensori. Higuaín poi tende ad attaccare maggiormente la linea difensiva avversaria dettando movimenti in profondità, cosa che invece Dybala esegue con meno frequenza. Il numero 10 bianconero è meno incline a tenere il centro e a giocare spalle alla porta preferendo allargarsi, girarsi fronte porta e poi attaccare l’area. Senza Higuaín pertanto mancherebbe un giocatore che attacchi con continuità la linea difensiva avversaria e, conseguentemente, si verificherebbero problemi nel riempire l’area di rigore per via dei movimenti ad allargarsi di CR7 e Dybala e perché le mezz’ali non hanno (ancora) le letture necessarie per farlo con continuità ed efficacia.

Emergono però evidenti problematiche

I dati forniti da sofascore nell’immagine poco più sopra evidenziano un dato che racchiude quale Higuaín abbiamo di fronte: 8 possessi persi. Il numero 21 bianconero non è più in grado da un punto di vista fisico di essere incisivo andando a perdere tantissimi duelli individuali a terra ed aerei, facendosi anticipare spesso e non potendo competere sul lungo contro i difensori. Al momento l’unico contesto all’interno del quale Higuaín può risultare funzionale è quello ammirato contro il Cagliari (dove, per la verità, ha giocato solo 20 minuti) o contro l’Udinese: Juventus corta che recupera palla alta in grado di attaccare bene per vie centrali. Da fermo e nello stretto il numero 21 bianconero può ancora fare la differenza: basti pensare al gol segnato contro l’Inter o alle eccezionali combinazioni con Dybala per il gol segnato contro l’Udinese. La Juventus però non è ancora in grado di imporre questo contesto specifico con continuità ed anzi sta incontrando difficoltà notevoli nell’interpretare la partita come vorrebbe l’allenatore. Nel frattempo il campo ci sta dicendo che fuori da questo contesto Higuaín incontra troppe difficoltà. In questo senso, personalmente, le preoccupazioni possono aumentare passando ad un contesto europeo dove fisiologicamente si possono affrontare squadre molto intense.

Non bisogna poi dimenticare la fase di non possesso per la quale Higuaín e Ronaldo insieme devono essere bilanciati data la poca inclinazione di entrambi a contribuire e per le esigue proporzioni di campo che vanno a coprire.

Viste anche le ultime uscite la direzione da intraprendere, a opinione dello scrivente, non può non prevedere Dybala in campo che per caratteristiche, qualità e stato di forma è e dovrà essere il fattore più importante di questa Juventus insieme a CR7. Posto inoltre che il tridente “pesante” ha manifestato evidenti problemi di sostenibilità e la Juventus non ha compiuto quei passi necessari per renderlo sostenibile con continuità ecco che Higuaín non può essere il perno di questa Juventus.

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Classe 1996, di Novara, aspirante magistrato, allenatore alle prime armi, appassionato (anche) di tennis e tifoso juventino fin da piccolo.

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